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8 Ottobre 2021
10:09

Le infezioni respiratorie che mettono a rischio i gorilla di montagna

Una ricerca, pubblicata recentemente su Scientific Reports, ha studiato 15 epidemie respiratorie avvenute in una sottopopolazione di gorilla selvatici di montagna (Gorilla beringei beringei) dal 2004 al 2020. I risultati rivelano che la malattia si diffonde velocemente all'interno del gruppo, ma non tra gruppi diversi, e che la probabile fonte di trasmissione è l'uomo.

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Capire come si diffondono e si trasmettono le malattie dall'uomo agli altri animali, o viceversa, è fondamentale per prevenire gli effetti deleteri sulle popolazioni della nostra come delle altre specie. A tal proposito un team di ricercatori ha studiato le epidemie respiratorie e la loro modalità di trasmissione in una sottopopolazione di gorilla selvatici di montagna (Gorilla beringei beringei), dal 2004 al 2020, rivelando che la diffusione avviene molto velocemente all'interno dello stesso gruppo, ma non si trasmette ai gruppi vicini. La ricerca, pubblicata recentemente su Scientific Reports, ha ipotizzato inoltre che la malattia respiratoria ritrovata nei gorilla prende origine dall'uomo.

Lo studio: l'infezione si trasmette velocemente nel gruppo, ma non tra gruppi

Il team ha utilizzato i dati raccolti dai ricercatori del Dian Fossey Gorilla Fund che dal 1967 monitorano i 16 gruppi di gorilla che vivono al Parco Nazionale dei Vulcani in Ruanda. Ogni gruppo è composto da un maschio adulto dominante, diverse femmine adulte e la loro prole, e molto spesso anche dei maschi subordinati. Sono stati raccolti dati riguardanti l'identità e la parentela tra gli individui, così come anche sulle loro relazioni sociali e la vicinanza tra i gruppi per ben 12 anni, dal 2004 al 2015. Durante questo lasso di tempo, si sono verificate ben sette epidemie respiratorie e i ricercatori si sono focalizzati principalmente sulla modalità di trasmissione.

Misurando il contatto e la prossimità degli individui all'interno di un gruppo, e aggiungendo dati di altre 8 epidemie avvenute dopo il 2015, il team ha scoperto che gli individui più vicini non si trasmettono maggiormente l'infezione né gli esemplari centrali al gruppo erano più inclini a prendere la malattia. Nei gruppi però composti da più di 30 gorilla, l'influenza del rapporto sociale era più forte e sembrava seguire le reti sociali, cosa che non accadeva per i gruppi composti da pochi individui. La socialità quindi sembra rimanere un fattore predittivo per la trasmissione dell'infezione, rendendo così possibile un'azione mirata per prevenirla.

Inoltre, la diffusione della malattia nello stesso gruppo era rapidissima: basti pensare che ci sono voluti solo 3 giorni per infettare 45 membri di un gruppo su 46. Infine per studiare la diffusione dell'infezione tra gruppi diversi invece, i ricercatori hanno esaminato gli incontri tra i gruppi e i trasferimenti degli individui da un gruppo ad un altro. I risultati mostrano che gli scambi tra gruppi diversi non infettavano gli individui, aprendo così le porte a una spiegazione alternativa per la diffusione dell'infezione respiratoria nei gorilla.

L'uomo come probabile responsabile dell'infezione respiratoria nei gorilla

Questo studio mostra come i rapporti sociali all'interno di un gruppo fanno sì che l'infezione respiratoria si diffonda rapidamente. La diffusione non avviene però tra i gruppi: nonostante ci fossero infatti dei trasferimenti di individui o degli incontri tra gruppi diversi, non sono stati osservati segni di infezione. I ricercatori suggeriscono quindi che l'uomo è la fonte più probabile di questi focolai, già precedentemente responsabile di altre malattie dell'apparato respiratorio veicolate da patogeni, come il Metapneumovirus, ed è quindi necessario prendere delle precauzioni.

Il monitoraggio dei gorilla è infatti fondamentale per cercare di conservare questa specie purtroppo a rischio estinzione ma, per limitare e prevenire la diffusione di zoonosi, è necessario utilizzare dei dispositivi di sicurezza come mascherine o vaccinazioni specifiche e mantenere una distanza adeguata dagli esemplari.

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