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6 Ottobre 2023
16:09

Le associazioni ambientaliste siciliane sono contrarie alla caccia con il furetto nell’Ennese

Dopo molti anni dalla promulgazione dei divieti, il governo Schifani concede ai cacciatori siciliani l'uso del furetto per cacciare i conigli all'interno dell'Ambito Territoriale di Caccia di Enna 2, fra le proteste degli ambientalisti.

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Qualche settimana fa, il governo siciliano guidato da Renato Schifani aveva approvato una modifica al calendario venatorio che autorizzava l’uso del furetto per la caccia al coniglio selvatico a tutti i cacciatori siciliani, tramite un decreto assessoriale (n. 1092 del 14/09/2023) che aveva fatto particolarmente discutere diversi ambientalisti regionali. Il decreto valeva solamente per alcuni particolari comuni selezionati del centro dell'isola – tra cui Enna, Calascibetta, Valguarnera Caropepe, Aidone, Piazza Armerina, Barrafranca, Pietraperzia e Villarosa – ma dopo che le lamentele dei naturalisti siciliani non sono stati considerati per la revisione del decreto nell'arco di diversi giorni, le associazioni di Legambiente e del WWF negli scorsi giorni si sono unite nella lotta contro questa concessione, inviando lo scorso 29 settembre una nota indirizzata all'Assessorato regionale dell’agricoltura, per protestare platealmente contro le decisioni prese del governo regionale.

In Sicilia il furetto viene allevato solo per la caccia e non fa parte della fauna nativa locale. Il suo uso per la caccia è un'antica tradizione venatoria presente da molto tempo sull'isola, essendo stata impiegata a partire da alcuni millenni fa, da quando la specie fu importata da altre regioni del Mediterraneo dagli arabi, con il soprannome di "gatto d'Africa". Tuttavia, considerando i danni che ha arrecato alla fauna locale, questa tradizione è stata particolarmente avversata dalle comunità ambientaliste siciliane sin dalla fine del secolo scorso, dove cominciò a passare un po' di moda anche all'interno delle stesse comunità di cacciatori.

Le associazioni ambientaliste hanno comunque commentato l'invio della nota al governo regionale affermando di essere pronte anche a protestare ancora più platealmente, per arginare i danni che questa pratica potrebbe causare alla fauna locale, già stremata per colpa degli incendi che hanno devastato interi settori dell'isola. «Bisogna anche sottolineare che la legge obbliga i cacciatori a munire il furetto di idonea museruola per evitare che questi sbrani i conigli intrappolati nelle tane – chiariscono dalle associazioni – anche se tale prescrizione però, oltre ad essere di difficile verifica e controllo, non viene quasi mai rispettata, tanto che certi cacciatori aizzano e addestrano i furetti ad essere molto aggressivi» per sbudellare in fretta la preda.

I furetti infatti, essendo dei mustelidi, sono dei feroci predatori, in grado di uccidere un coniglio se addestrati in maniera molto violenta, proprio per terrorizzare altri esemplari ed indurli alla fuga, così che i loro padroni possano avvistarli e sparargli meglio.

Le due associazioni ambientaliste fra l'altro hanno analizzato l'impatto che avrebbe sulla fauna la caccia con il furetto, in considerazione delle malattie che le popolazioni siciliane di conigli stanno subendo proprio in questo momento. Un fattore che potrebbe destabilizzare completamente la loro sopravvivenza, in rapporto ad un eventuale incremento dei contagi favorito da questa tradizione.

«L'uso del furetto è una pratica crudele, dannosa e ingiustificata che andrebbe abolita, a maggior ragione se va a colpire le popolazioni di coniglio che nel nostro territorio versano in una drammatica situazione di costante depauperamento, come le zone nell’Ennese in cui si registra da anni la preoccupante rarefazione della specie – protestano Franz Scavuzzo per Legambiente Circolo degli Erei ed Ennio Bonfanti per WWF Sicilia Centrale – Recentemente la Regione ha affidato all’Università di Palermo persino uno studio sulla consistenza del coniglio, che ha confermato la diffusa mortalità dovuta a patologie virali altamente diffusive e contagiose come la Mixomatosi e la M.E.V.: la Malattia emorragica virale. I conigli inoltre soffrono sia per il bracconaggio che per il prelievo venatorio eccessivo e non si capisce perché quest'anno la situazione dovrebbe essere differente, visto che è da decenni che tutti i calendari venatori stagionali hanno sempre vietato l’uso del furetto nella Provincia di Enna, proprio per salvaguardare il ricco patrimonio faunistico presente nel suo territorio».

Dal punto di vista zooprofilattico, infine, secondo i maggiori esperti della biodiversità siciliana, l’uso del furetto presenta anche delle problematiche assai pericolose ed imprevedibili, che potrebbero condurre a esiti incerti a cui nessuno – nemmeno gli stessi cacciatori – vorrebbero assistere. «Venendo infatti adoperato in varie tane anche in zone diverse del territorio, tale mustelide rappresenta un ottimo veicolo di contagio e di trasmissione degli agenti patogeni micidiali che promuovono le malattie infettive del coniglio» che in taluni casi possono passare anche alle lepri, se non si rispettano le dovute precauzioni.

Dal canto loro, anche le stesse associazioni venatorie si sono dichiarate sorprese da questa scelta del governo regionale. Era infatti da molto tempo che l'uso del furetto veniva vietato e i vari gruppi locali di cacciatori non erano pronti per recepire questo aggiornamento della legislazione.

Legambiente e WWF stanno comunque chiedendo già a gran voce l’immediata modifica del calendario venatorio, così da impedire l'uso del furetto nell’Ambito Territoriale di Caccia di Enna 2 a partire dal prossimo weekend.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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