Il contatto visivo è fondamentale per l'interazione sociale tra umano e cane. Uno studio del 2013 "Paedomorphic Facial Expressions Give Dogs a Selective Advantage" ha osservato come lo sguardo del cane abbia un’influenza sul comportamento dell’uomo. Nello specifico, è stato visto che lo sguardo “tenero” che richiama la morfologia del viso di un cucciolo ha un impatto maggiore sulle adozioni in un canile.
Lo studio svolto con i cani di canile
Nello studio che descriviamo oggi, i ricercatori hanno analizzato l’adozione dei cani ospitati in un rifugio come “selezione” da parte delle persone ed hanno messo in relazione il tempo trascorso in canile con i movimenti muscolari della fronte e degli occhi del cane che generano le espressioni facciali pedomorfiche.
Per lo studio, le espressioni facciali dei cani sono state codificate con il Facial Action Coding System -FACS-, un sistema anatomico che identifica i cambiamenti delle espressioni del viso associate al movimento muscolare sottostante.
Gli studiosi hanno osservato che i cani che producevano un'alta frequenza di questo movimento facciale erano adottati più rapidamente.
Questo studio, tramite la selezione dei cani nel contesto rifugio che emula il processo di selezione durante l'evoluzione del cane domestico, suggerisce che le caratteristiche pedomorfe presentano un vantaggio selettivo nella convivenza umano-cane.
È interessante evidenziare che, nello studio, lo scodinzolamento e la ricerca di attenzioni da parte dei cani non sono risultati associati ad una maggiore velocità delle adozioni, nonostante siano fattori che comunemente si ritiene indichino un temperamento amichevole. Questo conferma ulteriormente la crescente evidenza che la selezione indiretta data dalle preferenze sensoriali umane (in particolare la preferenza per le caratteristiche facciali giovanili) è stata particolarmente potente nella domesticazione, ancora più che gli indicatori di temperamento e socialità.
La domesticazione e il pedomorfismo
La domesticazione del lupo è nata con il sorgere della civiltà umana, tuttavia i primi passi di questo processo non sono ancora stati completamente compresi dagli studiosi. L'ipotesi fino ad ora più accreditata suggerisce che i lupi abbiano subito un processo di auto-domesticazione tollerando la presenza umana e agendo da “spazzini” nei dintorni degli insediamenti umani.
Durante il lungo processo di domesticazione, il cane si è allontanato dal lupo in vari aspetti; uno dei più sorprendenti è il pedofismo. Le caratteristiche fisiche e comportamentali che richiamano la morfologia del cucciolo sembrano essersi evolute in risposta alle preferenze umane.
Oltre alle classiche caratteristiche legate al muso più corto e il cranio più ampio, le caratteristiche facciali pedomorfe possono essere ulteriormente migliorate attraverso l'uso di contrazioni muscolari che sollevano la fronte per aumentarne l'altezza apparente e che accentuano la dimensione apparente degli occhi.
Uno studio del 2019 ha dimostrato come la domesticazione abbia trasformato l'anatomia dei muscoli facciali dei cani per influenzare la comunicazione con gli esseri umani. Le dissezioni anatomiche svolte in questo studio hanno potuto dimostrare che il cane, a differenza del lupo, presenta i muscoli elevatori dell’angolo mediale e laterale dell’occhio, che ne permettono un aumento apparente delle sue dimensioni.
Le altre ipotesti che vanno in parallelo al pedomorfismo
Negli esseri umani, il movimento muscolare facciale che corrispondente a quello studiato nel 2013, caratterizza le espressioni dell’emozione della tristezza. È possibile, quindi, che gli adottanti reagissero non solo al pedomorfismo, ma anche alla sensazione di tristezza percepita nei cani in cerca di adozione.
Un'altra ipotesi è che le persone siano influenzate dall'aumento della visibilità della sclera (parte bianca dell’occhio) nei cani che svolgono questi movimenti. La sclera visibile è un tratto proprio dell’umano praticamente unico nel regno animale e quando diventa evidente negli animali richiama a tratti antropici.
Non è chiaro, tuttavia, se queste ipotesi hanno un effetto così potente sul comportamento umano di preferenza e selezione e rimangono quindi possibilità complementari rispetto a un'alternativa.
I risultati di questo studio possono essere trasferibili ad altri contesti, come la pratica d'allevamento e la proliferazione di alcune razze come i brachicefali e sono di rilevante interesse per comprendere e migliorare il nostro atteggiamento nei confronti dei cani.