Vivere esperienze traumatiche da bambini può influenzare il resto della nostra vita, ma fortunatamente anche grazie al supporto di amici, familiari e sopratutto delle relazioni sociali forti e durature, gli effetti negativi una volta diventati adulti possono essere mitigati e gestiti. E tutto ciò non vale esclusivamente per la nostra specie, ma anche per i nostri cugini primati.
Utilizzando ben 36 anni di dati, un nuovo studio recentemente pubblicato su Science Andvances, e condotto su quasi 200 babbuini nel sud del Kenya, ha permesso di dimostrare che i traumi infantili possono ridurre la durata della vita dei primati, ma allo stesso tempo forti legami sociali con altri babbuini in età adulta aiutano a mitigare e a superare queste difficoltà: i babbuini che hanno avuto un'infanzia difficile sono stati in grado di recuperare due anni di aspettativa di vita, solo grazie al potere delle amicizie.
In questo studio, i ricercatori volevano capire meglio come mai le avversità nella fase giovanile portassero a un'aspettativa di vita più corta nei babbuini, un dato emerso anche da studi precedenti. Un'ipotesi iniziale, sosteneva che i traumi vissuti nelle prime fasi di vita portassero a sviluppare relazioni problematiche, che da adulti si traducevano con la mancanza di supporto sociale da parte del resto del gruppo.
Tuttavia, le nuove scoperte restituiscono un quadro leggermente diverso, offrendo una chiave di lettura e una speranza in più per i babbuini. I ricercatori sono partiti analizzando in che modo le prime esperienze di vita e le connessioni sociali degli adulti hanno influenzato la sopravvivenza a lungo termine di 199 babbuini femmine studiati e monitorante tra il 1983 e il 2019 dall'Amboseli Baboon Research Project, in Kenya.
Per ogni individuo, gli scienziati hanno calcolato l‘esposizione a sei potenziali fonti di avversità giovanili. Come crescere con una madre di basso rango o socialmente isolata oppure rimanere orfani prima di raggiungere l'età adulta. Hanno anche preso in considerazioni variabili ambientali e sociali, come l'essere nati durante anni di siccità, far parte di un gruppo numeroso o avere fratelli minori, che può significare maggiore competizione per le risorse e meno attenzioni da parte della madre.
E nei babbuini analizzati in questo studio, ben il 75% mostrava almeno un fattore di stress, con il 33% che arrivava anche a due o più. Successivamente, i ricercatori sono riusciti a dimostrare che il 90% del calo della sopravvivenza era dovuto agli effetti diretti delle difficoltà infantili e non ai legami sociali difficili che avevano instaurato una volta diventati adulti.
Ogni difficoltà vissuta, infatti, si traduceva in 1,4 anni di vita in meno, a prescindere da quanto forti o deboli fossero i loro legami con altri babbuini. E gli individui che avevano vissuto quattro brutte esperienze da piccoli, crescendo sono morti quasi 5,6 anni prima rispetto a quelli che non ne avevano affrontata nessuna, un grande calo considerando che una femmina di babbuino vive in media appena 18 anni.
Ma questo non significa che i babbuini con un'infanzia difficile siano necessariamente condannati a una più breve. I ricercatori hanno infatti scoperto che i babbuini che una volta adulti erano riusciti a formare legami sociali più forti, misurati in base alla frequenza con effettuavano grooming tra loro, allungavano di 2,2 anni le loro vite, indipendentemente dalle difficoltà affrontate da giovani.
I babbuini che avevano per esempio perso la madre prima di raggiungere la maturità sessuale, si sono ripresi allungano la propria aspettativa di vita grazie ad amicizie forti e durature. I legami sociali possono quindi mitigare gli effetti delle esperienze negative infantili, ma tuttavia, questo significa anche che i i legami più deboli e instabili possono anche amplificarli.
In conclusione, questo studio dimostra che sia le avversità infantili che le interazioni sociali da adulti, possono influenzare la sopravvivenza in modo indipendente. In altre parole anche da adulti, se si agisce sulle capacità di costruire e mantenere relazioni solide, si può rimediare alle esperienze traumatiche e alle a difficoltà vissute da piccoli, che quindi non segneranno necessariamente il resto della vita.