Le formiche sono insetti sociali particolarmente attenti alla salute e al rischio di malattie che corrono le loro compagne. Possono infatti cambiare la struttura del formicaio per limitare la diffusione di infezioni e addirittura compiere vere e proprie operazioni chirurgiche per salvare la vita a una propria sorella ferita. Tuttavia, alcune regine hanno un modo abbastanza macabro e singolare per prendersi cura delle proprie figlie malate: se le mangiano.
Questo comportamento, per quanto possa sembrare crudele, rappresenta in realtà una strategia di sopravvivenza sorprendente efficace e, in certo senso, sostenibile. Secondo infatti un nuovo studio, recentemente pubblicato su Current Biology, le regine riciclano letteralmente le proprie figlie malate, recuperando energie e nutrimento a costo zero per produrre nuove uova.
Le regine di formica nera (Lasius niger), come molte altre specie, una volta terminato l'accoppiamento con un maschio, fondano una nuova colonia completamente da sole. Soprattutto all'inizio, quando la regnante deve dare alla luce le prime figlie operaie, il futuro e la sopravvivenza della colonia è appeso a un filo, poiché un imprevisto, un predatore o una malattia può facilmente spazzare via l'intera prole.
E così, per ridurre perlomeno ogni minimo rischio di infezione, la regina adotta una strategia tanto inquietante quanto efficace: il cannibalismo delle proprie stesse larve. Per dimostrarlo, i ricercatori hanno esposto alcune regine a larve infettate poche ore prima da un fungo patogeno del genere Metarhizium. Le larve infette erano ormai già spacciate, tuttavia in queste prime ore non erano ancora così contagiose per le altre formiche.
E incredibilmente, le regine hanno cannibalizzato senza troppi rimorsi il 92% delle larve infette, selezionandole accuratamente tra le tante e mangiandole fino a non lasciarne alcuna traccia. Questa sorta di infanticidio entomologico, non serve però solo a ridurre il rischio di infezione per il resto della colonia, ma è anche un modo per recuperare risorse estremamente preziose.
Dopo aver consumato le larve infette, le regine hanno infatti deposto il 55% in più di uova rispetto a quelle che non avevano banchettato con le loro figlie, dimostrando che i nutrienti vengono in un certo senso "riciclati" e riutilizzati per produrre nuove uova. A questo punto sorge però spontanea una domanda: come fanno le regine a non essere infettate a loro volta dal fungo che mangiano?
Nonostante possa sembrare estremamente rischioso mangiare larve infette, nessuna delle regine ha contratto l'infezione. Secondo gli autori, le regine potrebbero produrre una sostanza antimicrobica da una speciale ghiandola sull'addome. Mentre banchettavano con le loro larve, molte sono state infatti viste mentre massaggiavano l'apertura di questa ghiandola, suggerendo che questa sostanza possa contribuire a ridurre il rischio di infezione.
Tuttavia, quando l'infezione raggiunge uno stadio molto avanzato, le larve diventano estremamente contagiose e le regine non le mangiano. In questi casi, preferiscono spruzzare la loro sostanza antimicrobica, cercando di contenere in questo modo l'infezione. Nonostante questo tentativo però, circa l'80% delle regine esposte a larve altamente contagiose, ha comunque contratto la malattia ed è successivamente morta.
Proprio per questo, agire in anticipo attraverso il cannibalismo, prima che l'infezione diventi estremamente contagiosa, è essenziale per la loro sopravvivenza. Curiosamente, queste particolare "cure" rivolte alle larve infette vengono messe in pratica esclusivamente dalle regine, ma non dalle altre formiche che popolano la colonia. E di certo non per buon cuore o mancanza di "sangue freddo".
Le formiche operaie, che frequentano anche l'esterno del formicaio, adottano infatti un'altra strategia per "sbarazzarsi" delle sorelle infette: le trasportano fuori dal formicaio e le abbandonano, evitando così che l'infezione si diffonda. Le regine rinchiuse nel loro regno sotterraneo, sono invece obbligate a trovare soluzioni diciamo più creative per la gestione delle infezioni e delle figlie malate e per assicurare la sopravvivenza e un futuro all'intera colonia.