Nelle profondità degli abissi del Golfo di California, un avvistamento straordinario ha catturato l'attenzione degli scienziati del Monterey Bay Aquarium Research Institute (MBARI). Grazie ai loro sofisticati robot subacquei, i ricercatori hanno assistito a un comportamento raramente osservato: una femmina di calamaro intenta a proteggere un grappolo di 30-40 uova giganti. Questo avvistamento più unico che raro è stato documentato a oltre 2.500 metri di profondità, un ambiente inospitale e affascinante, dove la vita segue regole e dinamiche uniche tuttora sconosciute.
L'avvistamento, risalente al 2015 e pubblicato sulla rivista Ecology, è avvenuto grazie all'uso di robot subacquei telecomandati, progettati appositamente per esplorare le inaccessibili profondità marine senza disturbare gli ecosistemi e la vita marina. Durante una delle loro missioni, i ROV hanno individuato un calamaro femmina, la cui specie resta tuttora sconosciuta, che si prendeva cura delle sue uova. Il cefalopode appartiene sicuramente alla famiglia Gonatidae, un gruppo di composto da circa una ventina di specie conosciuti anche come calamari uncinati.
Le uova amorevolmente accudite da questa mamma, misuravano circa 11,6 millimetri di diametro, una dimensione sorprendentemente grande rispetto a quelle di altre specie simili e considerando che il calamaro era lungo pochi centimetri. Di solito, inoltre, si pensa che i calamari depongano le uova e poi le abbandonino al loro destino, come fanno molti altri animali marini. Tuttavia, questa femmina ha mostrato un comportamento materno avanzato, simile a quello dei polpi, proteggendo le sue uova per aumentare le probabilità di sopravvivenza dei suoi piccoli.
Un tale livello di cure parentali è raro tra i calamari, il che rende la scoperta ancora più significativa. Le uova di dimensioni maggiori rispetto al solito, inoltre, potrebbero rappresentare un ulteriore adattamento evolutivo per garantire una maggiore resistenza e sopravvivenza in un ambiente così ostile. La scoperta non solo aggiunge quindi una nuova specie potenziale alla famiglia Gonatidae, ma fornisce anche preziose nuove informazioni sulle strategie di sopravvivenza adottate dalle specie marine che vivono in profondità.
L'investimento energetico della femmina nel proteggere le sue uova fino alla schiusa, va però ben oltre il "semplice" affetto materno. Custodire le uova impegna molto mamma calamaro: non mangia mentre le trasporta, il suo unico obiettivo è proteggerle a ogni costo e così, alla fine, muore appena si saranno schiuse schiuse. Non c'è stato quindi un lieto fine per questa mamma, ma anche il suo sacrificio serve ad aumentare le possibilità che i suoi piccoli sopravvivano.
L'uso di tecnologie avanzate come i robot subacquei del MBARI sta rivoluzionando la nostra comprensione degli oceani. Questi strumenti consentono agli scienziati di esplorare regioni inaccessibili e di osservare comportamenti naturali senza interferire con gli habitat marini. Ogni missione di questi robot può rivelare segreti nascosti e portare a scoperte sorprendenti, ampliando la nostra conoscenza e aprendo nuove frontiere nella ricerca marina.
Questo avvistamento eccezionale non solo arricchisce le nostre conoscenze sulle profondità marine, ma ci invita anche a riflettere sull'incredibile diversità di specie, adattamenti e comportamenti che la vita può sviluppare anche in condizioni estreme. Ogni scoperta ci avvicina un po' di più a comprendere meglio la complessità degli ecosistemi oceanici e ci ricorda l'importanza di preservare questi straordinari ambienti naturali e tutti i suoi abitanti.