Le immagini del lupo che caccia le galline in Salento. L’esperto: «In zone di recente presenza serve più attenzione»

La scena è stata ripresa da una telecamera di videosorveglianza all'interno di una masseria nelle campagne leccesi. Il naturalista e zoologo Marco Antonelli ha spiegato a Kodami che in zone di recente ricolonizzazione da parte del lupo serve ancora più impegno sulla strada della convivenza e della prevenzione.

2 Agosto 2023
14:57
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Un lupo ripreso da una telecamera di videosorveglianza è entrato all'interno di una masseria nelle campagne leccesi di Novoli, piccolo comune del Nord Salento, dove ha predato nove galline e due galli. L'episodio è avvenuto alle prime luci dell'alba diversi giorni fa, ma la notizia e immagini sono diventate virali solo di recente. Si tratta infatti solo di uno degli ultimi casi registrati nell'area settentrionale della penisola salentina, dove il predatore sta naturalmente espandendo il proprio areale occupando sempre nuovi territori.

Trattandosi quindi di una recente ricolonizzazione, è fondamentale in questi affrontare con molta attenzione questo tipo di incidenti, con l'obiettivo principale di favorire la convivenza tra il lupo, le attività umane e le comunità non ancora abituate o preparate alla presenza di questo nuovo predatore. «Essendo il Salento una zona di recente ricolonizzazione, è fondamentale informare le persone, soprattutto chi alleva animali, su come proteggerli adeguatamente per evitare predazioni e danni economici», sottolinea a Kodami Marco Antonelli, naturalista e zoologo che da anni studia i grandi carnivori, in particolare il lupo.

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Il ritorno del lupo in Salento è infatti una conquista molto recente (lo testimoniano anche gli ultimi avvistamenti a Torre Guaceto), risultato di una popolazione fortunatamente in crescita in tutta la penisola, come dimostrano i risultati del primo grande monitoraggio della specie condotto dall'ISPRA. Tuttavia, se altrove – soprattutto nelle zone interne e montane – le comunità sono già abituate a convivere con i grandi predatori, attuando tutte le azioni di prevenzione per proteggere soprattutto gli animali dall'allevamento, in queste aree servirà ancora maggiore impegno da parte dell'istituzioni per sensibilizzate e favorire l'adozione di misure di sicurezza, come recinzioni elettrificate e cani da guardiania, per evitare nuovi incidenti.

«Ovviamente in queste zone, dove non c'è una conoscenza pregressa del lupo, bisogna stare molto attenti anche agli animali d'affezione, cani di piccola taglia in primis, che non vanno mai lasciati legati a una catena in generale oppure isolati in aree aperte e accessibili, proprio per non aumentare il rischio di predazioni. Il lupo è infatti una specie fortemente adattabile alle risorse disponibili, quindi preda e si alimenta con quello che è più facile da reperire con il minimo sforzo. In questo caso, catturare delle galline non adeguatamente custodite o controllate, è molto semplice per un lupo. Come del resto fanno anche volpi e faine, ancora più specializzati su piccoli animali da cortile», spiega ancora Antonelli.

Pastore maremmano

Per quanto riguarda l'animale protagonista di questa predazione, è difficile riuscire a capire con esattezza qualcosa in più sul suo stato o sulla sua storia. «Da quello che si vede, lo stato fisico dell'animale sembra buono e non mostra patologie evidenti. Impossibile stabilire la classe d'età, anche se sicuramente è un sub-adulto o adulto che ha almeno un anno, poiché i giovani nati quest'anno sono ancora troppo piccoli e hanno circa un paio di mesi – conclude Marco Antonelli – È importante sottolineare che se un lupo preda delle galline non vuol dire che ci sia carenza di prede selvatiche. Significa semplicemente che in quel determinato contesto aveva a disposizione una preda molto più semplice da catturare rispetto a un animale selvatico. Con piccoli animali come galline o conigli, occorre ribadirlo, è importante mettere in sicurezza l'area con una recinzione adeguata per evitare che lupi, ma anche appunto volpi o faine, possa accedere. Così si posso evitare altre predazioni».

La presenza recente dei lupi in Salento resta un segnale estremamente positivo per la biodiversità. Perseguitato dall'uomo fino a rischiare l'estinzione, a partire dagli anni 70 la popolazione di lupo in Italia è cresciuta rapidamente, ed è tornato a vivere nelle zone da cui era stato eradicato. Tuttavia, in contesti nuovi come questi il rischio di incidenti e conflitti aumenta vertiginosamente.

Proprio per questo, però, le aree di recente ricolonizzazione come il Salento rappresentano un'opportunità quasi unica dove poter sviluppare sin dal principio un percorso condiviso da tutti, popolazioni e attività umane, istituzione ed esperti, finalizzato alla convivenza e alla prevenzione prima che i conflitti si inaspriscano ulteriormente. Ci sono già risorse, conoscenze, strumenti e soprattutto tempo, occorre quindi volontà e impegno – soprattutto politico – per non lasciare soli allevatori e cittadini.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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