Nel complesso e acceso dibattito sulla convivenza tra umani e grandi carnivori in Trentino, si aggiunge un ulteriore elemento di discussione: la pericolosa e illegale abitudine dei cacciatori di alimentare la fauna selvatica, in particolare gli ungulati come cinghiali e cervi. Dar da mangiare agli animali selvatici per attirarli e poterli cacciare in numero maggiore, infatti, oltre a essere vietato, può attirare anche altri animali, compresi gli orsi, aumentando così il rischio che diventino confidenti o protagonisti di pericolosi incidenti.
Proprio per questo, la LAV ha inviato una diffida alla Provincia Autonoma di Trento e ai Comuni trentini i Comuni trentini – in primis Cles e gli altri che hanno intentato una causa di risarcimento contro l'associazione – per mettere «un freno immediato alla pericolosissima abitudine dei cacciatori trentini di posizionare mangiatoie artificiali per alimentare gli ungulati in modo da aumentare il numero e le concentrazioni degli animali a cui poter sparare durante la stagione venatoria».
La richiesta avanzata da LAV, inviata anche alla Procura della Repubblica e ai Carabinieri, è quindi «l'immediata rimozione di tutti i siti di foraggiamento artificiali – Una pratica, sottolinea l'associazione – già vietata ai sensi dell'articolo 7 comma 2 della Legge 28 dicembre 2015 n. 22» per la riduzione e il contenimento dei danni causati dai cinghiali. L'abitudine di alimentare cinghiali e altri ungulati, infatti, oltre a contribuire all'aumento delle popolazioni, può causare anche squilibri ecosistemici e aumentare la diffusione di malattie tra gli animali che potrebbero avere ripercussioni sulla sanità pubblica, come per esempio la peste suina.
Ciò però può causare anche l'avvicinamento e soprattutto l'abituazione degli orsi alle aree antropizzate, come dimostrano alcuni video girati diversi anni prima della tragica morte di Andrea Papi, come per esempio l'incontro tra un cacciatore e un orso avvenuto a Castel Condino. In questo modo, anche gli individui timorosi, schivi ed elusivi si abituano al cibo, all'odore o addirittura alla presenza degli esseri umani, diventando quindi confidenti e potenzialmente ancora più pericolosi. Cosa che accade anche con i bidoni dei rifiuti tradizionali e non sostituiti da quelli anti-orso.
La LAV invita quindi le istituzioni preposte al controllo del territorio e della sicurezza dei cittadini e responsabili della fauna selvatica, come la Provincia Autonoma di Trento e i Comuni, a implementare concretamente le attività prevenzione e controllo per prevenire nuovi incidenti attraverso azioni non cruente e finalizzate a una vera convivenza pacifica e rispettosa tra cittadini e animali selvatici.