Centinaia di mangiatoie posizionate dai cacciatori in Trentino rischiano di rendere gli orsi altamente confidenti. Secondo i documenti acquisiti dalla Lav, sono ben 137 i siti di foraggiamento autorizzati dalla Provincia autonoma di Trento nelle aree normalmente frequentate dagli orsi. Si tratta di strutture suddivise in tre tipologie: mangiatoie; mangiatoie con deposito e casse per alimento concentrato, tutte accomunate dal fatto di fornire cibo in gran quantità a cervi e caprioli a beneficio dei cacciatori che potranno poi ucciderne in maggior numero.
A pagare un prezzo molto alto per questa pratica non sono solo gli un ungulati vittime dirette dell'attività venatoria, ma anche gli orsi. Il cibo contenuto nelle mangiatoie dei cacciatori è infatti estremamente attrattivo anche per i plantigradi che vengono quindi abituati a cercare risorse di origine antropica, aumentando così la loro confidenza e riducendo, di conseguenza, l'innata diffidenza nei confronti della nostra specie.
Un fenomeno negli effetti del tutto assimilabile a quello dei cassonetti dei rifiuti. Questi sono tra i principali motivi che spingono gli orsi a penetrare in contesti urbanizzati essendo una risorsa di cibo facilmente utilizzabile. Qualsiasi struttura che metta a disposizione del cibo contribuisce ad aumentare le possibilità di incontri con i selvatici, e quindi di scontri.
La presenza di centinaia di strutture di foraggiamento sparse in tutta la provincia in un momento così delicato della convivenza tra selvatici e persone pesa sulle spalle dell'amministrazione locale. Nonostante presidente di Trento Maurizio Fugatti dica di pronto a tutto, anche a trasferire 70 orsi oltre i confini italiani, allo scopo di evitare il ripetersi di episodi come quello che ha portato alla morte del 26enne Andrea Papi tra i boschi della Val di Sole, dall'altro per anni la sua istituzione può aver contribuito a incrementare il numero degli orsi confidenti.
È questa l'accusa mossa da Massimo Vitturi, responsabile Lav area Animali Selvatici: «Più informazioni raccogliamo, più si conferma l’incuria della Provincia di Trento del tutto incapace di organizzare un piano per prevenire gli incidenti con gli orsi, si prodiga invece per favorirli!».
Dalla lettura della documentazione in possesso dell'associazione, emerge che nel 2017 la riserva di caccia di Rabbi aveva richiesto l’autorizzazione ad aggiungere altri tre punti di foraggiamento proprio nell’area di presenza dell’orso Johnny, noto come MJ5. Un dettaglio di grande importanza dato che il 5 marzo scorso Johnny è stato coinvolto in un incidente con una persona in val Di Rabbi, dopo aver trascorso quasi 18 anni senza nuocere a nessuno.
A seguito di quell'episodio il plantigrado si è trovato però nella lista degli orsi marchiati come "problematici" da Fugatti, e per questo destinatario di una ordinanza di abbattimento insieme all'orsa Gaia.
«È sempre più chiaro che se c’è qualcuno da mettere in condizione di non nuocere non sono certo gli orsi ma Fugatti e la sua totale incapacità gestionale – aggiunge Vitturi – chiediamo l’immediato smantellamento di tutti gli impianti di foraggiamento presenti in provincia di Trento per favorire la sicurezza di cittadini e orsi».
Se in merito alle vicende individuali di Gaia e Johnny è il Tar di Trento l'ente chiamato a prendere una decisione, per tutti gli altri orsi che rischiano di diventare confidenti a intraprendere azioni di tutela deve essere l'amministrazione locale. Ma potrà farlo solo attraverso politiche di gestione delle attività antropiche finalmente assennate e coerenti.