Le locuste sono famose per essere insetti estremamente voraci, infatti rappresentano una grande minaccia per l'agricoltura che, soprattutto in Asia e in Africa, sfama milioni di persone. Ma in questi insetti sono molto comuni anche atti di cannibalismo che si pensa possano influenzare il comportamento di ogni individuo che, preso dal panico, scappa dai conspecifici aumentando l'effetto sciame. Un gruppo di ricercatori ha quindi concentrato la propria attenzione proprio sul cannibalismo delle locuste, cercando di capire come influenzi il comportamento reciproco e i risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Science.
Quando accade, il cielo è così tanto scuro da non poter più vedere il sole: non si tratta di nuvole o di fumo, ma di milioni di insetti che si spostano in sciami devastando le coltivazioni. Avviene quando le locuste (Locusta migratoria) si spostano in massa ma solo in particolari circostanze. «Nella maggior parte dei casi si trovano nella "fase solitaria", in cui evitano il contatto fisico con i conspecifici e mangiano relativamente poco cibo. Se la densità della popolazione aumenta a causa delle piogge e di una maggiore disponibilità di cibo, questi insetti cambiano il loro comportamento entro poche ore associandosi in gruppi estremamente voraci, grazie anche al rilascio di feromoni di aggregazione», ha spiegato il primo autore dello studio, Hetan Chang.
Le locuste entrano nella cosiddetta "fase sociale" o "gregaria", come vi avevamo già raccontato in un episodio di Kodami Zoom, e formano sciami enormi che possono contare anche decine di milioni di individui. Grazie a precedenti studi è stato dimostrato che l'aumento della densità di popolazione è direttamente proporzionale alla frequenza di episodi di cannibalismo. Questo fenomeno, del resto, non è raro in natura: dai leoni che mangiano cuccioli che non gli appartengono, alle volpi che mangiano i loro parenti morti per nutrirsi. Le locuste non sono da meno: «Si mangiano da dietro: se smetti di muoverti, sei mangiato da un altro», hanno sottolineato gli autori.
Poiché il cannibalismo è una forma di predazione, ogni specie sviluppa però qualche forma di difesa. In che modo le locuste si tutelano dai propri simili? Proprio perché è ormai appurato che esiste una relazione diretta tra densità di popolazione e comportamento cannibalistico, è necessario capire se vi sono delle differenze tra la fase solitaria e quella gregaria della locusta. Per questo motivo, il team di ricercatori ha analizzato e confrontato tutti gli odori emessi da questi insetti durante le due fasi.
Dei 17 odori prodotti esclusivamente nella fase gregaria, solo il fenilacetonitrile (PAN) si è rivelato essere un segnale olfattivo che ha scoraggiava le locuste a compiere atti di cannibalismo. «Si è visto che con l'aumentare della densità della popolazione, non solo è aumentato il livello di cannibalismo, ma anche la produzione di PAN da parte degli animali», spiega Hetan Chang. In più, negli esemplari con mutazioni che non permettevano di produrre questo feromone difensivo, sono stati osservati episodi di cannibalismo nettamente più frequenti.
Secondo gli studiosi, la scoperta di un feromone che "controlla" il cannibalismo potrebbe rappresentare il punto di svolta: poiché questo fenomeno ha un impatto importante sulle dinamiche degli sciami di locuste, una maggiore comprensione dell'ecologia della popolazione di questi animali, in particolare l'effetto del PAN, aprirebbe nuove possibilità di controllo delle locuste. «Se si inibisce la produzione di PAN, si potrebbe indurre le locuste a comportarsi in modo più cannibalistico». Questo risultato comporterebbe l'inevitabile diminuzione del numero di esemplari all'interno degli sciami e, conseguentemente, un apporto minore di danni all'agricoltura.