Il lavoro dei documentaristi e degli scienziati sul campo non è molto semplice, soprattutto quando si è alla ricerca di specie rare o di momenti a cui è molto difficile assistere. Alcuni scienziati che studiano le piccole popolazioni di lupi costieri artici presenti in Alaska sono riusciti però a scattare delle preziose e rare foto che documentano la caccia di questi abili predatori sui mammiferi marini, fra cui le lontre e foche.
Un risultato del genere non era stato raggiunto nel corso degli ultimi decenni nemmeno dai moltissimi esploratori polari dopo diverse settimane di appostamenti. E queste foto, infatti, sono poi diventate una fonte preziosa di studio per una ricerca durata diversi anni, che è culminata con la pubblicazione di un report che descrive questo poco conosciuto comportamento di caccia sulla rivista Ecology.
Tutto ha origine nel 2016, quando un team di biologi e di fotografi guidati da Kelsey R. Griffin, esperto del National Park Service e del Katmai National Park and Preserve, si danno appuntamento nei pressi della baia di Swikshak. Il loro obiettivo era verificare alcune voci che circolavano all'epoca tra le comunità locali, che raccontavano di insoliti avvistamenti di lupi intenti a cacciare lontre e foche.
In quel periodo, infatti, diversi abitanti del luogo e gli Inuit iniziarono ad avvistare diversi lupi nelle vicinanze delle colonie dei mammiferi marini, sovvertendo in un certo senso le conoscenze sul comportamento di caccia di questa specie conosciute all'epoca. Giunti sul posto, gli scienziati si sono quindi subito messi a lavoro, scoprendo presto che gli avvistamenti erano veri, nonostante la diffidenza di alcuni esperti. Non furono infatti pochi i lupi intenti a cibarsi dei mammiferi marini avvistati quell'anno dai biologi. Per lo più si trattava per però di individui solitari o in dispersione, che spesso fanno fatica a procacciarsi il cibo.
Per l'intero corso del 2018 e del 2019, tuttavia, continuarono a studiarne la popolazione locale, non essendo ancora del tutto convinti del fatto che i lupi cacciassero attivamente questi animali. Successivamente, però, nel 2020 e soprattutto nel 2021 nuove prove permisero di dimostrare che i lupi cacciavano attivamente anche prede vive. Tanto che gli il team di Griffin cominciò ad appostarsi spesso per fotografare varie scene di caccia appartenute fino in quel momento solo ad antichi racconti popolari risalenti alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Nel corso del 2021, in particolare, gli scienziati hanno seguito tre lupi che avevano catturato anche una lontra marina adulta (Enhydra lutris). Esplorando la baia, gli scienziati sono riusciti anche a raccogliere chiari segni di lotta che confermarono definitivamente come la caccia sui mammiferi mammiferi fosse attiva. I risultati di queste osservazioni suggeriscono quindi che i lupi costieri del Katmai National Park concentrano i loro sforzi in luoghi dove la preda risulta più vulnerabile, come nelle zone vicine ai corsi d’acqua o tra le isole rocciose situate vicino alla costa.
Il team ha poi confermato che la maggioranza delle battute di caccia coincidevano con i cicli della bassa marea, dimostrando così che i lupi hanno sviluppato una certa consapevolezza nel capire dove e quando attaccare e a chi rivolgere maggiormente le loro attenzioni.
«Abbiamo visto che i lupi costieri a volte cacciano da soli o in piccoli gruppi e possono attuare strategie di caccia diverse o prendere di mira determinate prede a seconda di dove si trovano – ha chiarito Kelsey Griffin – Ciò dimostra che i lupi hanno un ruolo importante per gli ecosistemi terrestri e marini, tanto da risultare una sorta di collegamento tra le due tipologie».
Tuttavia, la crescita di questo fenomeno sta portando gli scienziati a preoccuparsi dello stato di salute degli ecosistemi dell'Alaska. Un tempo i lupi non si sarebbero mai infatti spinti a cacciare i mammiferi marini con tale frequenza, un comportamento che è probabilmente diventato più comune e frequente negli ultimi tempi anche per la riduzione delle loro prede abituali, principalmente ungulati.
Per capire la gravità della situazione e quanti lupi effettivamente caccino lontre e foche, gli scienziati hanno comunque deciso per l'immediato futuro di espandere l'area di studio, monitorando il comportamento dei lupi del Parco nazionale del Lago Clark, del Parco nazionale di Glacier Bay e del Parco nazionale di Kenai Fjords.
Qualora però anche all'interno di queste riserve i lupi avessero cominciato a cacciare lungo le coste, sottolineano i ricercatori, ciò potrebbe significare che il problema sia piuttosto grave e che potrebbe necessitare di contromisure per tutelare per esempio il futuro degli orsi polari e delle stesse foche. Questi animali sono infatti in declino e a rischio di estinzione e potrebbero soffrire enormemente se la pressione predatoria dei lupi sui mammiferi marini dovesse aumentare ulteriormente.