Il processo che permette ad alcuni animali ad adattarsi a differenti condizioni di vita è molto lungo e necessita di molteplici cambiamenti che portano il loro corpo ad assumere delle caratteristiche fisiche diverse rispetto a quelle della condizione precedente. Su questo principio si basa l'intera teoria dell'evoluzione di Darwin e ogni qual volta si scopre una nuova creatura che ne sta subendo gli effetti è interessante notare come la biologia degli organismi tende ad eliminare prima gli organi che vengono ritenuti in eccesso. Non più funzionali rispetto ai nuovi stili di vita.
Un nuovo caso sta avvenendo all'interno di alcune grotte sottomarine sull'isola di Natale in Australia e sull'isola di Panglao nelle Filippine. Tre ricercatori dell'Università nazionale di Taiwan, Wen-Chien Huang, Te-Yu Liao e Heok Hui Tan, hanno reso noto su Raffles Bulletin of Zoology la scoperta che una specie di murena si sta adattando all'ambiente buio perdendo progressivamente l'uso degli occhi, essendo rimasti coperti dalla pelle.
Non tutti gli esemplari di questa specie che si chiama Uropterygius cyamommatus sembrano però aver perso l'uso della vista. Alcuni soggetti infatti presentano ancora degli occhi "liberi" sulla testa, mentre altri sono del tutto ciechi o dispongono solo di un occhio coperto dalla sottile membrana di pelle. «Le proporzioni dei loro occhi sono le più piccole che abbiamo mai visto all'interno di questo genere di murene, quindi ipotizziamo che ciò possa essere il risultato dell'adattamento all'ambiente privo di luce o che presenta una scarsa illuminazione», ha dichiarato Wen-Chien Huang.
I ricercatori hanno utilizzato delle trappole innescate per attirare gli animali sulla superficie delle grotte interne ed effettuare così i primi studi su questa popolazione particolarmente difficile da raggiungere, visto che si trova in delle isole particolarmente difficili da raggiungere. Ciò che però ha destato la maggiore curiosità è stato il fatto che questa specie sembra aver occupato le grotte solo da pochi decenni e che non si conoscono ancora il motivo per cui vive solo all'interno delle grotte. «Penso che uno dei motivi per cui si siano rifugiati dentro queste strutture particolarmente buie e impervie sia la fonte di cibo, poiché ci sono abbondanti crostacei all'interno» ha continuato a spiegare Huang.
Questa non è la prima volta che degli animali che si introducono all'interno di un ecosistema buio perdono parzialmente l'uso degli occhi. Molte delle quasi 300 specie di pesci che vivono nelle caverne infatti hanno detto addio alla la capacità di sviluppare le palpebre, ma in questo caso agli esperti sembra di essere arrivati in tempo per catturare l'evoluzione in azione.
Non si sa quando gli antenati di questi pesci cominciarono a prediligere le prede presenti all'interno delle caverne e di fare a meno dei loro occhi. Di certo ora si sa che in assenza di luce questi organi per loro sono diventati inutili e fin troppo costosi da realizzare, durante il loro sviluppo. D'altronde, chiariscono i ricercatori, questi pesci sembrano fare maggiore affidamento sul loro senso dell'olfatto rispetto alla vista per localizzare le prede di passaggio come i molluschi che aderiscono alla superficie del loro ambiente turbolento e raramente infranto dalle onde.
Il prossimo passo sarà quello di effettuare un'indagine genetica per porre questa nuova specie all'interno dell'albero filogenetico di tutte le murene, assicurano gli scienziati, di modo che sia possibile anche comprendere quali sono i geni che attualmente stanno subendo il maggior numero di mutazioni, per osservare direttamente il fenomeno della speciazione (la nascita della nuova specie) in corso.