In natura esistono tantissime diverse strategia di difesa e alcune di queste sono davvero incredibili: alcuni animali, come gli opossum, si fingono morti, altri, come polpi, moffette e la lucertola cornuta, spruzzano sostanze di varia natura, rispettivamente inchiostro, un liquido puzzolente e sangue. Ma il meccanismo più strano è forse quello dell’autotomia delle lucertole, ovvero la capacità di perdere volontariamente la coda.
Fingersi morti
Alcuni animali sono attori di natura: gli opossum, ad esempio quando si sentono in pericolo mettono in scena una pantomima, fingendo la propria morte. Questa tattica in zoologia è nota come tanatosi e consiste in un irrigidimento generale del corpo atto a simulare uno stato di morte per confondere un potenziale predatore. Questi ultimi, infatti, spesso evitano gli animali morti perché potrebbero essere in stato avanzato di decomposizione o trasmettere malattie e la tattica della tanatosi si rivela quindi spesso efficace.
Spruzzare inchiostro
Alcuni molluschi cefalopodi come polpi e seppie producono, invece, una sostanza detta inchiostro in un organo specializzato chiamato ghiandola del nero. Questa può essere spruzzata in caso di pericolo per confondere il predatore: non solo crea una nuvola nera in acqua, bloccando la vista e dando il tempo al mollusco di scappare, ma contiene anche sostanze psicotrope che confondono ulteriormente l’aggressore.
Spruzzare sangue
Il Phrynosoma coronatum, noto anche come lucertola cornuta del Texas, è un rettile nativo del Nord America che abita principalmente le regioni desertiche e semi-desertiche del sudovest degli Stati Uniti e del Messico settentrionale. Per sfuggire ai predatori può sia gonfiarsi in modo che le sporgenze sul corpo simili a corna e spine si rizzino per non poter essere ingoiato, sia spruzzare dalle palpebre uno schizzo di sangue con grande precisione, per colpire il suo predatore sul muso o nell'occhio e avere il tempo di scappare.
Un liquido puzzolente
In natura, esistono anche diversi animali che usano odori o sostanze chimiche sgradevoli per allontanare l’avversario. Gli esempi più famosi sono la puzzola e la moffetta, due animali che, per quanto usino uno stratagemma simile, non sono strettamente imparentati. Il primo è un mustelide, l’altro un mefitide, ma in entrambi i casi, se disturbati, secernono un liquido nauseante e irritante che viene spruzzato da ghiandole anali direttamente negli occhi del predatore per riuscire a mettersi in salvo.
Staccarsi la coda
Un altro stratagemma davvero unico è quello delle lucertole che decidono di separarsi dalla loro stessa coda. Questa loro capacità si chiama “autotomia” e serve a distrarre i predatori lasciando indietro la coda che si muove, dando il tempo alla lucertola di fuggire. Questo però è molto costoso per gli animali: innanzitutto è doloroso per l’animale e, in secondo luogo, essendo la coda un serbatoio di grasso, rinunciano a delle importanti riserve di energia. Infatti, in alcuni casi, se un predatore non mangia l’intera coda, la lucertola potrebbe tornare indietro e mangiarla per recuperare parte delle calorie perse. La coda, poi ricrescerà lentamente.