In strada da 17 anni insieme ai suoi cani. Sono stati 4 e l’ultimo, quello che adesso è con lui, lo chiama “mio figlio”. Non ha mai accettato una sistemazione al coperto perché nessuno gli permetteva di portare all’interno il suo cane. Ha preferito dormire al freddo o sotto un ponte, ma abbracciato a lui. Adesso però, in questo inverno 2021, una casa invece l’ha trovata. Insieme al suo cane.
Si chiama "Cascina Vita Nova" si trova nel quartiere di Baggio a Milano. È un progetto della Fondazione Progetto Arca portato a termine grazie alla generosità di donatori amici e fondazioni, come quella di Giorgina Venosta, che hanno sostenuto l’acquisto e la ristrutturazione della struttura ormai abbandonata.
Un luogo dedicato all'accoglienza di persone senza fissa dimora che vivono per strada insieme ai loro cani. Per loro, infatti, sono stati realizzati sette appartamenti indipendenti dove potranno trovare un luogo caldo dove ripararsi senza dividersi dai propri compagni di vita. Per i quali, gratuitamente, ci sarà il cibo, un ambulatorio dove poter essere lavati e tutto ciò che serve loro, a partire dai collari all’antipulci e compreso un veterinario.
«Siamo molto soddisfatti di essere riusciti a realizzare questo progetto», racconta a Kodami Alberto Senigallia, presidente Fondazione Progetto Arca. «Il problema dei senzatetto con animali che restano fuori dai dormitori, rinunciando a cure e a un letto al caldo e al sicuro perché i loro animali non sono ammessi, è molto sentito a Milano. Per queste persone il legame con il loro cane è fortissimo, intimo e separarsene è una ferita troppo grande per chi ha già perso tutto e non ha che quell’unico affetto. Il cane è famiglia».
Ed ecco sorgere Cascina Vita Nova: «Devo intanto come prima cosa ringraziare davvero Giorgina Venosta, una nostra sostenitrice da sempre che purtroppo ci ha lasciato il 12 agosto 2021. Era una grandissima appassionata di cani: gli appartamenti sono un’idea sua, un suo desiderio».
Gli appartamenti per ora sono sette: «Ma vorremmo farli diventare 14. Al momento quelli occupati sono due, ma gli altri sono tutti già prenotati, stiamo solo aspettando che arrivino le cucine. Le persone senza dimora che arrivano all'inizio non ci credono. Il primo che ha visto la casa pensava che scherzassi quando gli ho detto che era sua. Subito mi ha risposto che non poteva permettersi un appartamento, per di più con il cane. Insomma abbiamo dovuto convincerlo. Ma quando capiscono che tutto questo è reale, sono felici».
Quello che è stato fatto è un lavoro enorme: «La cascina nel quartiere di Baggio era molto malandata, l’abbiamo ristrutturata secondo i criteri del “Progetto Bellezza”, con il quale stiamo facendo tutti i nostri dormitori. Si tratta di un percorso che supporta la concezione dei dormitori per persone senza dimora non solo come luoghi di accoglienza, ma anche come luoghi di ricostruzione della socialità, accoglienti e funzionali. Significa seguire la “Legge di risonanza” che dice che nell’uomo risuona ciò che ha intorno e quindi se ha bellezza risuona bellezza, se ha violenza risuona violenza e così via. Seguendo quindi questo concetto, abbiamo realizzato la cascina in maniera sobria, ovviamente, ma bella in tutti i suoi aspetti e particolari. Chi entra vede un bel luogo».
Alla base dei progetti della Fondazione Arca c’è sempre una modalità di accoglienza non passiva, ma che incoraggi l'ospite a riscoprire il valore della relazione e a recuperare un ruolo attivo a livello sociale: «Le persone accolte si prendono cura degli ambienti in cui vivono, riscoprono risorse e competenze inespresse, sperimentano responsabilità e ruoli all’interno del piccolo gruppo di coabitanti, in un rapporto di collaborazione che rafforza l'autostima e la fiducia negli altri. Le nostre équipe, insieme ai servizi sociali che operano sul territorio, accompagna ogni ospite lungo il percorso del suo progetto educativo fino alla sua conquista di una stabilità personale».
Collegato proprio a questo concetto, un’azienda che vende prodotti da parrucchieri ha aperto un centro di bellezza all’interno della struttura: «L'impresa ha offerto il lavoro a questo nostro ospite, ex senza dimora e parrucchiere un tempo lui stesso, che adesso dirige questo luogo dove possono andare a farsi i capelli i senza dimora ma anche le signore anziane di Baggio che hanno pensioni ridicole e tutti coloro che vorranno».
Ma non solo però: perché ci sono previsioni di ampliamento e il luogo sarà aperto anche alla comunità che potrà trovare servizi di sostegno alimentare e reinserimento sociale per famiglie e individui vulnerabili: «Una parte sarà destinata al quartiere, con una sala cineforum, per esempio, dedicata agli anziani in cui potersi ritrovare per due chiacchiere o per giocare a carte».
Il Comune di Milano non è entrato a far parte di questa prima parte del progetto: «No, ma solo perché non lo abbiamo coinvolto, avendo il supporto dei privati e del Bonus ristrutturazioni che ci ha permesso di allargarci, prendendo anche un capannone e una palazzina lì vicino, ove troverà spazio una mensa per i poveri e un social market per le famiglie indigenti. Detto questo, abbiamo da poco parlato con i neo assessori e per il prossimo anno vogliono assolutamente esserci. Il Comune ci sosterrà anche perché è diventata una vera esigenza, basta girare la città per vederlo».