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10 Giugno 2021
15:21

Le meduse

La medusa è un animale invertebrato planctonico, un organismo acquatico che che si sposta in acqua utilizzando il movimento delle onde. Fa parte del gruppo tassonomico (phylum) degli Cnidari e i suoi tentacoli urticanti rappresentano una delle preoccupazioni delle nostre estati. Andiamo a scoprire cosa caratterizza queste specie.

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La medusa è un animale invertebrato planctonico, ovvero un organismo acquatico che si sposta in acqua utilizzando il movimento delle onde e delle correnti, e non è quindi completamente in grado di controllare lo spostamento del proprio corpo. Le meduse fanno parte del gruppo tassonomico (phylum) degli cnidari ed hanno un'anatomia molto particolare: molte di loro possono ricordare la forma dei funghi e sono formate da una parte superiore detta esombrella e una parte inferiore detta subombrella. Proprio all'interno della subombrella c'è la cosiddetta bocca e questo è il luogo da cui partono i tentacoli, i quali ospitano i cnidociti, particolari cellule che possono risultare più o meno urticanti attraverso l'estroflessione di un filamento chiamato nematocisti (o cnidocisti) che inietta il veleno a contatto con il corpo estraneo in avvicinamento, predatore o preda che sia.

Esistono oltre 11mila specie di cnidari nei mari di tutto il mondo, la metà dei quali sono antozoi (un gruppo che comprende ad esempio i coralli e gli anemoni di mare). L'altra metà è composta soprattutto da scifozoi, cubozoi e idrozoi (i gruppi a cui generalmente ci si riferisce quando si usa la parola "medusa").

La vita delle meduse

Molte meduse hanno un ciclo di vita metagenetico, ovvero con un'alternanza di generazioni asessuate con una sessuata. Durante la vita, questi animali passano da forme sessili, ancorate al fondale, a quelle galleggianti e mobili. Attraverso le gonadi vengono rilasciati i gameti, che permettono di disperdere in acqua ovuli e sperma. La fecondazione avviene quindi nell'ambiente, dove dove poi si sviluppa la larva, chiamata planula, la quale si deposita in mare sotto forma polipoide e si ancora al fondale dando vita allo scifistoma. Quando si staccherà dal suolo, sarà il momento in cui comincerà ad avere le parvenze di una medusa e comincerà in questo momento il suo moto tramite le correnti.

Una maggiore conoscenza di questi dettagli della vita delle meduse, potrebbe, secondo uno studio pubblicato su ScienceDaily nel 2014, evitare la fioritura eccessiva in zone circoscritte, in quanto inducendo artificialmente la metamorfosi nel periodo sbagliato, ad esempio all'inizio dell’inverno, anziché in primavera”, la maggior parte delle piccole meduse appena staccate dal substrato faticherebbero a sopravvivere.

Secondo i ricercatori esiste una specie di medusa che è potenzialmente immortale (Turritopsis nutricula)la quale rappresenta però un'eccezione. Anche le meduse infatti muoiono e lo fanno attraverso la senescenza, dopo essersi riprodotte. Inoltre, non sono prive di predatori i quali, indifferenti al sistema difensivo delle loro prede, riescono a nutrirsene: cetacei, tartarughe marine e pesci palla sono i più diffusi, ma anche gli esseri umani rappresentano un rischio per questi animali, a causa dell'abitudine di tirarle fuori dall'acqua.

Habitat e distribuzione

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Gli ambienti di vita delle meduse sono vari e vanno dal Polo Nord ai mari dell'Antartico, anche se risultano preferire le piattaforme costiere e i mari ed oceani dalle temperature più miti. Esistono comunque alcune specie che vivono in acque molto profonde, come quelle che appartengono all'ordine delle stauromedusae, le quali vivono nelle profondità dei mari artici. Ciò che risulta evidente in questi animali è un maggiore adattamento, rispetto ad altre categorie di animali acquatici, all'aumento dell'inquinamento. Anche per questo motivo, dove vediamo diminuire alcuni pesci, aumenta comunque il numero delle meduse. Il grande numero di imbarcazioni che attraversa i mari e gli oceani di tutto il mondo sta favorendo inoltre lo spostamento di molti animali di cui la distribuzione era un tempo localizzata e così sta succedendo anche per le meduse, le quali appaiono talvolta in ambienti molto distanti dal loro habitat conosciuto precedentemente.

Alimentazione delle meduse

Questi invertebrati mangiano principalmente zooplancton, ovvero il plancton composto da organismi animali, ma si nutrono anche il fitoplancton, ovvero il plancton formato da organismi vegetali acquatici. Le meduse non disdegnano inoltre le larve di altre meduse e le uova dei pesci presenti nell'ambiente circostante. Le meduse, che attraverso i tentacoli riescono ad immobilizzare prede più grandi, si possono nutrire anche di pesci, i quali vengono poi digeriti molto lentamente. La scelta dell'alimentazione dipende anche dal momento della vita in cui si trovano.

Perché le meduse sono urticanti?

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I motivi per cui le meduse hanno sviluppato la capacità di iniettare il veleno sono due: a scopo difensivo e a scopo offensivo. In primo luogo, essendo un animale che si muove attraverso il moto ondoso, ha bisogno di potersi difendere dai predatori in avvicinamento, più veloci ed agili nei movimenti. In secondo luogo, grazie a questa particolarità, la medusa è in grado di paralizzare e catturare le sue prede, rappresentate da uova e larve di pesci e crostacei. Ogni specie di medusa ha tentacoli di diverse dimensioni e lunghezze e la quantità di veleno, così come la pericolosità non dipende dalla dimensione dell'animale.

Le meduse e l'uomo

Secondo alcuni la presenza delle meduse nei nostri mari, dimostra una buona condizione dell'ecosistema marino, ma uno studio condotto da Ispra e pubblicato nel 2016 ha analizzato come la pesca eccessiva dell'ultimo mezzo secolo abbia portato, a livello globale, a una riduzione generale delle specie ittiche, con un conseguente un calo dei grandi pesci predatori e delle specie pelagiche che si nutrono di quelle planctoniche. Secondo i ricercatori la conseguenza di questo fattore sarebbe la proliferazione del plancton e delle meduse, le quali venivano precedentemente consumate dai pesci, dalle tartarughe. Nonostante questa analisi, esistono effettivamente meduse come la Velella velella, le quali si moltiplicano in acque in buone condizioni, ma un suo numero eccessivo denuncia comunque la mancanza di predatori della fase larvale.

Le meduse rappresentano inoltre una causa importante di mortalità dei pesci perché si nutrono di larve di pesce e del loro cibo crostaceo, per questo motivo, in seguito all'aumento delle meduse nel Mediterraneo, la Commissione europea ha avvertito l'Italia che rischia multe pesanti per il fatto di non bloccare la pesca attraverso strumenti illegali come le reti derivanti.

Chironex fleckeri, le meduse mortali per l'uomo

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Sebbene nel Mediterraneo non vivano meduse che possano risultare mortali per gli esseri umani, in altri luoghi del mondo si può effettivamente morire a causa di un incontro con una medusa. Tra l'Australia e la Papua Nuova Guinea infatti vivono le cosiddette cubomeduse, come Chironex fleckeri, talmente grandi da poter raggiungere i 3 metri di lunghezza con i suoi pericolosissimi tentacoli, i quali sono in grado di provocare la morte di un essere umano in pochi minuti a causa di paralisi polmonari e successivo arresto cardiaco.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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