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2 Agosto 2022
15:39

Le condizioni degli animali nei circhi, le leggi e la necessità di maggiori controlli

Se già la vita è difficile per gli ospiti forzati dei circhi durante il periodo di spettacolo, le cose per loro si complicano ulteriormente durante gli spostamenti nei rimorchi che li ospitano.

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Il mondo del circo è da molto tempo sotto osservazione per le modalità di detenzione degli animali, con particolare riguardo proprio alla caratteristica di mettere in scena spettacoli itineranti, con continui spostamenti che creano non pochi problemi agli animali obbligati a vivere in questo tipo di realtà.

Sono tante le accuse di maltrattamento nei confronti degli animali che nascono intorno alle attività circensi e che riguardano quasi sempre proprio le condizioni di detenzione piuttosto che quelle di addestramento, anche perché quest’ultimo avviene solitamente lontano da occhi indiscreti.

Il circo con animali è una delle attività meno regolamentate nel panorama di quelle che detengono o impiegano animali vivi, dagli allevamenti agli zoo. La principale norma che disciplina i vari settori è decisamente datata: la legge 337 del 1968, che nulla dice sulle condizioni minime di detenzione degli animali e che, su questo punto, non è stata minimamente intaccata dalla cosiddetta "direttiva zoo". Una norma, quest'ultima, voluta dall’Unione Europea per regolamentare numerosi aspetti sulle modalità di gestione dei giardini zoologici e dei parchi faunistici.

Gli animali dei circhi, in attesa che trovi concretizzazione la normativa che in futuro (forse) ne vieterà impiego e detenzione anche in Italia, possono contare solo sulle direttive emanate dalla Commissione Scientifica della CITES che, nel tentativo di colmare un vuoto normativo assordante ha deciso in autonomia di fornire delle indicazioni che sono diventate l’unico, seppur striminzito, punto di riferimento dove venga considerato il benessere degli animali ospitati nei complessi circensi. Proprio in questi giorni, come nel 2019, il Parlamento ha approvato la nuova legge delega per il progressivo superamento della presenza di animali nei circhi, che si spera possa trovare un'applicazione reale in tempi ragionevoli.

Ad oggi quindi si deve ancora evitare che la legge 337/68 sia una sorta di lasciapassare per ogni tipo di detenzione, considerando che questa norma, a carattere speciale, limita l’applicazione della norma ordinaria, che ha inserito nel nostro ordinamento i delitti di uccisione e maltrattamento di animali (legge 189/2004).

Fortunatamente la giurisprudenza di Cassazione ha più volte ribadito che quanto previsto dalle leggi speciali costituisce una sorta di “zona franca”, ma solo fino a quando gli operatori si mantengono all’interno del perimetro dei comportamenti ritenuti leciti dalla norma speciale. Questo nonostante quanto disposto dall’articolo 3 della legge 189/2004 che testualmente recita “Le disposizioni del titolo IX-bis del libro II del codice penale non si applicano ai casi previsti dalle leggi speciali in materia di caccia, di pesca, di allevamento, di trasporto, di macellazione degli animali, di sperimentazione scientifica sugli stessi, di attività circense, di giardini zoologici, nonché dalle altre leggi speciali in materia di animali (…)”.

La decisione presa dal legislatore nell’approvare questo articolo, per quanto riguarda i circhi, manca di qualsiasi presupposto logico, considerando che le norme sullo spettacolo viaggiante non fanno alcun riferimento alle condizioni di benessere minimo che devono essere garantite agli animali.

I circhi proprio per la loro caratteristica itinerante sono, da sempre, sottoposti a moltissimi controlli sulla loro attività, che soltanto molto raramente si traducono in verifiche sullo stato di detenzione degli animali, sulla compatibilità delle strutture che li ospitano con le loro necessità e sul fatto che possano disporre di strutture migliorative della loro qualità di vita, almeno una volta che saranno installati nelle aree concesse dai Comuni. Strutture alternative ai carrozzoni che dovrebbero, almeno in via teorica, compensare le ristrettezze a cui sono sottoposti gli animali durante gli spostamenti: un fatto di cui si parla troppo poco ma che dovrebbe essere oggetto di serie valutazioni.

Se già la vita è difficile per gli ospiti forzati dei circhi durante il periodo di spettacolo, le cose per loro si complicano ulteriormente durante gli spostamenti nei rimorchi che li ospitano che devono essere in grado di percorrere la rete stradale italiana: questo significa giraffe che viaggiano coricate o con il collo abbassato per poter superare i ponti, elefanti legati per evitare spostamenti dei pesi durante la marcia, felini ristretti in gabbie piccolissime. Con tutti i disagi supplementari causati dalle avversità climatiche che devono subire durante tutte le stagioni.

La realtà è che solo pochi organi di controllo conoscono la reale vita degli animali nei circhi, mentre molti pensano che siano autorizzati per legge, proprio in virtù di quella legge speciale che nulla dice sugli animali. Così ad ogni controllo poco succede anche se occorre sapere che un circo per poter fare spettacolo deve essere collaudato e autorizzato in ogni piazza, Comune dopo Comune, in tutti i suoi spostamenti. Spetta farlo a apposite commissioni che, a seconda della capienza del tendone, possono essere comunali oppure provinciali, ma che prevedono sempre la presenza di veterinari pubblici, Vigili del Fuoco e Polizia Locale che devono esprimere un parere positivo perché venga concessa l’agibilità. Un controllo che permetterebbe, in linea teorica, di evitare abusi e condizioni eccessivamente afflittive, ma che di fatto si traduce quasi sempre in una semplice operazione di routine. A meno che non accade un incidente o qualche forza di polizia, più attenta di altre, magari sulla base di denunce ricevute dalle associazioni, si attiva per denunciare le inadempienze.

Le norme per migliorare le condizioni di vita degli animali ci sono e la maggioranza dei circhi, se venissero fatte applicare con rigore, avrebbe difficoltà ad attendarsi. Ma è evidente che è necessaria maggiore cultura, volontà politica e la presenza di qualcuno che queste norme le  conosce davvero e che le applichi.

Nel frattempo il più grande complesso circense degli USA, il famoso circo Ringling Bros, Barnum & Bailey, dopo aver chiuso sotto il fuoco di fila delle associazioni per i diritti degli animali ha appena annunciato di voler riprendere dal 2023 gli spettacoli, che saranno tutti senza presenza di animali: un segno di intelligenza e dei tempi che cambiano anche per i colossi del settore.

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Ermanno Giudici
Esperto in diritti degli animali
Mi occupo di animali da sempre, ricoprendo per oltre trent’anni diversi ruoli direttivi in ENPA a livello locale e nazionale, conducendo e collaborando a importanti indagini. Autore, formatore per le Forze di Polizia sui temi dei diritti degli animali e sulla normativa che li tutela, collaboro con giornali, televisioni e organizzazioni anche internazionali.
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