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20 Dicembre 2023
12:38

Le estinzioni oscure causate dall’uomo: spariti il doppio degli uccelli stimati finora

Un nuovo studio ha stimato che per colpa dell'uomo si sono già estinte circa 1400 specie di uccelli, un numero doppio rispetto a quanto creduto fino a oggi. Una specie su nove tra tutte quelle esistenti è ormai già persa per sempre e non lo sapevamo.

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Un nuovo studio pubblicato su Nature Communication ha recentemente svelato una cifra inattesa e parecchio allarmante: l'essere umano ha già provocato l'estinzione di circa 1.400 specie di uccelli, il doppio di quanto si pensasse fino a oggi. Significa che una specie su nove tra tutte quelle esistenti è ormai già persa per sempre e perciò questa scoperta ha profonde implicazioni per la crisi della biodiversità che stiamo vivendo. Con quasi 11.000 specie conosciute, gli uccelli sono tra i gruppi animali più numerosi e meglio studiati, ma nonostante ciò sappiamo poco o nulla sulle specie preistoriche, poiché raramente questi animali lasciano tracce fossili.

Sappiamo però che molte delle isole del mondo erano fino a non molto tempo fa dei paradisi incontaminati ricchi di biodiversità, ma purtroppo con l'arrivo dell'uomo in luoghi come le Hawaii, Tonga, le Mascarene e le Azzorre hanno subito, in pochi anni, gli effetti devastanti delle attività umane, tra cui deforestazione, caccia indiscriminata e l'arrivo di specie aliene invasive. Risultato, tante specie endemiche di uccelli sono state spazzate via in pochissimo tempo. Tutto questo è accaduto a partire dal 1500 ed è una storia ben documentata. Tutto ciò che invece è accaduto prima, si basa invece soprattutto sui fossili, che purtroppo per gli uccelli sono molto limitati, poiché le loro ossa cave e leggere si disgregano rapidamente non lasciando tracce.

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Le estinzioni degli uccelli seguono il cammino dell’uomo sul nostro Pianeta. Immagine da Cooke eta al., 2023

Per provare a colmare queste lacune, i ricercatori del Centre for Ecology & Hydrology (UKCEH), in Gran Bretagna, hanno utilizzato sofisticati modelli statitici per stimare tutte le estinzioni di uccelli che non hanno lasciato traccia e che sono quindi rimaste nascoste fino a oggi. Con il risultato che ora i ricercatori ritengono che circa 1.430 specie di uccelli, ovvero quasi il 12% del totale, sono scomparse nel corso della storia umana moderna a partire dal Pleistocene superiore, circa 130.000 anni fa. E gli stessi autori sottolineano che la stragrande maggioranza di queste specie sono scomparse direttamente o indirettamente a causa delle attività umane.

Il primo autore di questa nuova ricerca, Rob Cooke del UKCEH, ha così commentato: «Il nostro studio dimostra che l'impatto umano sulla diversità avifaunistica è stato molto più elevato di quanto si pensasse in precedenza. Gli esseri umani hanno devastato rapidamente le popolazioni di uccelli attraverso la perdita di habitat, lo sfruttamento eccessivo e l'introduzione di ratti, maiali e cani, che hanno cacciato piccoli e uova e che sono entrati in competizione con gli uccelli per le risorse. Moltissime specie si sono estinte ben prima della documentazione scritta e non hanno quindi lasciato nessuna traccia, perdendosi per sempre nella storia».

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Un’immagine generata dall’intelligenza artificiale ipotizza l’aspetto di alcune specie estinte. Immagine di UKCEH

Documenti scritti e fossili mostrano con certezza che almeno 640 specie di uccelli si sono estinte a partire dal Pleistocene superiore e che il 90% di queste viveva su piccole isole abitate da esseri umani. Tra queste ci sono l'iconico dodo di Mauritius, l'alca impenne dell'Atlantico settentrionale e l'upupa gigante dell'isola di Sant'Elena. Tuttavia, si tratta di un dato sicuramente parziale che però è servito ai ricercatori per calcolare che ci sono state almeno altre 790 estinzioni di cui non sapevamo nulla, per un totale quindi di circa 1.400 specie di uccelli. Søren Faurby dell'Università di Göteborg e coautore dello studio, ha infatti commentato: «Queste estinzioni storiche hanno importanti implicazioni per l'attuale crisi della biodiversità».

Aggiungendo: «Il mondo potrebbe non solo aver perso molti uccelli affascinanti, ma anche i loro vari ruoli ecologici, che probabilmente includevano funzioni chiave come la dispersione dei semi e l'impollinazione. Tutto questo ha avuto sicuramente effetti devastanti a cascata sugli ecosistemi e oltre agli uccelli abbiamo sicuramente perso molti altri animali e piante che dipendevano da queste specie per sopravvivere». Gli stessi autori, credono inoltre di aver scoperto il più grande evento di estinzione di vertebrati causato dall'uomo nella storia e che è avvenuto nel XIV secolo. Ben 570 specie di uccelli si sono infatti estinte dopo l'arrivo degli esseri umani nell'Oceano Pacifico orientale, per esempio alle Hawaii e alle Isole Cook, con un tasso di estinzione quasi cento volte quello naturale.

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Specie di uccelli estinti recentemente a causa delle attività umane

Un altro importate evento di estinzione su larga scala è avvenuto anche nel IX secolo a.C., e non dobbiamo dimenticare che anche ora siamo nel bel mezzo di una nuova estinzione di massa cominciata più o meno verso la metà del 1700. Da allora, infatti, fenomeni come la perdita di habitat, la deforestazione e la diffusione di specie invasive sono aumentate vertiginosamente e a queste si sono aggiunte nuove minacce provocate sempre dalle attività umane come l'inquinamento, l'agricoltura intensiva e i cambiamenti climatici. Studi precedenti, suggeriscono infatti che nei prossimi decenni rischiamo di perdere altre 700 specie di uccelli, che sommate a quelle già estinte, disegnerebbero un quadro drammatico e senza precedenti il cui unico autore è Homo sapiens.

Lo stesso Cook però sottolinea: «Sta a noi decidere se altre specie di uccelli si estingueranno o meno. La conservazione ha già salvato diverse specie e ora dobbiamo aumentare i nostri sforzi per proteggere altri uccelli, attraverso soprattutto il ripristino degli habitat insieme alle comunità locali». Vi abbiamo infatti già raccontato storie di conservazione di successo, come quella del buffo pappagallo notturno kākāpō oppure quella del takahē, uccelli neozelandesi riportati indietro dal baratro dell'estinzione. Per garantire però che i risultati delle azioni di tutela di specie e habitat siano durevoli e più ampi, occorre aumentare questi sforzi lavorando in maniera sinergica e con maggiore impegno per garantire un futuro alla biodiversità del nostro Pianeta.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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