Le Puppy Mills, che possiamo definire in italiano come “fabbriche” o “allevamenti intensivi” di cuccioli, rappresentano un business per la produzione incontrollata di cani, dove il profitto ha la priorità sulla salute, il comfort e il benessere degli animali.
Il binomio “Puppy Mills/maltrattamento animale” è assicurato in quanto in queste fabbriche a produzione incessante si bada alla quantità dei “prodotti”, i cuccioli, e non alla qualità della pratica di allevamento, dalla riproduzione, alla gestione della gravidanza, fino allo svezzamento ed il distacco. Il tutto senza il minimo rispetto dei tempi di ripresa della cagna e senza curare la salute fisica e mentale di madri e cuccioli.
Quella delle Puppy Mills è una pratica molto diffusa negli Stati Uniti, in Australia e in molti Paesi dell’Est Europa, che si collega al mercato di cuccioli nel nostro Paese, noto ma ignaro acquirente.
Molte persone non sanno che acquistando cuccioli a prezzi stracciati, all’apparenza convenienti, provenienti da vie non legalmente riconosciute, come Internet o negozi di animali di dubbia tracciabilità, stanno molto probabilmente alimentando queste fabbriche.
Nonostante siano frequenti le immagini di cani di piccola taglia allevati in questo modo, come Chihuahua, Maltese o Yorkshire, in questo business non si salva nessuno, anche Labrador, Boxer o cani da pastore. Questi rivenditori di malessere animale, approfittatori senza scrupoli, cavalcano spesso l’onda della moda della razza di turno fornendo a famiglie ignare o a persone indifferenti al problema il tanto ricercato cucciolo.
Cosa accade ai cani nelle Puppy Mills?
Immagini orribili, al limite dell’incredibile, testimoniano le crudeli condizioni in cui vengono tenuti gli sfortunati animali delle Puppy Mills. L’assoluta mancanza di condizioni igienico-sanitarie, di profilassi e cure veterinarie, l’alimento di scarsa qualità e le strutture fatiscenti compensano la perdita economica generata dall’alta mortalità che si ha in questi contesti, dove la vita di un individuo non ha alcun valore. Le esigenze fisiche e psichiche tanto delle madri come dei cuccioli sono profondamente e drammaticamente influenzate da questa gestione.
Gli animali vivono tutta la vita in piccole gabbie, spesso di fil di ferro, senza neppure una superficie solida d‘appoggio; le femmine possono anche essere legate a catena tutta la vita senza mai avere la possibilità di fare esercizio fisico. Le gabbie sono di solito tenute all’aperto, esposte alle intemperie, o ammassate in capannoni o stanze, spesso impilate per massimizzare lo spazio di produzione.
Nelle madri ritroviamo inoltre i seguenti problemi:
- costanti gravidanze senza pausa, al fine di produrre il maggior numero possibile di cuccioli;
- stato di malnutrizione, anche durante la gravidanza del cane e l’allattamento;
- assenza di cure veterinarie, anche in caso di evidenti segni clinici di malattia o di lesioni;
- assenza di assistenza veterinaria durante la gestazione ed il parto;
- assenza assoluta di socializzazione e contatto positivo con persone ed altri animali;
- assenza totale di grooming che favorisce un accumulo incessante di massa di pelo scomodo e dolorosa e una crescita sproporzionata delle unghie;
- eliminazione immediata tramite uccisione, abbandono o cessione, nel migliore dei casi, delle cagne con basso indice di produttività;
- emozioni negative come paura costante e fobie;
- Comportamenti stereotipati e autolesivi.
