La prima considerazione da fare quando entriamo in un’area naturale, sia un bosco o una zona costiera, è quella che dobbiamo comportarci come ospiti educati di un ambiente che non è casa nostra o, quantomeno, non è una nostra proprietà esclusiva.
Se le città sono le terre dell’uomo, nelle quali sarebbe comunque opportuno che la convivenza con gli altri animali fosse considerata un dovere, gli spazi naturali sono principalmente la casa di un numero enorme di specie animali e vegetali che hanno una vita strettamente interconnessa mentre noi rappresentiamo soltanto un elemento esterno, al quale la natura si abitua con più facilità solo se cerchiamo di rispettare le regole senza essere troppo invadenti.
Questo avviene solitamente quando la nostra consapevolezza di essere appunto un corpo estraneo, proprio come un granello di sabbia in un occhio, prende forma e ci porta ad avere attenzione, rispettando le più elementari regole di buon vicinato con gli altri residenti degli ecosistemi che ci ospitano. Niente di così difficile ma anche nulla di scontato a giudicare dal comportamento di troppi escursionisti/turisti che pensano che il mondo gli appartenga per definizione.
Cerchiamo dunque di individuare una serie di comportamenti positivi che, quando messi in atto, riducono il nostro impatto nell’ambiente che ci ospita, consentendoci oltretutto di ottenere anche molti vantaggi dal nostro modo di comportarci. Prendendo seriamente le regole che non solo il buon senso ma anche i gestori delle aree naturalistiche ci segnalano con tanto di cartellonistica, rispettando prescrizioni e divieti che non sono pensati per creare un fastidio ai visitatori, ma soltanto per permettere a tutti di poter fruire di questi spazi senza causare un danno.
- Aree chiuse al pubblico: esistono chiusure di aree alla fruizione pubblica, temporanee o permanenti, fatte per evitare di arrecare disturbo alla fauna in determinate stagioni dell’anno oppure per proteggere ambienti delicati, come ad esempio le aree dunali costiere, dal calpestio dei visitatori o, ancora, perché si tratta di una delle pochissime riserve integrali presenti nel nostro paese, nelle quali è sempre vietato l’ingresso alle persone non appositamente autorizzate.
- Divieto di abbandonare i sentieri: nelle aree naturali i sentieri rappresentano una sorta di reticolo frequentato dagli uomini dal quale gli animali si tengono a debita distanza, almeno negli orari di maggior frequentazione, per evitare spiacevoli incontri. Nonostante quello che qualcuno erroneamente crede la fauna non ama affatto familiarizzare con noi, ritenendoci un pericolo. Per questo è importante rispettare il divieto, seguire la segnaletica e, nei momenti di minor frequentazione degli escursionisti, fare rumore. Avvisare gli animali della nostra presenza -particolarmente in zone in cui ci possono essere specie a cui è bene non avvicinarsi- è sempre un’ottima cosa, mettendoli sull’avviso e permettendo loro di allontanarsi per tempo. Non pensate che il pericolo possa essere rappresentato solo da orsi e lupi, perché possono dar luogo a spiacevoli incontri ravvicinati anche cinghiali e altri ungulati, come i cervi specie se hanno i palchi. Per tutti gli animali la miglior difesa è la fuga, ma se li mettiamo alle strette, possono attaccare per paura o per difendere i cuccioli.
- Divieto di introdurre cani e obbligo di tenerli al guinzaglio: queste prescrizioni sollevano troppo spesso molte contestazioni da parte dei loro custodi, che sono sempre convinti di avere il cane più obbediente del mondo, un vero soldatino come si sente spesso dire. Ma anche saltando le considerazioni sulla percezione che alcuni pet mate hanno dei propri cani è indubbio che questi siano visti dagli animali selvatici come una fonte di pericolo, percezione che aumenta esponenzialmente durante la stagione dei cuccioli quando questo può creare problemi serissimi, non solo agli animali selvatici ma anche ai cani, specie in caso di incontri sgraditi con grandi carnivori o con una femmina di cinghiale con i cuccioli. Rispettare il divieto è una forma di educato buon senso e il pet mate deve trovare altre aree dove poter andare con il suo cane.
- Divieto di somministrare cibo agli animali o lasciare rifiuti alimentari: se sui rifiuti è facile trovare concordia perché solo i maleducati – che purtroppo non sono una specie in pericolo di estinzione – abbandonano i rifiuti nelle aree naturali sulla necessità di non dare cibo agli animali selvatici ci sono troppe persone che, per grassa ignoranza, continuano a fare orecchie da mercanti. Senza preoccuparsi minimamente dei danni causati da un comportamento sbagliato che soddisfa l’ego di chi offre il cibo ma mette in pericolo, rendendoli confidenti, gli animali che lo ricevono. La vicenda dell’orso Juan Carrito, recentemente rimasto ucciso in Abruzzo a causa dell’impatto con un veicolo è storia nota: la confidenza nei confronti dell’uomo, che lascia cassonetti colmi di rifiuti alimentari, dimostra ampiamente come il cibo sia una fonte di condizionamento pericoloso per la loro esistenza. Una realtà testimoniata anche dai cadaveri di numerose volpi rinvenuti lungo le strade, investite a causa del comportamento scellerato di alcuni automobilisti che offrono loro cibo. I selvatici, tranne in particolarissime condizioni climatiche avverse, non hanno fame perché non trovano nutrimento, ma semplicemente cercano, come tutti, quello che ci si può procurare con minor fatica. Per questo non dare cibo e non lasciare in giro rifiuti alimentari è un precetto imperativo, se davvero abbiamo a cuore la fauna.
- Portare a casa tutti i rifiuti e smaltirli correttamente: ci sono persone che protestano perché non ci sono cestini nei boschi, ma questa è una delle pretese più assurde che si possa sentire. Tutto quello che ci portiamo durante un’escursione deve ritornare con noi nello zaino, anche se è una bottiglia vuota o l’incarto di una merenda al sacco. Per nessuna ragione bisogna abbandonare rifiuti in giro, neanche quando si crede che siano biodegradabili: deturpano il paesaggio e impiegano moltissimo tempo per scomparire, ma possono anche trasformarsi in vere trappole mortali per gli animali.
- Rispettare i limiti di velocità: ogni giorno sulle strade muoiono investiti migliaia di animali di ogni specie a causa di impatti con le autovetture. Ma se evitare una farfalla o un’ape in autostrada è praticamente impossibile possiamo invece evitare di investire, come avviene ogni giorno volpi, caprioli, orsi, lupi, ricci e tante altre specie che formano un elenco infinito. Occorre innanzitutto limitare la velocità, in particolare dal tramonto alle prime luci dell’alba in quanto in questo arco temporale tantissimi animali sono in movimento, costretti spesso a attraversare le strade che interrompono e dividono e frammentano i territori e all’assenza di corridoi ecologici che agevolino gli spostamenti della fauna in sicurezza. Quindi velocità moderata, attenzione verso i segnali di pericolo, che non sono mai messi a caso, e una guida attenta e prudente sono una ricetta importante per evitare spiacevoli collisioni con gli animali, che possono avere risultati anche molto gravi per gli automobilisti.
Il rispetto, anche in questo caso, costituisce sempre il miglior modo per una convivenza serena e intelligente fra noi umani e tutti gli altri animali, che sono importantissimi per la nostra stessa esistenza, un fatto sul quale riflettiamo sempre troppo poco.