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6 Aprile 2022
17:19

Le prime immagini di Juan Carrito libero in natura, il Parco della Maiella: «Non ci sono criticità»

Sono trascorsi 12 giorni da quando l'orso marsicano Juan Carrito è stato re introdotto in natura, dopo la temporanea reclusione nell'Area faunistica di Palena. Gli esperti del Parco della Maiella sono fiduciosi sulla possibilità che non si avvicini ancora ai centri urbani.

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juan carrito
Juan Carrito (Fonte: Parco Maiella)

«Prosegue senza particolari criticità la permanenza dell’orso M20, detto Juan Carrito, sulla Maiella», così l'Ente Parco ha commentato i primi giorni in libertà dell'orso marsicano più famoso dell'Appennino.

Juan Carrito dopo un breve periodo trascorso all'interno dell'Area faunistica di Palena lo scorso 25 marzo è stato portato in un’area interna del massiccio della Maiella grazie a un’operazione svolta dal personale tecnico del Parco.

«Dal giorno del rilascio lo stesso personale ha effettuato un monitoraggio intensivo sia mediante i dati provenienti dal radiocollare GPS applicato all’animale, sia mediante attività di campo, evitando in ogni caso il contatto diretto con l’animale», hanno spiegato dal Parco.

Juan Carrito è probabilmente l'orso marsicano più famoso del web. Nei suoi quasi due anni di vita è diventato un ambasciatore della sua specie, contribuendo ad accendere i riflettori sulla drammatica situazione in cui versa la popolazione, prossima all'estinzione. Grazie alle sue "avventure" e alle passeggiate nella neve il Parco nazionale dell'Abruzzo, Lazio e Molise ha iniziato una rubrica, nota come Juan Carrito's Story in cui si spiegano le abitudini e le peculiarità degli orsi marsicani.

Ma la fama di Juan Carrito ha anche un rovescio della medaglia rappresentato dall'eccessiva attenzione dell'uomo nei suoi confronti. Figlio della già famosa orsa Amarena, Juan Carrito fin da piccolissimo è stato avvicinato da esseri umani in cerca di un video o di un selfie a distanza ravvicinata. Troppo ravvicinata.

Così il Pnalm ha dato il via alla prima traslocazione dell'orso in un'area della Maiella vicina al suo habitat naturale per trascorrere il periodo dell'ibernazione. Lì però non è rimasto che poche settimane per poi ridiscendere a Villalago, il paese in cui è nato, e ritornare infine nella "sua Roccaraso", dove è stato avvistato mentre passeggia nella stazione affollata. È stata la proverbiale "ultima goccia" che ha fatto propendere gli esperti del Pnalm e del Parco della Maiella, in accordo con l'Ispra, per la sua temporanea reclusione nell'area faunistica di Palena.

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L'attenzione continua nei confronti dell'orso aveva portato allo sfinimento il personale del Pnalm che a Kodami aveva confidato dell'esistenza di un vero e proprio «turismo nei confronti di quest'orso e di altri animali selvatici dell'Appenino finalizzato a scattare il selfie perfetto». Non solo, questo progressivo accorciamento delle distanze aveva privato l'orso della sua innata ritrosia nei confronti dell'essere umano rendendolo "confidente".

"Confidente" però non è sinonimo di "addomesticato", anzi, come segnalato a Kodami dal veterinario responsabile del Parco della Maiella, Simone Angelucci, l'orso aveva mostrato segnali preoccupanti: «Solo poche settimana fa stava entrando nel corso di Roccaraso in quel momento c’era una moltitudine di persone e bambini, e noi che lo stavamo monitorando abbiamo temuto il peggio. Le persone non hanno gli strumenti per interpretare i suoi segnali e per capire che se l’orso è intento a mangiare in cassonetto, in una maniera che all'occhio umano appare tranquilla, noi possiamo vedere chiaramente segni di minaccia. Siamo intervenuti prima che succedesse una tragedia».

La re-immissione in natura di Juan Carrito è una operazione mai tentata prima, e gli stessi esperti non escludono che possa tornare in breve tempo a frequentare aree antropizzate o centri abitati. Tuttavia, hanno sottolineato anche che «il primo dato, per quanto preliminare, di una permanenza di 12 giorni ormai e dei movimenti esplorativi compiuti da Juan Carrito, in un territorio completamente privo di insediamenti umani e con una sostanziale assenza di interazioni con l’uomo, suggerisce che Juan Carrito si stia nutrendo probabilmente solo del cibo che può trovare nei boschi e nelle radure che sta frequentando (erba, formiche ecc.): questo fa ben sperare rispetto ad una possibile prosecuzione degli interventi sperimentali da porre in atto per favorire un ritorno alla normalità per la vita del giovane orso».

Nel frattempo, il Parco continuerà a tenere aggiornate le istituzioni e i tanti amici di Juan Carrito e, naturalmente, i cittadini del Parco, nel caso l’orso dovesse riavvicinarsi alle case, evenienza per la quale è già pronto un servizio di monitoraggio intensivo e di sorveglianza sul territorio con la collaborazione del Reparto Carabinieri Parco Maiella.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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