Negli ultimi tempi le orche, eccezionali predatori sociali, stanno sorprendendo di continuo scienziati e appassionati con nuovi e talvolta inquietanti comportamenti, come le sistematiche interazioni che hanno portato all'affondamento di diverse imbarcazioni nello stretto di Gibilterra. Ora, un nuovo studio evidenzia anche come questi cetacei stiano cacciando gli squali nel Golfo di California, un comportamento fino a oggi inedito per l'area.
Questa scoperta, frutto di uno studio recentemente pubblicato su Frontiers in Marine Science, sta suscitando grande interesse tra gli scienziati che si interrogano anche sugli effetti che questo comportamento potrebbe avere sull'ecosistema marino e su un possibile abbandono dell'area da parte degli squali, come già successo di recente in Sudafrica. Secondo gli autori, abbiamo probabilmente sottostimato queste dinamiche fino a oggi.
Le orche (Orcinus orca) sono cetacei sociali estremamente intelligenti e adattabili. Ogni popolazione o persino singolo gruppo familiare, si specializza nel cacciare solo alcune prede, dai mammiferi marini e persino altri cetacei, fino ai pesci. Questa scelta alimentare richiede spesso anche strategie di caccia uniche e appositamente "studiate" per catturare quella esatta preda e vengono per questo insegnate e tramandate culturalmente di generazione in generazione.
In questo caso specifico, le orche ha scelto di puntare su specie di squalo di grandi dimensioni, ovvero lo squalo leuca (Carcharhinus leucas) e quello orlato (Carcharhinus limbatus). Lo studio ha infatti documentato tre episodi diversi di caccia da parte delle orche tra il 2022 e il 2023 nel Parco Nazionale di Cabo Pulmo (CPNP), un'area marina protetta situata nel Golfo di California, in Messico.
Secondo gli autori, gli episodi descritti rappresentano le prime interazioni mai documentate tra orche e squali in queste acque, anche se probabilmente accade molto più spesso di quanto si pensasse. Il 9 gennaio 2022, un drone ha ripreso sei orche mentre pattugliavano una zona nota per la presenza di numerosi squali orlati o pinna nera minori, che possono raggiungere anche una lunghezza di circa 2,5 metri.
Nel filmato, due femmine adulte, tra cui una chiamata Quetzalli, si sono separate dal gruppo proprio per cacciare uno squalo. Tuttavia, quest'ultimo è riuscito a fuggire in acque più profonde. Pochi giorni dopo, il 21 gennaio 2022, una guida subacquea locale, Carlos Lozano Hernandez, ha osservato delle orche mentre tentavano di uccidere invece uno squalo leuca, una specie nota per la sua aggressività e che può crescere anche fino a 3,3 metri di lunghezza.
Gli autori descrivono l'episodio come "un attacco coordinato": lo squalo era ben visibile in superficie, quando un'orca lo ha caricato di lato mancando il bersaglio, per poi tornare immediatamente e tentare di nuovo, capovolgendosi e cercando di colpirlo con un potente colpo di coda, una tecnica di caccia già nota e conosciuta come "lob-tailing" o "tail-slapping".
Queste osservazioni pongono interrogativi rilevanti sulle dinamiche ecologiche tra le acque del Golfo di California. L'azione predatoria delle orche sugli squali potrebbe influenzare significativamente le abitudini e la distribuzione degli squali, con potenziali ripercussioni su tutta la catena alimentare. Resta da capire se gli squali, a causa dei cetacei, decideranno di abbandonare la zona, com'è già successo per esempio in Sudafrica.
Al largo delle coste sudafricane, da qualche anno, le orche hanno cominciato ad attaccare e a uccidere sistematicamente gli squali bianchi. La maggior parte delle uccisioni sono state attribuite a soli due individui, Port e Starboard, che hanno letteralmente fatto una strage. Il fenomeno ha raggiunto una tale portata che a un certo punto gli squali sono letteralmente scomparsi dalle acque di False Bay e Gansbaai spostandosi altrove.
In conclusione, questo studio rappresenta non solo una scoperta importante per la biologia marina e il comportamento delle orche, ma sottolinea anche l'importanza di continuare a monitorare le interazioni tra i grandi predatori per comprendere appieno lo portata e le possibili conseguenze ecologiche dei nuovi comportamenti che emergono in un mondo in costante cambiamento.