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14 Maggio 2023
9:31

Le foche sono tornate sulle coste del Belgio: è iniziata la convivenza con l’uomo

Durante la pandemia, a causa del lockdown, molti spazi naturali sono stati riconquistanti dagli animali. E' il caso delle foche che in Belgio hanno ripreso possesso delle coste sabbiose che utilizzano per riposarsi dopo aver passato tanto tempo in mare.

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I cittadini del Belgio dovranno imparare a convivere con le foche. Questi animali, infatti, sono arrivati sulle spiagge del paese utilizzandole come luogo di ristoro per riposarsi e accudire i cuccioli durante le loro prime fasi della vita.

Come mai? Tra il 2020 e il 2022, durante la pandemia, i mammiferi hanno trovato le coste sabbiose completamente libere dalla presenza umana che precedentemente affollava i litorali e ne hanno approfittato.

Il periodo di emergenza dovuto alla diffusione della Covid-19 è finito e con l'arrivo dell'estate si prevede chiaramente il ritorno dei bagnanti che reclameranno il "possesso" della spiaggia. In questo contesto si apre la sfida per i gruppi di protezione degli animali che avranno il compito di educare le persone su come convivere con dozzine di foche che, esattamente come loro, si stanno rilassando sulla spiaggia cullate dal dolce suono delle onde del mare.

Alla fine del secolo scorso non era rimasto quasi nessuno di questi mammiferi marini sulla costa del Belgio, mentre attualmente sono presenti due specie differenti: le foche grigie (Halichoerus grypus) e le foche comuni (Phoca vitulina). Il numero esatto degli esemplari è difficile da definire, ma probabilmente è compreso tra 100 e 200 secondo Kelle Moreau, biologo marino che è portavoce del Royal Belgian Institute of Natural Sciences. Poichè questi animali pesano tra i 165 kg e i 300 kg, è chiaro che se sono presenti, la superficie di costa libera è quasi inesistente.

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Tra gli adulti, inoltre, si possono osservare anche i cuccioli che restano sulla terraferma finché non diventano abbastanza affamati che l'istinto li spinge a spostarsi in mare per nutrirsi. Il "problema" è che, come tutti i piccoli del mondo animale, ispirano tenerezza e i bagnanti sono soliti portargli del cibo. «All'inizio della vita, i cuccioli devono trascorrere alcuni giorni sulla spiaggia finché non hanno fame. Se qualcuno li nutre, non andranno in mare e non impareranno a cacciare», spiega Moreau.

Oltre a questo, bisogna tener conto che le foche che devono essere lasciate in pace perchè altrimenti si stressano molto. E' possibile che, se avvicinate, si rifugino in mare ma, a causa della stanchezza, possano addirittura annegare. Per tenere a bada i bagnanti ed evitare che vengano disturbate, sono state delimitate delle aree ma a volte non è sufficiente.

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Capita infatti che i cittadini vadano a farsi una passeggiata sul mare e si portino con sé i loro cani. Questo non rappresenta una minaccia se sono tenuti al guinzaglio, ma se lasciati liberi è capitato che alcune foche siano state morse e viceversa.

«Le foche si sono abituate a riposare sulle spiagge e le persone sono generalmente felici quando le vedono. Vogliono accarezzarle, fare selfie con loro», afferma Moreau. Alcuni hanno erroneamente pensato che questi mammiferi si fossero inavvertitamente spiaggiati e hanno cercato pure di riportarli verso il mare ma si tratta di animali selvatici che sanno benissimo come comportarsi in natura e che non hanno bisogno dell'intervento umano.

Le persone spesso non sono informate, motivo per il quale compiono erroneamente gesti che secondo il loro punto di vista sono a fin di bene, ma che non causano altro che danni. Per questo motivo è importantissimo informare cittadini, bagnanti, turisti attraverso l'educazione e la divulgazione ambientale per renderli più consapevoli, creando così i giusti rapporti tra l'uomo e le altre specie.

In alcuni casi, tuttavia, le foche necessitano di cure umane dirette. Questo è il compito del centro di riabilitazione delle foche che si trova nell'acquario Sea Life Blankenberge, a circa 20 chilometri da Ostenda, i cui volontari sono impegnati nella salvaguardia degli animali e sono istruiti per aiutarli nella maniera corretta.

Ad esempio, il centro ha curato diversi individui con ferite al collo, probabilmente causate da un tipo di rete da pesca fissa che non è facile per gli animali da evitare. Sono state la causa di dozzine di morti nel 2021 che hanno portato il Belgio a vietarle per la pesca ricreativa. Nel 2022 sono stati contati i resti di 54 esemplari sulle spiagge belghe, la metà però rispetto al 2021: per Moreau è un'indicazione che il nuovo divieto sta funzionando e che gli esseri umani e questi splendidi mammiferi possono trovare il modo di coesistere.

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Alessia Mircoli
Dottoressa Magistrale in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi
Sono laureata in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi e la divulgazione scientifica è la mia passione. Durante il mio percorso ho scoperto il mondo del giornalismo scientifico e ho capito che è la mia strada. Sono estremamente affascinata dalla natura e da tutto ciò che ne fa parte, credo nell’importanza di diffondere un’informazione corretta sugli animali e l’ambiente.
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