Il cambiamento climatico sta causando seri danni agli ecosistemi e a molti organismi viventi. L'aumento delle temperature sta perturbando gli equilibri tra le diverse specie viventi, mettendo a rischio la loro sopravvivenza. Le calotte polari si stanno sciogliendo, spingendo le creature marine, grandi e piccole, a spostarsi sempre più verso nord. Queste migrazioni sono seguite dalle imbarcazioni da pesca e, secondo un recente studio, questo fenomeno potrebbe comportare un aumento delle collisioni tra navi e gli individui della popolazione estremamente rara e già in grave pericolo di balene franche nel Pacifico settentrionale (Eubalaena japonica). I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Ecological Applications.
Per comprendere appieno la preoccupazione dei ricercatori, è fondamentale acquisire una comprensione delle abitudini alimentari di queste maestose balene. Questi cetacei si nutrono tradizionalmente a nord delle Isole Aleutine orientali, al largo dell'Alaska, in una vasta e poco profonda zona marina che si estende per circa 500 chilometri. In primavera, l'acqua fredda risultante dallo scioglimento dei ghiacci si mescola con le correnti che scorrono sulla piattaforma, creando un habitat ideale per lo zooplancton, la principale fonte di cibo per le balene in questa regione. «Le dinamiche dell'ecosistema stanno subendo profondi cambiamenti», ha affermato Dana Wright, la principale autrice di uno studio. Questi cambiamenti stanno spingendo le balene e gli altri abitanti del mare a spostarsi verso nord, con le flotte di pescherecci che le seguono.
Questa è la supposizione degli studiosi che si basa sull'analisi dei movimenti dello zooplancton e sui dati sulle temperature raccolti dall'Alaska Fisheries Science Center del NOAA Fisheries. Nel 2007, è stata designata un'area di habitat critico basata su approssimativamente un decennio di avvistamenti delle balene del Pacifico. Tuttavia, il problema sorge dal fatto che non è certo se questa zona rimarrà adeguata per queste balene, considerando il loro spostamento. E, poiché le balene sono creature difficili da avvistare, Dana Wright ha condotto uno studio utilizzando le abitudini alimentari delle balene al fine di determinare se l'area protetta è ancora sufficiente e posizionata correttamente.
Il cambiamento climatico danneggia i parassiti, ma questo non è un bene
Attualmente, il Center for Biological Diversity ha avviato una petizione presso la NOAA per estendere l'area protetta. «Ottenere una comprensione più approfondita dei possibili fattori che determinano lo spostamento della distribuzione di queste balene è un passo cruciale per stabilire basi solide per la loro protezione e la realizzazione di una gestione raffinata e strategica», spiega Wright. Queste creature furono oggetto di una brutale caccia tra il 1835 e il 1850, in quanto le loro enormi dimensioni fornivano una preziosa fonte di risorse alimentari, ma anche materiali come le ossa, utilizzate per la produzione di armi e utensili. Durante quegli anni, più di 20.000 balene del Pacifico persero la vita. È giunto il momento che queste creature ritrovino la pace.
È per queste ragioni che ricerche come questa rivestono una fondamentale importanza. Senza indagini di questo tipo, non saremmo in grado di acquisire una comprensione completa delle dinamiche ecologiche che coinvolgono gli organismi e, di conseguenza, non potremmo proteggerli adeguatamente. Le balene franche rappresentano solo una delle numerose specie a rischio a causa del cambiamento climatico. Se non agiamo tempestivamente, il momento potrebbe essere irrimediabilmente perduto.