Ormai è risaputo che il cambiamento climatico sta devastando interi ecosistemi, con conseguenze disastrose per numerose specie. Una di queste specie è l'otaria orsina antartica (Arctocephalus gazella), cacciata quasi fino all'estinzione nel 1907, le cui popolazioni stanno affrontando un rapido e preoccupante declino a causa della carenza di cibo. A dirlo è una recente ricerca condotta da scienziati del British Antarctic Survey (BAS) e altri collaboratori, pubblicata sulla rivista Global Change Biology.
La colonia principale di otarie orsine antartiche si trova sulle isole sub-antartiche della Georgia del Sud. La loro popolazione ha raggiunto il picco nel 2009, con un conteggio di circa 3,5 milioni di individui, sebbene questo numero sia inferiore a quelli registrati negli anni precedenti. Tuttavia, il team di scienziati ha scoperto che la situazione non è altrettanto favorevole per gli esemplari che risiedono su un'isola specifica della Georgia del Sud, nota come Bird Island. In questa zona, le otarie stanno affrontando notevoli difficoltà nel reperire il krill, un piccolo crostaceo simile a un gambero del quale vanno ghiotte. Questa carenza di cibo ha portato a una significativa diminuzione della popolazione in questo luogo.
Di fronte a questa situazione critica, gli scienziati hanno condotto un'indagine approfondita per determinare se la carenza di krill fosse il risultato della pesca eccessiva, ma sembra che questa non sia la causa principale. Al contrario, le analisi dei dati climatici hanno rivelato una correlazione significativa tra l'incremento delle temperature marine e il declino delle popolazioni di otarie, suggerendo che la perdita di krill sia più probabilmente legata a questo fattore ambientale. «Il krill può costituire fino all'80% o più della dieta di questi animali, quindi la sua mancanza comporta un calo catastrofico delle nascite e diminuisce significativamente la sopravvivenza degli adulti», spiega Jaume Forcada, scienziato del BAS che ha condotto il nuovo studio e autore principale dell'articolo.
La sensibilità delle otarie orsine alla disponibilità di krill, insieme ai dati raccolti sulle dimensioni delle loro popolazioni, le rende un indicatore cruciale per valutare la loro salute e lo stato del loro ecosistema. Attualmente, non è ancora chiaro perché il krill intorno a Bird Island sia meno abbondante rispetto ad altre isole della Georgia del Sud. Pertanto, ulteriori ricerche saranno necessarie per quantificare l'entità del cambiamento climatico nell'intero Oceano Antartico. «Se i problemi riscontrati nella popolazione di Bird Island si ripetessero nella maggior parte della popolazione della Georgia del Sud, ciò potrebbe indicare un declino più ampio. Quindi, anche se attualmente vi sono circa tre milioni e mezzo di esemplari, il veloce declino osservato a Bird Island potrebbe essere un campanello d'allarme importante per il futuro di questa specie», afferma Forcada.
La situazione delle otarie orsine antartiche sulla Georgia del Sud, in particolare a Bird Island, è un segnale allarmante dei profondi impatti del cambiamento climatico sulle specie marine. Il rapido declino della popolazione di queste affascinanti creature dovuto alla carenza di cibo, in particolare il krill, è un segnale d'avvertimento che richiede azioni immediate. Il nostro dovere è proteggere e preservare la biodiversità. Il riscaldamento dei mari e l'alterazione degli ecosistemi rappresentano minacce reali per molte specie, e la storia delle otarie orsine antartiche è un richiamo a quanto sia fragile l'equilibrio della natura. La ricerca scientifica ci offre preziose informazioni, ma spetta a noi prendere misure per mitigare il cambiamento climatico e preservare le specie che condividono il pianeta.