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24 Febbraio 2022
14:10

Le possibili conseguenze della guerra in Ucraina sulla fauna locale

La Russia ha invaso l'Ucraina, dando il via a un conflitto armato che avrà conseguenze devastanti sulle popolazioni locali, su gli equilibri sociopolitici dell'Europa e anche sugli animali selvatici della regione, che ospita alcune delle specie più rare e minacciate d'Europa.

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Il 24 febbraio del 2022, nella notte tra mercoledì e giovedì, l'esercito russo ha invaso l'Ucraina, dando il via a una guerra che avrà conseguenze drammatiche per le popolazioni locali e per gli equilibri socioeconomici europei. Ma la militarizzazione crescente che accompagna gli scontri armati, così come gli inevitabili stravolgimenti politici, economici e sociali che ci saranno nella regione possono avere conseguenze devastanti anche sulla fauna selvatica, sugli habitat e sullo studio e la conservazione della biodiversità.

L'Ucraina rappresenta infatti un importante ponte tra Europa e Asia Centrale, un'area dove si mescolano habitat, flore e faune molto diversificate che vanno da quelle tipiche della regione mediterranea a quelle più continentali caratterizzanti dalle steppe, passando inoltre per alcune piccole ma importanti zone montuose. La geografia e la storia sociopolitica ucraina ha permesso infatti alla regione di conservare (o far ritornare) alcuni tra i mammiferi più rari e minacciati del Vecchio Continente e non solo.

L'Ucraina come roccaforte di alcuni dei mammiferi più rari d'Europa

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Il criceto euroasiatico è uno delle specie più minacciate al mondo e proprio l’Ucraina è una delel sue ultime roccaforti europee

Prendiamo per esempio il piccolo e fin troppo trascurato criceto euroasiatico (Cricetus cricetus). Un tempo questo roditore, unico rappresentante vivente de genere Cricetus, era largamente diffuso a partire dall'Europa fino ad arrivare all'Estremo Oriente. Era considerato un fastidioso parassita per le colture agricole, ma oggi è diventata una delle specie più minacciate al mondo di estinzione. La sua popolazione è diminuita drasticamente negli ultimi decenni, tanto da essere considerata nella Lista Rossa IUCN "In pericolo critico", la categoria immediatamente precedente all'estinzione definitiva.

Questa specie ha trovato proprio nei vasti prati e nelle steppe ucraine uno dei suoi ultimi rifugi europei. È presente infatti nella regione occidentale, in quella nord-orientale e soprattutto nella penisola di Crimea, uno dei territori cruciali del conflitto russo-ucraino. Non è ancora ben chiaro perché il criceto euroasiatico sia scomparso così rapidamente, molto probabilmente la colpa è da ricercare nell'intensificazione delle pratiche agricole. A oggi sono numerosi i progetti di reintroduzioni che stanno tentando di riportare la specie in Europa centrale e occidentale, ma proprio la popolazioni ucraina, per la sua storia biogeografica, è una delle più importanti roccaforti per il piccolo e raro roditore e non solo.

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Anche il citello vive in Ucraina e rischia seriamente l’estinzione

In Ucraina vive infatti un altro piccolo mammifero seriamente minacciato di estinzione ed è anche questo un roditore: il citello (Spermophilus citellus). Questo scoiattolo di terra necessita di precise esigenze di habitat per sopravvivere, poiché vive in gruppi sociali all'interno di complessi sistemi di tunnel sotterranei, che possono essere scavati soprattutto su terreni con vaste praterie basse, come quelle dell'Ucraina meridionale. La specie è considerata "In pericolo" dalla IUCN anche perché sebbene occupino ancora vaste aree selvagge dell'Ucraina la sua popolazione si è ridotta di ben un terzo negli ultimi decenni.

Le conseguenze delle guerre sulla fauna

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Quasi estinto nel secolo scorso il castoro europeo è tornato a popolare diverse zone d’Europa

Ma la regione ucraina ospita tantissime altre specie animali patrimonio di tutti, dal castoro europeo (Castor fiber), quasi estinto dalla caccia per le pellicce e ricomparso di recente anche in Italia, passando per le alci europee (Alces alces), la puzzola delle steppe (Mustela eversmanii) e il più grande tra tutti gli erbivori del Vecchio Continente, il bisonte europeo (Bison bonasus). Praticamente estinto all'inizio del secolo scorso grazie alla riproduzione in cattività è tornato a popolare alcune delle sue zone storiche e non solo, tra cui proprio i Carpazi dell'Ucraina, vicino ai confini con la Polonia e la Slovacchia.

Sappiamo bene, purtroppo, che le guerre possono avere effetti diretti e indiretti devastanti anche sulla fauna selvatica. Oltre l'80% dei conflitti mondiali avviene in aree considerate hotspot di biodiversità e purtroppo, sul nostro Pianeta i conflitti armati, sempre più militarizzati e tecnologicamente avanzati, non sembrano affatto voler cessare. In molte regioni dell'Africa e del Sud-Est Asiatico i conflitti armati sono un importante predittore del declino delle popolazioni selvatiche, e di recente è stato inoltre dimostrato che le guerre possono lasciare un segno indelebile sul comportamento degli animali, anche a notevole distanza dalla fine delle ostilità.

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Oltre ad avere un impatto devastante sulle popolazioni umane le guerre hanno effetti anche sulla fauna e sulla conservazione della natura

Che siano in cattività o allo stato selvatico, la guerra ha inevitabilmente un impatto enorme sul benessere e sullo stato di conservazione degli animali selvatici e degli habitat. Spesso le conseguenze più immediate e profonde riguardano proprio l'instabilità sociale ed economica, che può durare anche decenni dopo la fine del conflitto. Le popolazioni locali, impoverite, non possono far altro che migrare, o tornare a sfruttare la fauna e le risorse naturali per sopravvivere. Inoltre i governi considereranno certamente non prioritaria la conservazione della fauna selvatica mentre affrontano la ricostruzione.

In un epoca storica in cui la pandemia, le disuguaglianze sociali e la catastrofe climatica continuano a minacciare le popolazioni umane, la biodiversità e le risorse naturali, gli scienziati e le organizzazioni che con già enorme fatica si occupano di tutela ambientale e conservazione, dovranno imparare lavorare in un ambiente sempre più ostile e militarizzato. La guerra che il mondo intero si augurava non sarebbe mai iniziata è, purtroppo, anche questo.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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