Gli insetti impollinatori stanno diminuendo in tutto il mondo a causa dell'urbanizzazione, dei pesticidi e degli effetti negativi legati ai cambiamenti climatici. Tra questi ci sono senza dubbio le api selvatiche (e non quelle da miele, come vi abbiamo raccontato in un episodio di Kodami Zoom), elette spesso come simbolo del drammatico declino degli insetti e quindi oggetto di numerosi progetti di tutela e sensibilizzazione.
Tuttavia, le api non sono gli unici insetti in pericolo, né tantomeno le sole a contribuire in maniera considerevole all'impollinazione di fiori selvatici, ortaggi e colture. C'è almeno un altro gruppo di insetti un po' meno appariscenti e fotogenici che però non riceve la stessa attenzione dei piccoli e colorati imenotteri, anche se la meriterebbe allo stesso modo. Si tratta delle falene, che secondo un nuovo studio pubblicato su Ecologyva Letters, contribuiscono all'impollinazione notturna dei fiori tanto quanto le api durante le ore diurne, ma nonostante ciò vengono trascurate e lasciate spesso fuori dai progetti di conservazione.
I ricercatori guidati da Emilie E. Ellis dell'Università di Sheffield, hanno infatti studiato in che modo l'urbanizzazione minaccia le due principali vie di distribuzione delle polline in città, durante il giorno (con le api selvatiche) e durante la notte (con le falene). Hanno così scoperto che le falene svolgono un ruolo cruciale nel tenere in vita le comunità vegetali urbane, rappresentando addirittura un terzo di tutti gli impollinatori per fiori, frutta e alberi, molto più di quanto ipotizzato in precedenza.
Api e falene, tra l'altro, preferiscono visitare fiori e specie botaniche molto differenti tra loro, contribuendo così a mantenere ancora più diversificate le comunità vegetali delle nostre città. Tuttavia, dai risultati emersi da questo studio, secondo i ricercatori l'urbanizzazione incontrollata riduce la diversità del polline trasportato tanto dalle falene che dalle api, il che significa che gli impollinatori urbani potrebbero avere a disposizione sempre meno risorse alimentari per poter sopravvivere.
Per di più, per gli esperti la minaccia crescente dell'urbanizzazione è un pericolo addirittura maggiore per le falene, che a differenza delle api possiedono cicli biologici molto più complessi – basta pensare ai vari stadi della metamorfosi per passare da bruco ad adulto – e maggiormente vincolati ad alcune piante o alcuni fiori. Le falene, quindi, non solo sono importanti impollinatori tanto quanto le api, ma sono persino a maggiore rischio degli imenotteri in ambiente urbano.
Eppure, questi lepidotteri notturni quasi mai vengono presi in considerazione nei progetti di pianificazione urbana, o in quelli di tutela e conservazione degli insetti in città, come lo sono per esempio l'installazione di bug hotel o la piantumazione di specie botaniche utili e attraenti per le api. Ma perché tanta differenza? Secondo gli autori, le persone generalmente non apprezzano le falene, che quindi vengono trascurate e dimenticate anche dagli addetti ai lavori.
Spesso inoltre le falene sono molto meno colorate delle api, sono più elusive e soprattutto notturne. Tutto ciò contribuisce a renderle meno visibili, anche se le popolazioni di falene in tutto il mondo sono drasticamente diminuite negli ultimi 50 anni un po' come tutti gli insetti. Del resto, non è l'unico gruppo animale poco carismatico e quindi trascurato anche dal mondo della conservazione. Negli ambienti accademici si discute ormai da anni sul fatto che solamente gli animali più iconici, belli e vicini a noi ricevono attenzioni e tutele a sufficienza, mentre buona parte della biodiversità invertebrata viene perlopiù dimenticata.
Secondo gli autori, quindi, quando si pianificano gli spazi verdi delle città per tutelare anche la fauna urbana, sarebbe necessario prestare molta più attenzione per garantire maggiore diversità vegetale a sostegno sia delle falene che delle api, aiutando così anche i lepidotteri notturni a far fronte alle sfide che la crisi climatica e la continua pressione antropica li costringerà ad affrontare.