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5 Aprile 2022
16:14

Le “città” di polpi al largo delle coste australiane

La scoperta e l'esplorazione di alcune comunità sociali di polpi nelle acque australiane pone nuovi interrogativi etici sugli allevamenti intensivi di polpi che presto entreranno sul mercato.

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Esploriamo insieme due comunità di polpi selvatici che vivono nelle acque di Jarvis Bay, in Australia, soprannominate Octopolis e Octlantide. L'immersione nel mondo nascosto di questi intelligentissimi invertebrati e nella cultura cefalopode è un'occasione per comprendere meglio i problemi legati al loro allevamento.

Il polpo è normalmente un animale solitario e territoriale, che interagisce con i suoi simili fondamentalmente in due contesti basilari: riproducendosi e, in rari casi di cannibalismo, per nutrirsi. A Octopolis e Octlantide però numerosi polpi condividono, e si contendono, pochi metri quadrati di fondale marino. In queste città acquatiche, i polpi formano gerarchie di dominanza e hanno iniziato a sviluppare nuovi comportamenti: i polpi maschi combattono per il territorio e le femmine lanciandosi detriti l'un l'altra o in incontri di "pugilato".

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Uno scontro tra polpi

Le scoperte dei team di esploratori marini sono state pubblicate in un articolo su Marine and freshwater behaviour and physiology.

Le comunità mollusche di Octopolis e Octlantide

La prima volta che i subacquei hanno scoperto una "città" di polpi al largo delle coste australiane sembrava un colpo di fortuna a causa delle abitudini solitarie di questi animali. I subacquei scovarono una piccola comunità di individui nel 2009 che vivevano insieme in tane costruite attorno a un pezzo di metallo sul fondale che battezzarono "Octopolis". A quel tempo, gli scienziati credevano che fosse una rarità, forse causata dall'interferenza umana nell'ambiente. Ma, nel 2016, un secondo team di esploratori marini scoprì un'altra comunità di polpi tetri (Octopus tetricus), "Octlantide", che vivevano in tane costruite con conchiglie scartate, e questa volta non c'era traccia umana a disturbare l'ambiente naturale.

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Un esemplare di polpo tetro

I ricercatori ora sospettano che sia un'abitudine più comune di quanto si pensasse. Negli anni successivi queste due comunità sono state ampiamente studiate tramite registrazioni. Ma come dobbiamo immaginarci una città di polpi? Certo non una metropoli affollata, ma un piccolo villaggio di una decina di coppie riunite in varie tane ravvicinate, alcune occupate stabilmente, altre in stato di abbandono da numerose generazioni. Il ciclo vitale dei polpi è infatti piuttosto breve, circa tre anni, e numerose generazioni si susseguono occupando le stesse tane o scavandone di altre. Nel fondale intorno alle "case", ampi cumuli di conchiglie, scarti e "spazzatura" evidenziano agli occhi umani la presenza dei polpi.

Ma quali sono i nuovi comportamenti osservati dagli scienziati?Alcune "scappatelle", ad esempio, tra coppie di vicini oppure gli sfratti coatti da parte dei polpi più prepotenti per accaparrarsi le tane migliori, in un'evidente gerarchia di dominanza.

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Ronde di squali pattugliano le città attratti da possibili prede ignare

Tutte queste attività sociali comportano però dei rischi: i sobborghi di queste città sono costantemente sorvegliate da squali predatori pronti a cibarsi di ignare prede distratte. Dati i pericoli della vita cittadina dei polpi, cosa farebbe desiderare a questi animali di vivere insieme? Per gli scienziati si tratta dello stesso motivo che spinge le altre specie: «Congregazioni come queste probabilmente si verificano ovunque il riparo sia limitato a piccoli appezzamenti di habitat e il cibo è abbondante», ha affermato il dottor David Scheel, uno dei primi esploratori umani di Octlantide.

Gli affioramenti rocciosi e i detriti metallici nei nuclei di Octlantide e Octopolis sono rari esempi di regioni riparate su un fondale oceanico generalmente piatto. Inoltre, i cumuli di conchiglie delle città creano habitat perfetti per capesante (bivalvi del genere Pecten) e altre prede abituali per il polpo. «È probabile che i polpi si siano radunati in questi punti per il riparo e il cibo e che i loro comportamenti sociali si siano evoluti nel tempo».

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Uno dei cibi preferiti dei polpi

Una sorta di cultura nei polpi e le implicazioni per l'allevamento

Secondo i ricercatori ci troveremmo di fronte ad una prima traccia di "cultura" dei polpi, dove per "cultura animale" intendiamo l'osservazione che in alcuni gruppi sociali gli animali compiono azioni che non si vedono in altri gruppi della stessa specie. Grazie alla sovrapposizione generazionale e alle brillanti doti cognitive di questi organismi, determinati comportamenti possono poi persistere nel tempo.

Inoltre sempre più studi confermano che i polpi sono esseri senzienti, con una loro sfera emotiva e provano dolore. Un recente rapporto commissionato dal dipartimento per l'ambiente, l'alimentazione e gli affari rurali del Regno Unito ha esaminato le prove scientifiche dell'esperienza del dolore nei molluschi cefalopodi (polpi, calamari e seppie). Sulla base di ciò il governo ha avviato le pratiche per estendere la tutela legale per il benessere animale anche a questi invertebrati ed ai crostacei.

Parallelamente però, proprio ora che stiamo davvero comprendendo la loro personalità, in altre parti del mondo alcune aziende stanno incominciando a produrre allevamenti intensivi di queste specie. Un allevamento di polpi in acquacoltura recentemente proposto nelle Isole Canarie raccoglierebbe 3.000 tonnellate di polpi all'anno, il che significa che quasi 275.000 singoli polpi verranno allevati e uccisi ogni anno. Cosa potrebbe comportare per loro crescere insieme ad altri migliaia di individui?

Quando gli animali dotati di cultura vengono riuniti, non possono fare a meno di creare società: i comportamenti culturali accoppiati con l'ambiente in cattività degli allevamenti intensivi saranno una nuova nicchia ambientale che modellerà la successiva evoluzione, sospinta anche da selezione artificiale consapevole e inconsapevole.

Gli animali domestici tradizionali sono stati trasformati nel tempo e sono completamente diversi dai progenitori selvatici da cui derivano. Molti di loro non sopravviverebbero ora senza le cure umane. Avviare un allevamento di polpi è un impegno a creare un nuovo tipo di animale che fa affidamento sugli esseri umani per la propria esistenza. Non è un'idea da prendere alla leggera, o un progetto che può essere responsabilmente tentato e poi scartato quando si rivelerà troppo difficile o non redditizio. Ora che abbiamo scoperto città di polpi liberi, insomma, non affrettiamoci a tirar su dei ghetti di polpi in cattività.

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