Un piccolo team di biologi provenienti da Austria, Paesi Bassi, Germania e Finlandia ha appena dimostrato, attraverso uno studio pubblicato su Biology Letters, che alcune formiche possono integrare la loro dieta mangiando afidi per risolvere alcuni loro piccoli problemi di salute, tra cui le pericolose infezioni fungine in grado di proliferare nelle loro colonie e sterminare un grande numero di uova.
La specie studiata dagli scienziati – tra cui Jason Rissanen e Dalial Freitak, dell'Università di Graz – è la ben nota Formica fusca, una delle formiche meglio conosciute dagli entomologi e fra quelle più diffuse in Europa. Questa specie è chiamata anche "formica setosa", poiché le sue pupe sono avvolte da un bozzolo protettivo che sembra quello di un piccolo baco da seta.
Di colore nero e capace di costruire colonie molto numerose, questa specie è però anche conosciuta per l'abitudine di allevare le afidi, sia per scopi alimentari ("mungendoli" e mangiando la loro la melata, un liquido zuccherino di cui le formiche vanno matte) sia per sfruttarli per contrastare patogeni e parassiti.
In questa ricerca, però, gli autori dell'articolo hanno notato un comportamento in teoria controproducente per questa specie, in grado potenzialmente di metterla in serio pericolo durante le stagioni di carestia. Infatti, le formiche possono anche consumare letteralmente parte della popolazione di afidi allevati, un fenomeno che non era mai stato osservato prima, quanto meno all'interno delle popolazioni austriache e baltiche.
Per quanto infatti sia rischioso per le formiche consumare i loro "animali d'allevamento", perché tecnicamente si precludono la possibilità di disporre in futuro di ingenti quantità di risorse, studiando diverse colonie finlandesi Rissan e Freitak hanno infatti notato che questa specie inizia a cibarsi delle afidi principalmente quando viene colpita da infezioni fungine, di cui curiosamente gli afidi sembrano essere immuni.
Quando infatti le formiche soffrono per colpa di un parassita, gli individui contagiati raggiungono le sale in cui sono presenti gli afidi allevati per la melata e cominciano a mangiarli, senza che abbiano ricevuto un segnale chimico da parte della regina o siano stati in qualche modo provocati. E secondo gli autori, le formiche compiono questa scelta perché, mangiando le fibre vegetali accumulate dagli afidi che contengono grandi quantità di perossido di idrogeno, una molecola che può dimostrarsi molto utile per combattere i microrganismi e far regredire le micorrize dei funghi, e che è l'ingrediente principale di quella che genericamente chiamiamo disinfettante o acqua ossigenata.
Per verificare questa teoria, gli scienziati hanno cominciato allora a fornire pasti che presentavano concentrazioni diverse di perossido di idrogeno a centinaia di formiche infette, che dopo essersi abituate all'ambiente sperimentale hanno cominciato in breve tempo a preferire la varietà di cibo che contenevano dosi adeguate del farmaco, che intervallano generalmente con i pasti normali per non rischiare d'intossicarsi.
Adeguate dosi di perossido di idrogeno sembrano quindi essere in grado di aiutare le formiche a sconfiggere i funghi che crescono sui loro corpi e visto che gli afidi, involontariamente, ne accumulano grandi quantità, è probabilmente per questo che le formiche usano questa risorsa abbondante nella loro casa. Questa è comunque la prima volta che un team di ricerca dimostra come le formiche possono andare a caccia di prede in grado di rifornirle genericamente di sostanze che potremmo definire medicinali.
Senza gli afidi, infatti, le formiche setose non potrebbero contrastare gli effetti negativi dell'infezioni fungine e rischierebbero di morire in numero maggiore. Un semplice antimicotico prodotto dal processo di digestione degli scarti vegetali di un altra specie di insetto, consente quindi a questi insetti di sopravvivere a lungo oltre il contagio e di perseguire per una strada – quella dell'allevamento – che gli permette di ottenere quindi numerosi vantaggi.