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31 Luglio 2024
14:29

Le dure reazioni di politica e associazioni all’abbattimento dell’orsa KJ1

L'abbattimento dell'orsa KJ1 in Trentino ha scatenato nuove polemiche e critiche da parte di politici e associazioni animaliste, evidenziando ancora una gestione controversa della convivenza dei grandi carnivori da parte della Provincia Autonoma di Trento.

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L'orsa KJ1 è stata abbattuta in un'operazione lampo voluta dal presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, nella mattinata del 30 luglio, subito dopo un decreto firmato nella notte immediatamente precedente. L'uccisione della femmina più anziana del Trentino, responsabile del ferimento di un turista avvenuto il 16 luglio scorso, ha inevitabilmente scatenato un'ondata di reazioni da parte di esponenti politici, associazioni animaliste e cittadini, mettendo in evidenza un problema annoso ed estremamente complesso legato alla gestione della popolazione ursina da parte della PAT.

L'abbattimento dell'orsa KJ1 non è infatti un episodio isolato, ma solo l'ultimo di una serie di interventi controversi che hanno caratterizzato la politica di gestione dei grandi carnivori in Trentino, cominciata con l'abbattimento di M90 che, come avevamo scritto e sottolineato ancora una volta, è il simbolo di quello che sta continuando ad accadere, e soprattutto con la tragica morte di Andrea Papi dopo lo sfortunato incontro con l'ora JJ4, ancora rinchiusa al Centro Faunistico del Casteller, alle porte di Trento.

Questa ennesima scelta controversa ha sollevato una dura critica da parte di molti. Ha parlato anche il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, di nuovo però a cose fatte. Il titolare del dicastero ha dichiarato: «L'ho già detto al presidente Fugatti: la soppressione dei singoli orsi non è la soluzione del problema». Secondo il Ministro, ci troviamo di fronte agli effetti di una scelta incauta di 25 anni fa, legata allo sfruttamento turistico dell'orso. «Ho richiesto a Ispra di darmi un piano di sterilizzazione nel più breve tempo possibile. Il problema degli orsi in Trentino è molto più grande della soppressione dell'orsa Kj1».

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La politica trentina è stata travolta da altre numerose accuse di crudeltà e mala gestione. La presidente dell'Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell'ambiente Michela Vittoria Brambilla ha espresso così il suo sdegno: «Il presidente della Provincia di Trento ha dato prova di crudeltà, di arroganza e di impotenza». Questa condanna si unisce a quella della senatrice Michaela Biancofiore, che ha criticato duramente l'operato di Fugatti: «Un amministratore è chiamato a ragionare e non a sollecitare e soddisfare gli istinti più bassi e pericolosi… Sterminare gli orsi non è la soluzione, bene il Ministro Pichetto Fratin che ha richiamato Fugatti».

Naturalmente, anche le associazioni animaliste che si sono battute per scongiurare l'uccisione dell'orsa, non sono rimaste in silenzio. L'ENPA ha depositato una denuncia presso la procura della Repubblica di Trento contro Fugatti per violazione dell'articolo 544 bis del Codice penale, mentre LAV ha annunciato l'intenzione di fare lo stesso, sottolineando attraverso le parole di Massimo Vitturi, dell'area selvatici dell’associazione, di essere «pieni di dolore e rabbia e siamo davvero preoccupati per i cuccioli e per questa furia orsicida che non si ferma! Fugatti e la sua Giunta sfogano sugli orsi la loro incapacità politica di favorire una convivenza pacifica».

Anche OIPA ha espresso un profondo sconforto, affermando che «Fugatti non si ferma davanti a nulla: né davanti alle istanze delle associazioni protezionistiche… né davanti alle azioni legali delle associazioni», aggiungendo poi che «presiedere una Provincia autonoma non significa avere carta bianca sulla vita e la morte della fauna, bene demaniale, patrimonio dello Stato, cioè di tutti. Gli animali sono esseri senzienti da rispettare e tutelare e non oggetti da rimuovere. Una volta di più Fugatti dimostra di portare avanti una "strategia antiorso" non rispettosa della vita animale e della biodiversità, tutelata da leggi nazionali e anche dall’articolo 9 della Costituzione».

Gli avvocati di LNDC Animal Protection, Michele Pezone e Paolo Letrari, hanno raccontato come l'associazione fosse vigile, pronta a impugnare ogni nuovo provvedimento: «Siamo rimasti vigili e infatti abbiamo immediatamente intercettato questo nuovo provvedimento emesso da Fugatti… A questo punto, visto che Fugatti non rispetta le decisioni della giustizia amministrativa, ci rivolgeremo alla Procura con una denuncia penale». La presidente Piera Rosati ha poi aggiunto: «KJ1 è stata giustiziata in modo arrogante e vigliacco, approfittando del fatto che era radiocollarata. Questo strumento, che consentiva di conoscere la sua posizione, poteva essere usato per interdire facilmente alle persone le zone da lei frequentate… Oggi abbiamo perso tutti. Ha perso KJ1 pagando con la sua vita. Ha perso l’ambiente. Ha perso lo stato di diritto».

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Questo evento non solo mette in evidenza ancora una volta le profonde spaccature tra le istituzioni, parte dei cittadini e le associazioni di tutela animale, ma mette in luce nuovamente anche una gestione dei grandi carnivori che necessita chiaramente di una revisione urgente e molto più strutturata. L'abbattimento dell'orsa KJ1 rappresenta infatti soprattutto un sintomo e non la soluzione a un problema di convivenza che è molto più ampio e che richiede soluzioni complesse e il più possibile rispettose della vita animale e della biodiversità.

Gli abbattimenti, per quanto previsti dal PACOBACE (il Piano d'Azione interregionale per la conservazione dell'Orso bruno sulle Alpi centro-orientali) sono solo l'ultimo e il più estremo dei possibili interventi gestionali, da attuare evidentemente in condizioni di estrema emergenza. Cosa è stato fatto invece per la gestione ordinaria della convivenza tra orsi e attività umane? In che modo cittadini e turisti (comprensibilmente preoccupati) vengono preparati ed educati a vivere in un territorio in cui ci sono gli orsi? È stato fatto il possibile per segnalare e monitorare gli orsi e regolare l'accesso nelle aree più a rischio?

Queste sono solo alcuni dei temi che andrebbero affrontati ogni giorno, non solo quando avvengono incidenti, o peggio ancora tragedie. La gestione, soprattutto quella della popolazione e delle attività umane in un territorio abitato dagli orsi, deve essere la priorità. Uccidere orsi a fatti ormai compiuti, non è e non potrà mai essere una soluzione a un problema così tanto complesso. Il dibattito resta dunque aperto e l'attenzione rimane alta su come verrà gestita in futuro la delicata questione degli orsi in Trentino e su quale sarà il futuro dei tre piccoli orsi rimasti ora senza mamma.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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