Dal primo gennaio nelle acque dello stato delle Hawaii non è più consentito pescare squali, di qualsiasi specie. Il divieto introdotto dalla legge 51 (House Bill 533) è un passo avanti molto importante, perché valido per tutte le acque territoriali, non soltanto per le aree marine protette. Le Hawaii diventano così il primo stato USA a bandire la cattura di qualsiasi squalo segnando un risultato storico per la conservazione di questi pesci, tra le specie più minacciate in assoluto a livello globale.
Solamente negli ultimi 50 anni, infatti, gli oceani di tutto il mondo si sono letteralmente svuotati di squali e razze: un calo delle popolazioni stimato in un recente studio di oltre il 70%. Le cause di questo declino sono riconducibili in buona parte soprattutto alla pesca eccessiva e alle catture involontarie nelle reti. Oggi tre quarti di tutte le specie rischiano seriamente l'estinzione, per cui la decisione di proteggere tutti gli squali delle Hawaii è una importante vittoria per la biodiversità e la tutela degli ecosistemi marini.
Tuttavia, resta ancora molto da fare per rendere il divieto effettivamente funzionale ed efficace. Come fanno notare dagli ambientalisti il ban ha alcune eccezioni che riguardano le uccisioni per motivi di sicurezza pubblica o personale, pesca autorizzata con permessi e catture effettuate appena fuori le acque territoriali. Inoltre non è ancora chiaro come saranno gestite e limitate le inevitabili catture accidentali, sia quelle con le reti da posta che con gli ami.
Il Dipartimento della terra e delle risorse naturali (DLNR) ha dichiarato che si impegnerà a monitorare le acque per garantire che il divieto venga rispettato. Inoltre raccomanda ai pescatori di non frequentare le aree di riproduzione, di non utilizzare ami circolari che non possono essere sfilati e soprattutto di liberare nel minor tempo possibile tutti gli squali pescati accidentalmente, senza issarli sulle imbarcazioni.
Dubbi e imperfezioni a parte, questa nuova legge resta però un passo in avanti importante per la tutela degli squali. La pesca è adesso a tutti gli effetti un reato, punibile con sanzioni che possono arrivare fino a 10.000 $ con sequestro di licenze marittime, imbarcazioni e attrezzature per la pesca. L'attenzione nei confronti di questi animali sta però finalmente crescendo in tutto il mondo, anche in Europa.
Alla fine di gennaio è stato infatti raggiunto l'importante traguardo di un 1 milione di firme necessarie per presentare alla Commissione Europea la richiesta di fermare il commercio di pinne di squalo. Secondo i dati raccolti da Stop Finnng EU 3.500 tonnellate di pinne vengono esportate dall'Europa verso l'Asia ogni anno e tra le prime 20 nazioni a livello mondiale in fatto di pesca degli squali si trovano tre stati dell'Unione Europea, tra cui la Spagna.
Lo spinnamento degli squali, noto anche come finning, avviene sugli animali appena pescati ancora vivi che, privati delle pinne, vengono poi ributtati in mare sprofondando verso una morte lenta e terribile. Ora che le Hawaii hanno fatto da apripista la speranza è che molti altri stati, compresi quelli europei, applichino finalmente divieti e regolamenti più severi per tutelare questi meravigliosi e minacciati predatori degli oceani.