Nella località di South Windsor in Connecticut, il fotografo naturalista Doug Gemmel si è trovato ad immortalare una scena davvero particolare con protagonista un esemplare giovanile di aquila di mare testabianca, il famoso rapace simbolo degli Stati Uniti d’America.
Il fotografo, appassionato osservatore di questa specie di uccelli, è riuscito a catturare il momento in cui questo esemplare ha iniziato la sua tipica discesa verso il suolo, distendendo le zampe posteriori per afferrare la sua preda. L’aspetto che ha reso questo momento diverso dal solito riguardava proprio la natura dell’oggetto del desiderio dell’aquila: la preda non è risultata essere un pesce o un piccolo mammifero, animali che fanno naturalmente parte della sua dieta, bensì un pezzo di pizza.
L’altro aspetto interessante dell’episodio riguardava la parte finale. La scena si è conclusa con l’inseguimento della stessa aquila da parte di un gruppo di 3-4 corvi, a sottolineare come il rapace non fosse stato l’unico uccello ad essersi interessato all’insolito pasto.
Questo episodio di natura aneddotica fornisce alcuni spunti di riflessione interessanti riguardanti in primo luogo la plasticità comportamentale delle aquile associata alle loro attività di foraggiamento, già comunque ipotizzabile dati i numerosi esempi in cui uccelli e altre specie animali si adattano e modificano anche i loro stili di vita alimentari qualora si trovino a vivere in ambienti caratterizzati dall’influenza e dalle modificazioni indotte dall’uomo dove si trovano ad aumentare sia le fonti di cibo potenzialmente accessibili, sia la la varietà e la natura degli alimenti stessi.
In secondo luogo, si accompagnano le successive riflessioni legate alla salute e alla conservazione di questi animali, sia dal punto di vista individuale che generale.
Nel momento in cui esemplari giovani iniziano ad associare e ad imparare che a determinati luoghi e in presenza di specifici fattori ambientali corrisponde la presenza di fonti di cibo, magari in presenza di esseri umani (un classico processo di apprendimento associativo), come appunto accade già in numerosissimi esempi dove l'interazione uomo-animali selvatici si basa su questi processi, a ciò potrebbe seguire l'assunzione di stili di vita comportamentali e alimentari differenti dal solito, risultando in un’arma a doppio taglio per la salvaguardia degli animali stessi.
Gli stessi animali potrebbero essere maggiormente esposti a tutta una serie di pericoli, basti pensare ad esempio come potrebbero aumentare i rischi di incidenti diretti o indiretti con l’uomo stesso nel momento in cui un’aquila si abitui a foraggiare in zone in cui la presenza di cibo “a buon mercato” e dunque facilmente accessibile è presente nei centri urbanizzati. Assumere questi “nuovi stili alimentari” potrebbe inoltre essere pericoloso per la salute delle aquile stesse, dato che la loro dieta e la loro biologia di base in generale potrebbe non essere compatibile con la natura dei “nuovi alimenti” di cui imparano a nutrirsi, comportando potenzialmente tutta una serie di problemi.
Inoltre, la scena finale rappresentata da un episodio di competizione inter-specifica per l’accesso a delle risorse alimentari potenzialmente contendibili fra l’aquila e il gruppo di corvi, può essere interpretato come un ulteriore campanello d’allarme che sottolinea come questi eventi andrebbero preferibilmente evitati dato che in un contesto ambientale dove l’interazione fra queste specie selvatiche, senza l’influenza antropica, non sfocerebbe molto probabilmente nella competizione considerando il fatto che questi animali non condividono tendenzialmente le risorse trofiche di cui tipicamente si nutrono.
Pur trattandosi dunque di un episodio dall’eccezionale rarità considerato il tipo di specie, la sua etologia e il “nuovo” comportamento osservato (le aquile di mare testabianca non sono particolarmente note per il grado di plasticità comportamentale associato alle attività di foraggiamento), un fenomeno che quindi desta particolare interesse e curiosità, va sempre sottolineato come a questi episodi debba seguire un’attenta riflessione dello scenario in gioco e della natura dello stesso, valutando cioè l’indice di potenziali pericoli per la conservazione degli animali stessi e le eventuali strategie da adottare per correggere queste situazioni.