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18 Aprile 2023
10:50

Le proteste non fermano la corsa Gran National e i cavalli continuano a morire

Davanti a circa 70mila spettatori arrivati per assistere alla Gran National, la corsa di cavalli più famosa del mondo, gli attivisti di Animal Rising hanno tentato in tutti i modi il boicottaggio, per porre fine alla sofferenza degli animali.

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Decine di attivisti per i diritti degli animali sono ancora sotto la custodia della polizia dopo che sabato pomeriggio hanno invaso l’ippodromo di Aintree Racecourse, nei pressi di Liverpool nel Regno Unito, dove si è svolta nel weekend la Gran National, la corsa di cavalli più famosa del mondo.

Davanti a circa 70mila spettatori arrivati per assistere alla gara, gli attivisti di Animal Rising hanno tentato in tutti i modi il boicottaggio con l’unico obiettivo di porre fine alla sofferenza degli animali e alla carneficina che provocano i tre giorni di corse.

Le proteste non si sono placate nemmeno dopo che i manifestanti sono stati portati via dalle forze dell’ordine, perché attivisti di altre organizzazioni hanno organizzato un sit-in davanti ai cancelli dell’ippodromo con cartelli e striscioni su cui si leggevano frasi come «puoi scommetterci, muoiono» oppure «Proteggi gli animali, cancella il Grand National».  I manifestanti hanno anche chiuso l'autostrada M57 stendendosi sull'asfalto e provocando grandi disagi agli automobilisti e al traffico.

Nonostante tutto questo, però, la gara segnata dalla morte di ben tre cavalli, ha solamente accumulato un po' di ritardo. Tutto il gran caos non è riuscito a fermarla. Un manifestante intervistato dal Guardian, rivendicando la protesta ha spiegato che l’azione era stata intrapresa «per aumentare la consapevolezza riguardo le sofferenze di questi animali».

Infatti, ha rimarcato l'uomo «se interpellati chiunque dei presenti asserirebbe di amare i cavalli, ma la domanda è: come è possibile che sia vero davanti a tanta sofferenza, come è possibile che non rimangano tutti scioccati?» Un rapporto così complesso e conflittuali tra umani e cavalli, lo avevamo riscontrato anche al Carnevale di Ivrea, dove ogni anno va in scena la Battaglia delle Arance. Nel nostro videoservizio, avevamo raccolto immagini, testimonianze e polemiche legate anche alla partecipazione degli animali.

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Ma se davvero, il Regno Unito è una Nazione amante degli animali, come viene detto, ha aggiunto ancora «è necessario trovare modi per amarli che non facciano loro del male. Ed ecco perché abbiamo deciso di mettere in atto la protesta».

Il Grand National che come abbiamo detto si tiene all’ippodromo di Aintree vicino a Liverpool, è considerata la corsa di galoppo ad ostacoli più impegnativa del mondo. Nasce nel 1839 e da allora è diventata l’evento più prestigioso dell’ippica europea, con un premio altissimo in denaro per il vincitore. Ma, dietro quello che molti chiamano spettacolo, si nasconde un mondo di crudeltà per gli animali che vi partecipano.

Infatti, il Grand National secondo i suoi oppositori non è altro che una sfiancante maratona che conduce i cavalli allo sfinimento e quindi a terribili incidenti. Il prezzo che pagano questi bellissimi animali per affrontare la sfida è altissimo: la corsa li obbliga a saltare ostacoli alti e pericolosi, spesso non ci riescono e quindi cadono procurandosi fratture, lesioni gravi e addirittura, in diversi i casi la morte.

Ma non solo perché gli equini vengono sfruttati fino allo stremo, vengono costretti ad allenamenti al limite delle sopportabilità e a correre pur se si sono fatti male o sono feriti fino a che sono in grado di gareggiare, dopodiché vengono abbattuti.

Nonostante tutto questo sembri molto lontano dall’essere un divertimento, molti ancora ritengono la corsa un evento speciale che fa parte delle tradizioni e dei costumi del paese esattamente come avviene per la caccia alla volpe. Tradizioni che però provocano la morte di numerosi animali cosa che impedisce di comprendere quale divertimento ci sia a vederli soffrire in quel modo.

Al contrario, sembra piuttosto un’ingiustizia e qualcosa che va contro il rispetto di ogni elementare diritto degli animali stessi, considerati oggetti anziché soggetti portatori di diritti da difendere.

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Simona Sirianni
Giornalista
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