Proprio in concomitanza con le celebrazioni della Settimana dei Cefalopodi, i ricercatori della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, che da giorni stanno esplorando gli abissi fino alla profondità di 1.300 metri, hanno avuto la fortuna di incontrare un misterioso Opisthoteuthis calypso, cefalopodi di profondità conosciuti soprattutto con i nomi di polpi frittella, polpi ombrello e soprattutto "polpi dumbo", per via delle curiose pinne che ricordano molto le orecchie del famoso elefantino del celebre film Disney.
Questa specie, molto difficile da avvistare, abita infatti gli ambienti marini molto profondi dell'Oceano Atlantico e del Mediterraneo. Proprio per questo, ad oggi le immagini di questo mollusco nel suo ambiente naturale sono davvero rarissime. I ricercatori della SZN sono però riusciti a scattare alcune foto durante un'esplorazione effettuata con un veicolo robotico controllato a distanza, i cosiddetti ROV, calato su un vasto tratto di fondale alla profondità di ben 943 metri.
I cefalopodi del genere Opisthoteuthis sono animali ancora poco conosciuti e studiati, per via della difficoltà di riuscire anche solo a osservarli nel loro ambiente naturale e il tutto il mondo se ne conoscono attualmente 24 specie diverse. Questo eccezionale incontro segue, inoltre, un'altra importante osservazione effettuata a luglio dell'anno scorso dagli stessi ricercatori SZN nel Mar Ionio, di fronte alle coste calabresi.
In questa precedente occasione, i ricercatori erano riusciti a filmare per diversi minuti e per la prima volta in assoluto il cefalopode Octopoteuthis sicula, utilizzando una sofisticata telecamera 6K ad altissima risoluzione. Octopoteuthis sicula è un predatore che attira le sue prede tramite organi bioluminescenti collocati alle estremità di ogni braccio. E le sue otto braccia sono inoltre dotate di potenti uncini che gli permettono di afferrare le prede che hanno ben poche possibilità di scampo.
Al genere Octopoteuthis, invece, sono iscritte circa otto specie, alcune ancora di dubbia validità proprio per le difficoltà di poterle osservare e studiare. Anche se più simili ai calamari e alle seppie, questi cefalopodi possiedono però alcune caratteristiche più simili a quelle dei polpi, come la mancanza dei due tentacoli (più lunghi delle otto braccia), per buona parte del loro ciclo vitale. Proprio per questo, sono anche chiamati comunemente in inglese calamari-polpi.
Lo studio degli ambienti profondi rappresenta una sfida molto impegnativa e affascinante e che riserva spesso sorprese inaspettate. La possibilità di raccogliere immagini di altissima qualità di rari organismi marini come questi cefalopodi attraverso tecnologie all’avanguardia, permette infatti di ampliare le scarse conoscenze su queste specie, sulla loro biologia e comportamento, facendo luce su aspetti tutt'ora sconosciuti della misteriosa vita marina.