I cuccioli, destinati al mercato, avranno anche loro numerosi problemi, tra cui:
- deprivazione sociale e sensoriale dovute alla mancata esposizione a stimoli ambientali positivi nella fase sensibile della socializzazione. Questa situazione degenera nella maggior parte dei casi in seri problemi comportamentali come paure generalizzate, fobie o aggressività nelle successive fasi della vita;
- assenza di cure veterinarie e di profilassi vaccinale per la prevenzione delle malattie trasmissibili tra cani;
- malattie infettive gravi i cui segni clinici, spesso mortali, diventano di solito evidenti nelle fasi successive, spesso quando il cucciolo è già nella nuova casa;
- presenza di malattie genetiche dovute alla mancanza di controlli;
- malnutrizione, debolezza ed alta mortalità;
- separazione improvvisa e precoce dalla madre, che genera a sua volta traumi psichici e carenza di apprendimento generato dalla relazione con la madre ed i fratelli;
- i cuccioli invenduti, come le madri improduttive, sono anche loro destinati ad una brutta fine.
Il fenomeno e il business del traffico di animali
La crescente domanda di cuccioli di razza degli ultimi decenni ha inevitabilmente allertato i più furbi e senza scrupoli a partecipare al mercato generando un aumento dell’offerta. L’offerta di cuccioli a basso prezzo da un lato può ricondursi alle cucciolate casalinghe, l’altra grande fonte è proprio il traffico illecito di animali “prodotti” in queste condizioni intensive. In questo meccanismo è quindi di grande importanza anche il ruolo dei compratori intermedi, che gestiscono il passaggio dalle fabbriche all’acquirente definitivo.
Gli allevatori intensivi si affidano a negozi di animali e venditori online per presentare un'immagine più sana e pulita di questa forma di maltrattamento animale, in modo che i clienti non sappiano dove nascono i cuccioli e come vengono trattati i riproduttori. Oltre ai venditori tramite annunci, quindi, anche alcuni negozi autorizzati o altri rivenditori che si camuffano da allevatori possono rifornirsi da questo mercato.
I negozi di animali che vendono cuccioli di cani e gatti nel nostro Paese sono ormai diminuiti a dismisura, anche se non ancora estinti. L’acquisto di animali in questi contesti va sicuramente disincentivato. Inoltre, quando un allevatore, o un venditore che così si vuole far definire, non permette all’acquirente di visitare l’allevamento o di conoscere la madre e osservarne le condizioni di mantenimento e gestione, si deve sempre accendere un campanello d’allarme.
Le Puppy Mills, segretamente custodite, sono una garanzia altamente redditizia, dove il rapporto di guadagno è di poche centinaia di euro investite contro migliaia di euro intascate. Specialmente nel caso del traffico internazionale, anche i trasportatori hanno un ruolo estremamente importante in questo mercato. Vi sono persone la cui attività principale è proprio il movimento di cuccioli; altri trasportano invece i cuccioli stipati insieme ad altri prodotti nei loro camion per arrotondare il più possibile gli incassi. In entrambi i casi lo stress, la sofferenza, l’acutizzarsi di malattie in stato di incubazione e la mortalità dei cuccioli fanno a padrone.
Queste persone riescono la maggior parte delle volte ad eludere i controlli e trasportare gli animali in pessime condizioni. Nessun limite al numero di ore del viaggio, mezzi non omologati, nessuna protezione, carenza igienica, nessun a sosta per abbeveraggio o alimentazione e affollamento di individui sono solo alcune delle reali condizioni di trasporto. Questi animali vengono inoltre introdotti nel nostro Paese in assenza di adeguate profilassi vaccinali, certificati medici validi e identificazione mediante microchip.
Venire a conoscenza di queste realtà, dove la vita degli animali corrisponde a zero, può aiutare ad interrompere la catena di questo mercato, grazie alla disincentivazione all’acquisto di cuccioli di dubbia origine.
Ancora una volta, ci viene suggerito che gli unici modi per integrare in maniera affidabile un animale nella propria famiglia è, nel caso si desideri un cane con pedigree, affidarsi ad allevatori seri e trasparenti, o adottare un nuovo amico da uno dei circa mille canili del nostro Paese.