Le coccole sono il simbolo di un cambiamento profondo che si sta compiendo oggi all’interno della relazione uomo-cane. Sono l’espressione concreta di quell’amore che ha saputo rompere, dopo secoli di separazione, gli argini di specie, dando vita ad una rivoluzione zooantropologica di cui probabilmente dobbiamo ancora comprenderne la portata. In passato alcuni contadini, cacciatori e pastori, avranno sicuramente amato i propri cani, come facciamo noi oggi. Tuttavia, fino a pochi decenni fa, non era culturalmente concesso al cane di far parte della nostra intimità né tantomeno gli veniva richiesto di ricoprire un ruolo strategico all’interno dell’economia affettiva familiare. Cosa che invece oggi accade regolarmente.
Fare le coccole al cane è giusto o sbagliato?
Fare le coccole è sicuramente giusto e fa bene alla nostra relazione con il cane. Piace anche a noi umani essere coccolati da chi ci ama. Ci fa sentire importanti ed apprezzati. Dobbiamo ammettere però che la cosa non è sempre così lineare. Quando le coccole non vengono fatte al momento giusto possono essere anche percepite come un'invasione di privacy. Il contatto fisico-affettivo infatti può irritare ed essere respinto con decisione. Non si tratta dunque di sapere solo dove, in quali parti del corpo, accarezzare un cane ma comprendere quando farlo e se farlo. Questo diventa ancor più determinante se l'obiettivo non sarà semplicemente quello di fare le carezze ma qualcosa di più profondo come il fare le coccole.
Quando fare le coccole al cane
Quando si parla di comportamenti sociali e di dinamiche relazionali non esistono regole fisse ma solo grandi punti di riferimento. Il primo tra i quali è: fare le coccole al cane solo quando ne ha voglia.
Come facciamo però a riconoscere in lui tale disponibilità? Dobbiamo conoscere il cane con cui ci stiamo relazionando e per farlo sarà opportuno seguire alcune coordinate:
- Evitare aspettative che ci possano indurre a forzare tempi e spazi dell’interazione;
- Trascorrere almeno qualche minuto con il cane prima di interagire fisicamente. In alcuni casi per farlo saranno necessarie ore o giorni;
- Comprendere il linguaggio del cane per riconoscerne le emozioni e carpirne le intenzioni prima che le traduca in azioni;
- Essere consapevoli del fatto che il cane non è obbligato ad accettare sempre di buon grado il nostro contatto fisico.
Mi è capitato spesso, in veste di istruttore cinofilo e consulente relazionale, di dover far fronte a situazioni di crisi dove un componente della famiglia è stato morso al volto dal cane di casa. L’azione aggressiva statisticamente più diffusa si compie ai danni della persona attraverso ferite al naso e al labbro superiore. La localizzazione della morsicatura è importante in quanto costituisce un chiaro indizio della dinamica dell’aggressione.
Il copione è quasi sempre lo stesso: l’animale si trovava a riposare sulla sua cuccia o sul divano quando, in uno slancio improvviso d’affetto, qualcuno si è avvicinato al suo muso per dargli un bacio. Con questo non si intende legittimare un cane che morde perché disturbato in un momento di relax. Allo stesso modo però sembra assurdo che un adulto non sia in grado istintivamente di valutare se in quella determinata circostanza sia il caso di toccare ed accarezzare il cane.
Nel bilancio di una buona relazione sarà importante circoscrivere il momento delle coccole ad alcuni rituali. Quello affettivo, in particolare, non potrà essere costruito a tavolino ma dovrà emergere spontaneamente nella quotidianità di una relazione transpecifica che si basi sulla fiducia ed il rispetto reciproco. Il cane tende a cercare il contatto con i membri del gruppo umano in determinati momenti della giornata:
- Al risveglio mattutino;
- Dopo un lungo riposo nel quale abbia raggiunto la fase del sonno profondo;
- Dopo il pasto serale;
- Prima di andare a dormire;
- In un momento di privacy e relax durante una passeggiata.
Cosa rappresentano le coccole per il cane
Le coccole non sono semplici carezze. "Fare le coccole" è un’espressione di uso comune attraverso la quale definiamo genericamente tutte le interazioni fisiche con il cane. Sarebbe più giusto invece circoscriverne l’uso riferendoci a:
- Un contatto intimo ed esclusivo con un soggetto che conosciamo;
- Una sequenza di gesti, coreografie e sguardi d’intesa;
- L’uso di toni di voce intimi che evocano la dimensione affettiva;
- L’utilizzo circostanziale di soprannomi e nomignoli con cui ci si rivolge al cane.
Le coccole si caratterizzano anche per un altro fattore, ovvero quello di stimolare un’affettuosa forma di infantilizzazione nei soggetti coinvolti. I comportamenti regressivi sono l’insieme di quegli atteggiamenti tipici della prima infanzia. Esempio per eccellenza è quello del cane che si butta a pancia all’aria per farsi accarezzare. Mostrare l’addome, infatti, è una postura tipica della fase neo-natale, in particolare dello svezzamento, quando il cucciolo non ancora autosufficiente, viene spinto, dal muso della mamma, a rovesciarsi per essere leccato.
Non è un caso dunque che il cane, anche quando adulto, si abbandoni a noi e ci conceda la possibilità di accarezzargli il ventre, a seguito di un contatto affettivo intimo e profondo, ricordo ancestrale delle cure parentali ricevute dalla mamma biologica. Fare le coccole è indubbiamente piacevole ma è anche un momento delicato che suggella nell’intimità la profondità dei legami di fiducia. Per questo non dobbiamo abusarne e svilirne l’importanza con la pretesa di poterle fare a tutti i cani, ogni volta che se ne ha voglia.