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1 Dicembre 2023
12:36

Perché le lucciole fanno luce?

Le lucciole sono piccoli insetti che comprendono circa 2000 specie diverse. Grazie alla capacità di emettere luce possono renderci partecipi di fantastici spettacoli luminosi. La bioluminescenza è un processo chimico che avviene all'interno di organi fotogeni presenti nell'addome di questi animali, ma come avviene di preciso e perché si evoluta questa capacità?

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Le lucciole sono da sempre considerati insetti affascinanti per la loro particolarità di produrre luce, che li fa apparire come piccoli fari che si illuminano nella notte. Purtroppo, a causa dell'inquinamento luminoso, non è così facile vederle in città, ma è possibile assistere al loro spettacolo se si fa una passeggiata in campagna verso la fine della primavera.

Chi sono le lucciole e dove vivono

Le lucciole sono coleotteri che appartengono alla famiglia Lampyridae di cui fanno parte circa 2000 specie diverse. Le specie, variabili tra loro, condividono alcune caratteristiche: sono di piccole dimensioni, con un corpo diviso in capo, torace e addome, e i maschi hanno generalmente un paio di ali e un paio di elitre. Negli antenati delle lucciole, le elitre erano vere e proprie ali, che hanno perso la funzione di volo per proteggere le ali sottostanti. Si sono indurite, trasformandosi in uno scudo che chiude come un astuccio e copre le ali inferiori.

Le lucciole sono presenti in quasi tutte le parti del mondo e riescono ad adattarsi sia ai climi freddi, anche estremi, che temperati. La maggior parte di esse vive però nelle zone tropicali del pianeta, dove vi sono le condizioni migliori per la loro sopravvivenza. In Italia sono presenti circa una ventina di specie, ma la loro classificazione non è semplice a causa dell'estrema somiglianza e delle poche ricerche svolte sinora. Tra le specie più conosciute e diffuse ci sono Lampyris noctiluca e Luciola italica.

Differenze tra maschi e femmine

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Maschio di Lampyris noctiluca

I maschi e le femmine di lucciola sono generalmente molto diversi tra loro, e questa differenziazione viene definita dagli esperti come dimorfismo sessuale. In linea generale i maschi sono caratterizzati dalla presenza di ali e da colori smorti che spaziano dal giallo al rosso sul torace e dal bruno-nero delle elitre, il che non li rende particolarmente vivaci alla vista. Presentano degli occhi grandi e complessi e possono emettere luce, ma con minor efficenza delle femmine, motivo per cui gli organi deputati all'emissione luminosa sono meno sviluppati. Le femmine invece sono quasi sempre sprovviste di ali e di elitre e quindi non sono adatte a volare, e la loro colorazione varia dal giallo al brunastro. A differenza dei maschi però, le femmine hanno organi responsabili dell'emissione luminosa molto sviluppati, caratteristica che permette loro di illuminarsi anche per molte ore consecutive. Le femmine inoltre hanno spesso un aspetto meno "adulto" dei maschi e vengono definite "larviformi", come se lo sviluppo da larva a individuo adulto non si fosse mai completato. Questo dimorfismo sessuale, così come descritto, è facilmente riscontrabile nella specie Lampyris nocticula, ma può variare in altre specie. Ad esempio in Luciola italica le femmine sono simili nell'aspetto ai maschi e sono inoltre provviste di elitre che ricoprono piccole ali membranose, che però non permettono loro di volare. Infine i maschi di lucciola generalmente muoiono subito dopo essersi accoppiati con la femmina, mentre questa sopravvive giusto il tempo per deporre le uova e far perpetuare così la specie.

Come fanno le lucciole a illuminarsi

La capacità di emettere luce è dovuta a un processo chimico, definito bioluminescenza, che avviene all'interno di piccoli organi fotogeni presenti nell'addome dell'insetto. Questi organi hanno al loro interno una sostanza, chiamata luciferina, che in presenza di ossigeno, grazie all'enzima luciferasi, si trasforma liberando energia che viene emessa sotto forma di luce. La luce è sotto il controllo volontario delle lucciole, che possono regolarne la quantità emessa grazie a dei particolari muscoli presenti nell'addome. Questi organi luminosi sono disposti in maniera diversa rispetto alla specie e al sesso: ad esempio, in Lampyrs nocticula i maschi presentano solo due organi fotogeni nell'ultimo segmento dell'addome, mentre la femmina ne presenta quattro negli ultimi tre segmenti addominali. Un aspetto interessante legato all'illuminazione è la particolare strategia adottata da alcune specie che hanno imparato a imitare le frequenze di luce di altre solo per poterle attirare e mangiare.
Non sappiamo per quanto ancora potremo assistere ai meravigliosi spettacoli delle lucciole: in Italia la popolazione è infatti in declino a causa soprattutto dell'utilizzo smodato di pesticidi e dell'inquinamento luminoso che mette a rischio il corteggiamento e di conseguenza la riproduzione di queste specie.

Perché le lucciole si illuminano

Si ipotizza che l'illuminazione delle lucciole sia evoluta inizialmente non per il corteggiamento, ma per sfuggire ai predatori. Alcune larve si illuminano per questo motivo. Le lucciole emettono luce per segnalare ai predatori che sono disgustose o tossiche, grazie a una sostanza nell'emolinfa chiamata lucibufagina. Tuttavia, l'illuminazione ha anche altre funzioni. Negli adulti, serve principalmente per l'accoppiamento. Da maggio a metà luglio, le lucciole usano l'illuminazione per riprodursi. Ogni specie presenta un'illuminazione tipica, in modo tale da essere riconosciuta dal partner della stessa specie e evitare incomprensioni. I maschi emettono luce intermittente, mentre le femmine si illuminano in maniera continua e anche per più ore consecutive. Nella specie Lampyris nocticula ad esempio, le femmine, prive di ali, si arrampicano sugli steli e mostrano la loro luce ai maschi cimentandosi anche in una sorta di danza per rendersi più visibili. I maschi, intenti a volare, aspettano di intercettare un partner e quando lo trovano comincia l'accoppiamento, che può durare anche più di un'ora. È importante ricordare anche che non tutte le specie di lucciole si illuminano. Alcune infatti sono diurne e la luminosità servirebbe a poco. Questi lampiridi utilizzano quindi un'altra strategia riproduttiva: rilasciano dei ferormoni nell'ambiente per attirare i potenziali partner e riprodursi.

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