Le incisioni rupestri di serpenti e millepiedi ritrovate sul fiume Orinoco in Colombia e Venezuela sono tra le più grandi ed enigmatiche del mondo. In un nuovo studio, ora, gli esperti ritengono che queste enormi raffigurazioni siano servite come "segnali stradali" per contrassegnare il territorio oltre 2 mila anni fa e dare le giuste indicazioni a chi navigava sulla rotta del commercio locale.
Ancora una volta nella storia dell'umanità, dunque, gli animali ritornano ad essere simbolo della nostra evoluzione come specie, attraverso la loro osservazione e mutuandone le forme per comunicare tra esseri umani. Le incisioni ritrovate in questa parte di Sud America, infatti, dimostrano come i nostri progenitori hanno preso spunto dagli animali per comunicare l'un l'altro attraverso "immagini" riconoscibili da chiunque.
L'arte rupestre del fiume Orinoco in Sud America è caratterizzata da quelle che sono le incisioni più sorprendenti del mondo, tra cui disegni di serpenti che superano i 40 metri di lunghezza. I ricercatori Philip Riris, José Ramón Oliver e Natalia Lozada Mendieta ne hanno mappato la distribuzione geografica e valutato la visibilità di queste immagini serpentine all’interno del paesaggio dell’Orinoco e dei miti indigeni. «Occupando affioramenti prominenti visibili da grandi distanze – spiegano gli autori dello studio – siamo arrivati alla conclusione che l'arte rupestre fornisse punti di riferimento fisici, agendo come riferimenti di confine che strutturavano l'ambiente ed erano centrali nella creazione di luoghi indigeni lungo i fiumi delle pianure del Sud America».
Tra le incisioni figurano raffigurazioni di anaconde, millepiedi, figure umane e roditori giganti che potrebbero risalire a miti raccontati per più di 2000 anni. La prima documentazione scientifica ha rilevato, inoltre, che alcune di queste opere sono tra le più grandi al mondo, come si scriveva, e le dimensioni appunto le rendono visibili da lontano, utili dunque per essere viste dai viaggiatori che solcavano il fiume lungo la rotta commerciale preistorica.
I serpenti giganti sono i soggetti più diffusi nella maggior parte dei siti monumentali e secondo i ricercatori: «Ciò potrebbe indicare una comprensione condivisa del loro ruolo e della loro funzione». Le incisioni dei rettili sono mediamente lunghe decine di metri, con la più grande (Cerro Pintado) che misura più di 40 metri di lunghezza. Tra gli altri animali raffigurati, ci sono uccelli di profilo e raffigurazioni di millepiedi giganti dell'Amazzonia.
Boa e anaconde sono i principali protagonisti dell'arte rupestre indigena del Sud America settentrionale, e il significato dei serpenti sembra oltrepassare i confini linguistici ed etnici. «I serpenti sono presenti ripetutamente nei miti della creazione e sono accusati di forze generative (spesso sessualizzate) potenzialmente pericolose – scrivono gli esperti, facendo anche esempi di miti e usanze di diverse epoche – Si diceva che i serpenti scatenassero inondazioni cosmiche e sono stati descritti anche come predatori cannibali. La cosmogonia Piaroa racconta la lotta di potere primordiale tra l'eroe culturale Wahari nel suo aspetto di tapiro e l'anaconda Cuämoi (o Kuemoi) come archetipo delle relazioni di parentela ostili. In particolare, Cuähua, moglie di Wahari e figlia di Cuämoi, è responsabile della creazione di arte rupestre durante il suo esilio mentre viaggiava sul fiume Orinoco».