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30 Luglio 2021
13:30

Le cornacchie capiscono il concetto del numero zero

La mente dei corvidi continua a stupire per abilità e capacità cognitive. Un gruppo di ricerca dell'università tedesca di Tubinga ha infatti scoperto che le cornacchie nere sono in grado di comprendere il concetto astratto di zero, riuscendo persino a collocarlo su una linea numerica mentale in posizione precedente al numero uno.

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Le straordinarie capacità cognitive dei corvidi, la famiglia di uccelli che comprende gazze, corvi, ghiandaie, cornacchie e molte altre specie, sono note da tempo. Insieme ai pappagalli sono infatti tra i pochi uccelli in grado di apprendere ed esprimere i comportamenti incredibilmente complessi e sofisticati. Usano strumenti, stringono amicizie, riconoscono i volti umani e possiedono personalità uniche che cambiano in base all'esperienza individuale. Tutte capacità che un tempo erano a considerate esclusive di noi primati e pochi altri animali. Ciononostante ancora oggi continuano a sorprenderci con nuove e sorprendenti abilità. Un gruppo di ricerca dell'università tedesca di Tubinga ha scoperto che sono persino in grado di comprendere il concetto astratto dello zero numerico, nonostante il loro cervello sia evolutivamente molto distante dal nostro. Lo studio, effettuato sulle comuni cornacchie nere (Corvus corone), è stato pubblicato sulla rivista Journal of Neuroscience.

Quattro, tre, due, uno… zero!

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Le cornacchie nere sostituiscono quelle grigie nei paesi dell’Europa centrale e occidentale

Per provare a capire fino a che punto i corvidi sono in grado di contare e padroneggiare concetti astratti come un insieme vuoto, i ricercatori hanno addestrato due maschi di cornacchia nera, la specie gemella di quella grigia che vive nelle nostre città, a interagire con due monitor posti di fronte a loro. Sugli schermi venivano proiettate delle immagini contenenti un numero di punti neri su sfondo grigio che andavano da zero a quattro. Le cornacchie addestrate dovevano contare i punti presenti in entrambe le immagini e beccare lo schermo o muovere la testa solamente se combaciavano numericamente. Quando invece il numero di punti tra le due immagini non corrispondeva dovevano restare immobili. Mentre i corvidi "giocavano" con gli schermi gli scienziati hanno monitorato costantemente le loro attività cerebrali.

Uno studio precedete molto simile, aveva infatti già dimostrato che nel cervello dei corvidi si attivano particolari aree associate ai numeri, con specifici neuroni che si "accendono" per i numeri uno, due, tre e quattro. L'esperimento precedente era del tutto simile a questo, ma stavolta era presente anche l'insieme vuoto, il numero zero. Gli scienziati sono riusciti a dimostrare che le cornacchie nere possiedono specifici neuroni che si attivano anche per il numero zero. Un risultato sorprendente, considerando che il concetto di vuoto o nulla è estremamente astratto, e solo una piccola manciata di specie ha dimostrato di essere in grado di padroneggiarlo. Ma c'è persino di più.

La linearità dei numeri per le cornacchie

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Come le cugine grigie, anche le cornacchie nere si sono adattate alla perfezione alla vita in città

Quando le due cornacchie sbagliavano a fare i conti, la maggior parte delle volte il loro errore era nell'ordine di grandezza di uno. Confondevano, per esempio, le immagini con quattro punti con quelle che ne avevano tre, oppure quelle che ne avevano uno con due, dimostrando di essere in grado di comprendere anche il concento di linearità e successione degli ordini di grandezza.

La cosa però più sorprendente di tutte è stata osservare che anche l'insieme vuoto veniva confuso più spesso con i numeri uno o due. Secondo i ricercatori questo dimostra che sono persino in grado di posizionare lo zero su una linea numerica mentale in posizione precedente ai numeri più piccoli. Le cornacchie sembrano quindi essere in grado di capire che il "nulla" è in realtà "qualcosa" di più piccolo e precedente al numero uno.

I risultati di questo studio sono ancora più straordinari se consideriamo le differenze anatomiche tra il cervello degli uccelli e quello dei mammiferi. Le due linee evolutive si sono separate almeno 320 milioni di anni fa, ma nonostante ciò gli uccelli sono stati comunque in grado di sviluppare in maniera indipendente capacità cognitive convergenti paragonabili a quelle di noi primati, come appunto la comprensione del concetto di zero. Il tutto, tra l'altro, senza nemmeno avere la neocorteccia, la parte del cervello che in noi mammiferi è coinvolta, tra le altre cose, nei processi cognitivi e sensoriali. Solo il tempo ci dirà quali altri confini riusciranno a superare i corvidi e le loro straordinarie menti.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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