Da diverso tempo è noto agli scienziati come nelle api da miele (Apis mellifera) la mortalità delle colonie sia aumentata e come nel corso degli anni questi insetti producano sempre meno della dolce sostanza dorata. Un recente studio ha scoperto una possibile causa per tutto ciò: in un ambiente controllato l'aspettativa di vita della api è dimezzata rispetto a 50 anni fa.
La storia delle api da miele è piuttosto travagliata ed è legata a doppio filo a quella dell'essere umano che da secoli sfrutta questa specie per la cera e il miele. Già circa 12.000 anni fa l'uomo ricercava i preziosi favi di questi insetti per nutrirsi della sostanza zuccherina, come mostra una pittura rupestre che si trova nella "grotta del ragno" presso Valencia, in Spagna. Nell'opera è raffigurato un uomo appeso a una liana con una mano infilata in un tronco d'albero dove si trova un alveare. Fra i primi documenti che testimoniano api allevate proprio a scopo alimentare, però, ci sono alcune iscrizioni che risalgono all'Antico Regno d'Egitto, circa nel 2.400 a.C.
Da allora l'uomo ha sempre avuto un estremo interesse nel cercare di massimizzare la produzione di miele e cera, ma da alcuni decenni a questa parte qualcosa è andato storto. Malattie provocate da virus, parassiti e altre cause sconosciute hanno messo alla dura prova la sopravvivenza di questi animali e la stessa mano dell'uomo è una delle principali cause della crescente mortalità delle colonie. Sia chiaro: l'essere umano è ben lontano dal perdere questo importante "mezzo produttivo" e un recente studio ha già trovato una possibile causa della diminuzione della produttività di miele registrata negli ultimi anni. Secondo gli entomologi dell'Università del Maryland questo è dovuto al fatto che la durata della vita delle singole api da miele tenute in ambiente controllato è del 50% più breve rispetto agli anni 70. Gli studiosi hanno pubblicato, quindi, i risultati della loro ricerca sulla rivista Scientific Reports.
Lo sfruttamento delle api ha origini antiche
È difficile datare l'anno preciso in cui l'uomo ha trasformato l'utilizzo degli animali e dei loro prodotti per ragioni di sopravvivenza in sfruttamento e brama di controllo di tutte le risorse naturali. Anche avendo davanti ai nostri occhi i primi apicoltori della storia, dati i mezzi rudimentali e la poca quantità di miele che riuscivano a produrre, difficilmente riusciremmo a definirlo un vero e proprio sfruttamento.
Immaginiamo, dunque, di infilarci in una speciale imbracatura da apicoltore futuristica un po' eccentrica: premendo alcuni tasti e configurando dei parametri la tuta ci permette di fare un salto temporale all'indietro di circa 5.000 anni. Proprio come in una vecchia serie televisiva degli anni 60 a basso budget, come lo era ai suoi inizi la serie TV britannica Doctor Who, ci ritroviamo in un altro tempo per scoprire quale sia l'origine dell'apicoltura.
Siamo in Georgia, il paese che abbraccia il mar Nero a est e che da sempre è considerato la culla dell'apicoltura. Questa è la casa del miele più antico mai trovato e risale a circa 5.500 anni fa, portato alla luce dalla tomba di una nobildonna durante gli scavi archeologici del 2003 vicino alla città di Borjomi. Scendiamo anche noi le scale del sepolcro, che nel tempo in cui ci troviamo è stato appena costruito, per arrivare a un'angusta camera con alcuni vasi. Proprio al loro interno sono presenti diversi tipi di miele, tra cui il miele di tiglio e di fiori misti. Solleviamo il reperto nella polvere della camera e lo osserviamo bene: fra le mani abbiamo quello che un giorno sarà il più antico miele mai raccolto dall'uomo.
Non possiamo essere sicuri che quel miele provenga realmente da un allevamento di api e prove concrete di apicoltura le abbiamo solo 4.500 anni fa in Egitto. Nello stesso periodo anche in Cina e in Grecia abbiamo alcuni scritti che testimoniano alcuni uomini curare degli alveari per ricavarne il miele. Insomma, un'arte antica quella dell'apicoltura, che in epoca moderna di industrializzazione e controllo dei prodotti naturali anche al di fuori della normale stagione produttiva, ha completamente perso di vista la propria origine di strumento di sussistenza dell'uomo, diventando uno dei tanti beni sul quale speculare.
In 50 anni la durata della vita delle api si è dimezzata
Dunque, l'essere umano ha un forte interesse a non perdere una preziosa risorsa, motivo per cui, una volta notato il calo produttivo degli ultimi anni, gli autori dello studio hanno cercato di trovare una spiegazione il prima possibile. I ricercatori notarono alcuni anni per la prima volta il declino della durata della vita delle singole api mentre conducevano un altro studio e confrontando i dati sulla longevità degli insetti con quelli di alcuni studi degli anni 70, i ricercatori si sono accorti che in media le api di oggi vivevano la metà rispetto a quelle di 50 anni fa: 17,7 giorni contro 34,3 giorni.
Per attuare il confronto i ricercatori hanno dovuto replicare le stesse condizioni dello studio degli anni 70, isolando le pupe delle api, ovvero il loro stadio larvale, dagli alveari 24 prima di diventare adulte. Hanno quindi somministrato alle api diverse diete, per scoprire se il motivo della diminuita longevità era dovuto a fattori ambientali e di raccolta del cibo, ma indipendentemente dagli alimenti assunti, le api comunque vivevano meno.
Gli studiosi ancora oggi non sono riusciti a risalire alle cause della bassa longevità delle api e le loro principali supposizioni sono che l'alterata aspettativa di vita sia dovuta a motivi genetici. In ogni caso saranno necessari ulteriori studi a riguardo e nei prossimi studi verranno confrontate le longevità delle api americane con quelle europee per scoprire se sia un fenomeno diffuso anche in altri popolazioni di Apis mellifera.
È giusto trovare soluzioni a problemi che minacciano gli animali che alleviamo, ma probabilmente dovremmo indossare l'eccentrica tuta da apicoltore e guardare al passato ancora una volta. Chissà che scoprire le origini della collaborazione fra uomo e natura non possa donarci un nuovo punto di vista e aiutarci a prenderci cura degli animali che alleviamo con il massimo rispetto che meritano.