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15 Maggio 2024
13:39

Le orche iberiche hanno affondato un’altra barca a Gibilterra

Le orche che dal 2020 hanno cominciato ad attaccare le imbarcazioni al largo dello stretto di Gibilterra hanno causato l'affondamento di un'altra barca. Non è ancora chiaro se queste insolite interazioni siano più un "gioco" oppure un vero e proprio comportamento aggressivo.

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Le orche che vivono nei pressi dello stretto di Gibilterra continuano ad attaccare le barche a vela ed è di questi giorni la notizia di un nuovo affondamento, il primo per il 2024. Negli ultimi anni, si è registrato infatti un aumento insolito e ormai sistematico di attacchi alle imbarcazioni da parte di questo specifico gruppo di orche. L'ultimo episodio si è verificato nelle acque marocchine dello Stretto, dove la nave chiamata Alboran Cognac, lunga 15 metri e con a bordo due persone, si è imbattuta nell'ormai famigerato gruppo di cetacei.

I passeggeri hanno detto di aver sentito colpi improvvisi alla carena e al timone, seguiti quasi immediatamente dall'ingresso di acqua nello scafo. Dopo aver lanciato l'allarme, una vicina petroliera ha recuperato le persone e le ha trasportate a Gibilterra. La barca è poi rimasta alla deriva e, alla fine, è affondata. Questo incidente è solo l'ultimo di una lunga serie di interazioni simili avvenute nello stretto di Gibilterra e in particolare lungo la costa atlantica di Portogallo e Spagna. Questi attacchi sono opera soprattutto di un particolare gruppo di circa 15 orche iberiche guidate dalla matriarca nota come White Gladis.

Il gruppo di ricerca GT Atlantic Orca, che monitora e studia le orche iberiche, ha registrato quasi 700 interazioni da quando sono stati riportati i primi attacchi a maggio del 2020. Le cause di questo comportamento insolito e pressoché unico rimangono però ancora incerte, ma le teorie proposte includono l'interazione guidata dalla curiosità e dal gioco, una sorta di moda che si è poi diffusa culturalmente anche tra altri gruppi, oppure il tentativo di allontanare o mettere fuori gioco potenziali rivali per la caccia alle loro prede preferite, la popolazione locale di tonni rossi.

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Le orche fanno parte in realtà della famiglia dei delfini, di cui rappresentano la specie (o le specie, viste le recenti ricerche), più grande in assoluto. Possono raggiungere una lunghezza di 8 metri e pesare anche fino a 6 tonnellate da adulte. Questi cetacei sono predatori altamente sociali e intelligenti, che vivono in gruppi matrilineari estremamente complessi e che sviluppano ognuno una propria cultura e delle proprie abitudini. La popolazione iberica, inoltre, è una di quelle a maggior rischio estinzione, cosa che rende ancora più urgente capire perché si comportano così e come gestirle.

Il fenomeno degli attacchi – o più correttamente delle interazioni insolite – tra le orche iberiche e le imbarcazioni di Gibilterra, rappresenta perciò una sfida enorme per i ricercatori, nonché un pericolo per i marinai e per gli stessi animali. I cetacei si avvicinano da poppa per colpire sistematicamente il timone, e una volta che lo hanno danneggiato mettendo fuori uso la barca, perdono spesso interesse e si allontano. Si tratta di un comportamento mai osservato prima in passato, chiaramente intenzionale, mirato e calcolato, su cui però gli scienziati si stanno però ancora interrogando sulla possibile origine e interpretazione.

Capire perché le orche si comportano in questo modo e trovare una soluzione per proteggere sia i cetacei che le persone, è perciò di vitale importanza per evitare che marinai e pescatori adottino soluzioni estreme "fai da te" che mettano a rischio la vita di questi minacciati cetacei. Diportisti e associazioni navali stanno monitorando e segnalando tutte le interazioni in alcuni gruppi Facebook, come Orca Attack – Iberia e Orca Attack Reports, dove si discute anche sui possibili strumenti di dissuasione per evitare di essere attaccati.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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