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19 Marzo 2024
11:42

Le orche del Pacifico nordorientale potrebbero essere una nuova popolazione rimasta nascosta

Alcuni ricercatori ritengono di aver scoperto una popolazione di orche unica e rimasta nascosta fino a oggi. E lo hanno ipotizzato anche grazie ai morsi degli squali tagliabiscotti.

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I ricercatori della University of British Columbia credono che le orche che vivono nell'oceano aperto al largo della California e dell'Oregon, nel Pacifico nordorientale, potrebbero essere una nuova popolazione rimasta finora sconosciuta. In base alle prove raccolte, i ricercatori ipotizzano in una nota pubblicata su Aquatic Mammals che le 49 orche potrebbero essere di tipo transiente, specializzate nella caccia di cetacei come i capodogli e delle tartarughe marine, o comunque un ecotipo oceanico distinto da tutte le altre popolazioni.

«L'oceano aperto è l'habitat più grande del nostro pianeta e le osservazioni di orche in mare aperto sono rare – ha detto il primo autore Josh McInnes, ricercatore del UBC Institute for the Oceans and Fisheries – In questo caso, stiamo iniziando a comprendere i movimenti delle orche in alto mare e come la loro ecologia e comportamento differiscono dalle popolazioni che abitano invece le aree costiere». Sono infatti tre gli ecotipi di orche vivono lungo le coste della California e dell'Oregon: "residenti", "transienti" e "offshore".

Un ecotipo è una distinta popolazione di un animale che non può essere considerata una specie a parte ma che comunque possiede caratteristiche, abitudini e comportamenti distinti dalle altre. Le orche sconosciute sono state avvistate più volte negli ultimi anni, tuttavia i ricercatori hanno messo insieme numerose prove raccolte in nove incontri con 49 animali dal 1997 al 2021, sufficienti per formulare un'ipotesi solida a sostegno dell'unicità di questa specifica popolazione di orche. Tutte le orche, inoltre, non potevano essere identificate con nessun individuo già conosciuto tramite foto o descrizioni.

«In uno dei primi incontri che i ricercatori hanno avuto con un gruppo di queste orche oceaniche, sono state osservate mentre affrontavano un gruppo di nove capodogli, riuscendo alla fine a ucciderne uno. È la prima volta che le orche vengono osservate mentre cacciano capodogli sulla costa occidentale», ha aggiunto McInnes. «Altri incontri includono un attacco a un capodoglio pigmeo (o cogia, ndr), la predazione su elefante marino e un grampo, e quello che sembrava essere un momento di pausa dopo il pasto a base di tartaruga liuto».

Una chiave importante per circoscrivere il presunto areale della nuova popolazione si trova però nelle cicatrici causate dai morsi degli squali tagliabiscotti osservate su quasi tutte le orche. Questo curioso squalo, che grazie alle sue particolare mascelle strappa pezzi di carne perfettamente tondi da altri animali, vive in alto mare, il che significa che la nuova popolazione frequenta principalmente le acque profonde lontane dalla terraferma. Queste orche presentano anche differenze fisiche rispetto ai tre principali ecotipi, comprese le loro pinne dorsali e le macchie bianche e grigie vicino alla stessa pinna.

«Mentre le dimensioni e la forma delle pinne dorsali e delle macchie sul dorso sono comunque simili a quelle degli ecotipi transienti e offshore, la forma delle loro pinne pettorali variava molto, da appuntite come quelle delle orche transienti a tonde, come quelle delle orche offshore – ha sottolineato McInnes – Anche i loro modelli di macchie dorsali erano molto variabili, con alcune che avevano grandi macchie uniformemente grigie e altre che avevano invece macchie più strette e sottili, simili a quelle osservate nelle orche delle regioni tropicali».

Oltre alle osservazioni raccolte da studi sui mammiferi marini, anche i pescatori e gli appassionati di whale-watching hanno fornito dati e informazioni importanti su queste orche misteriose. Contribuire a conoscere meglio una nuova popolazione è diventata una sorta di sfida tra i pescatori locali, con alcuni di loro che hanno persino acquistato fotocamere per documentare meglio i loro avvistamenti, hanno detto i ricercatori. Gli scienziati sperano ora di raccogliere ulteriori avvistamenti e informazioni, inclusi dati acustici e campioni di DNA che possa confermare definitivamente questa importante scoperta.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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