Una rara rondine quasi completamente bianca è stata avvistata e fotografata in Salento. Si tratta con tutta probabilità di un individuo affetto da leucismo, una sorta di albinismo incompleto, una particolarità genetica rara che può rendere quasi interamente privo di pigmento e quindi di colore pellicce, piumaggio e squame degli animali. E il merito di questo avvistamento più unico che raro va a Enrico Cortese, birdwatcher e appassionato di fotografia naturalistica che si è imbattuto nel rarissimo individuo.
«Stavo facendo la mia solita passeggiata lungo il litorale di Ugento, quando ho avvistato un gruppetto di rondini posate che si stavano raggruppando e riposando durante la migrazione – racconta a Kodami Enrico Cortese – A un certo punto mi è caduto l'occhio su questo uccello bianchissimo e in un primo momento non avevo capito a quale specie appartenesse. Non credevo ai miei occhi, mi sembrava così assurdo e guardavo e riguardavo le foto, poi però soffermandomi mi sembrava proprio una rondine. E così, grazie all'aiuto di una guida locale, ce l'ha confermato anche l'ornitologo Rosario Balestrieri. Era abbastanza in disparte rispetto alle altre rondini, sembrava quasi come se non fosse integrata con le altre».
Il leucismo, a differenza dell'albinismo, è un'anomalia genetica che inibisce solo parzialmente la produzione di melanina, il pigmento scuro responsabile della colorazione di pelle, peli, occhi e penne. In questo caso, infatti, la rondine non è certamente affetta da albinismo, come dimostra inequivocabilmente sia l'iride colorata, che negli individui albini è invece rossa, che le tipica colorazione rossa delle piume del sottogola.
In natura, di solito, albinismo e leucismo non sono però mutazioni particolarmente vantaggiose per chi le porta, anzi. La mancanza di pigmento aumenta spesso il rischio di tumori e ustioni della pelle e rende quasi sempre gli animali più facilmente visibili agli occhi dei predatori o anche meno riconoscibili dagli individui della propria specie.
«Gli uccelli albini, leucistici o con altre alterazioni cromatiche del piumaggio sono molto ricercati da appassionati e fotografi proprio perché rari, tuttavia hanno purtroppo poche possibilità di sopravvivere e spesso sono selezionati negativamente – spiega invece l'ornitologo Rosario Balestrieri – Sicuramente un animale così chiaro è esposto maggiormente alla predazione, poiché risulta molto più visibile, ma anche rispetto alla selezione del partner la sua vita non sarà probabilmente così semplice. Tutte le peculiarità che caratterizzano la specie, come per esempio le macchie bianche sulla coda usate dalle femmine per valutare e scegliere il partner, su un piumaggio quasi completamente bianco non sono visibili e una femmina potrebbe quindi non riconoscerlo, per cui un soggetto maschio bianco potrebbe essere selezionato negativamente e non riprodursi mai».
In questo periodo, inoltre, le rondini e tanti altri uccelli di tutte le dimensioni, sono nel pieno della migrazione autunnale, che dalle aree riproduttive più settentrionali porterà decine di migliaia di uccelli verso zone più cale e ospitali a Sud, nel caso delle rondine fino ai paesi dell'Africa subsahariana. Per gli uccelli alle prese con la loro prima migrazione, come questa giovane rondine riconoscibile dalla coda, il viaggio è già di per sé estremamente rischioso, ma per un individuo quasi completamente bianco potrebbe addirittura esserlo ancora di più.
«Quasi sempre gli uccelli albini, leucistici con altre aberrazioni cromatiche del piumaggio sono individui giovani, come nel caso di questo individuo – sottolinea Balestrieri – Questo accade perché in questo condizioni hanno davvero poche possibilità di sopravvivere al primo anno di età e quindi di riprodursi. Già normalmente i piccoli passeriformi migratori con piumaggio canonico difficilmente superano il primo anno di vita, cosa che purtroppo per una rondine quasi completamente bianca diventa quindi ancora più difficile».
Nonostante ciò, tutti ci auguriamo però che questa giovane e candida rondine possa riuscire a sopravvivere alle fatiche e alle difficoltà della migrazione e, perché no, tornare magari a farsi vedere con l'arrivo della prossima primavera, quando questi uccelli ritorneranno dall'Africa. Questa sì che sarebbe una storia di tenacia e sopravvivenza ancora più straordinaria.