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4 Agosto 2023
15:57

Le armi da fuoco sono le principali responsabili delle morti di uccelli lungo le linee elettriche

Un team di ricercatori americani, analizzando le carcasse degli uccelli morti in prossimità dei cavi dell'alta tensione, ha scoperto una triste verità: molto spesso non muoiono fulminati, ma uccisi illegalmente con armi da fuoco.

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Le azioni umane, sia legali che illegali, influenzano la fauna selvatica in molti modi, talvolta causando anche la morte di diverse specie. Le morti antropogeniche possono derivare da collisioni, elettrocuzione, avvelenamento, intrappolamento o uccisioni dirette, per esempio con armi da fuoco. Gli uccelli, ad esempio, possono morire fulminati dalla corrente elettrica quando si poggiano sui cavi dell'alta tensione o, in generale, quando toccano simultaneamente due conduttori o un conduttore ed un elemento non isolato. Tuttavia, un recente studio, ha dimostrato che la folgorazione non è più l'unica causa principale di morte per gli uccelli lungo le linee elettriche. Infatti, il 66% degli uccelli morti che sono stati trovati lungo le linee elettriche sono stati uccisi deliberatamente per mano dell'uomo. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista iScience.

Poiché è risaputo che le linee elettriche possono essere gravemente pericolose per gli uccelli, le compagnie investono molto tempo e denaro per assicurarsi che siano più sicure per questi animali, installando trespoli o utilizzando materiali isolanti. Inoltre, vengono spesso effettuate della valutazioni da parte di ricercatori che si assicurano che sia tutto in regola. È proprio durante una di queste valutazioni che Eve Thomason, ricercatore associato presso il Raptor Research Center della Boise State University, ha notato la presenza di uccelli morti anche lungo le linee elettriche già messe in sicurezza. Insospettito dalla situazione, ha deciso di indagare per poi scoprire la triste verità: quegli uccelli non erano stati vittime di folgorazioni accidentali, ma erano stati uccisi intenzionalmente e riportavano numerose ferite da arma da fuoco.

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Ha quindi deciso di condurre un'indagine più approfondita per studiare quanto fosse comune e frequente questo fenomeno. Nel corso di quattro anni, lui e il suo team hanno esaminato 196 km di linee elettriche nel Wyoming, Idaho, Utah e Oregon raccogliendo un totale di 410 carcasse, la maggior parte delle quali appartenenti a specie protette a livello federale come aquile, falchi e corvi. «Tutti i resti sono stati documentati, raccolti e sottoposti a raggi X. Abbiamo cercato di identificare la causa della morte di ogni singolo esemplare che abbiamo trovato», spiega Thomason. L'utilizzo dei raggi X è stato di fondamentale importanza perché ha permesso ai ricercatori di individuare con certezza la causa di morte degli uccelli, anche quando le carcasse erano già in pessime condizioni. Ad esempio, il team ha esaminato un'aquila testabianca che il proprietario di una linea elettrica pensava fosse morta per elettrocuzione. Tuttavia, dopo aver analizzato l'animale raggi X , hanno identificato numerosi pallini di fucile e ferite d'ingresso in tutto il corpo dell'animale, cosa che suggerisce che l'uccello è stato effettivamente colpito e solo successivamente (mentre cadeva a terra) è entrato in contatto con le linee elettriche.

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Visto l'eclatante successo dell'operazione, il team ha intenzione di espandere le indagini su nuove aree per comprendere a pieno quanto questo fenomeni sia diffuso e capire qual è il motivo per il quale gli uccelli vengono uccisi. «Da ciò che abbiamo scoperto finora, possiamo affermare che a volte le persone sparano agli uccelli per puro divertimento, altre volte cercano di proteggere il loro bestiame dai predatori», afferma Thomason. Purtroppo situazioni del genere sono ben note ai ricercatori e alla comunità scientifica. Spesso gli allevatori pensano che grandi rapaci come le aquile o gli avvoltoi possano essere pericolosi per il loro bestiame, quando in realtà di tratta di animali necrofagi o troppo piccoli per attaccare animali come pecore, maiali o mucche. È fondamentale educare e sensibilizzare le persone sul comportamento ecologico e alimentare degli animali, affinché tutti possano comprendere che essi non rappresentano una minaccia né per l'uomo né per il bestiame.

Le nuove ricerche si propongono di approfondire questa problematica e di adottare misure efficaci per proteggere la fauna selvatica. L'obiettivo è promuovere una maggiore consapevolezza e un rispetto verso gli animali, affinché sia possibile coesistere armoniosamente con la natura e preservare l'equilibrio dell'ecosistema. Solo attraverso l'educazione e la comprensione, possiamo garantire un futuro sostenibile e sicuro per tutte le specie con le quali condividiamo il Pianeta.

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Alessia Mircoli
Dottoressa Magistrale in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi
Sono laureata in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi e la divulgazione scientifica è la mia passione. Durante il mio percorso ho scoperto il mondo del giornalismo scientifico e ho capito che è la mia strada. Sono estremamente affascinata dalla natura e da tutto ciò che ne fa parte, credo nell’importanza di diffondere un’informazione corretta sugli animali e l’ambiente.
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