Nei prossimi decenni la NASA e altre agenzie spaziali cercheranno di ritornare sulla Luna per poi rivolgere il loro sguardo su Marte. Non tutti però sanno che l'idea è anche quella di far partire diversi animali a bordo delle missioni spaziali, non solo per compiere esperimenti scientifici ma anche per ricreare delle vere e proprie piccole comunità terrestri all'interno delle colonie lunari e marziane.
Per quanto questa scelta possa eticamente far discutere, almeno la NASA non sembra intenzionata a lanciare missioni come quella che ha interessato Laika, la cagnolina russa imbarcata nello Sputnik 2, che fu lasciata morire consapevolmente nello spazio nel 1957 dall'URSS. Al momento infatti gli ingegneri spaziali prevedono solo di inviare quelle specie che rientrano nella lista degli animali da compagnia (piccoli mammiferi, uccelli) o di quelli che possono contribuire a produrre scorte alimentari come i lombrichi e gli insetti. L'idea è quelli di farli partire insieme agli astronauti che abiteranno l'avamposto lunare permanente, che dovrebbe sorgere entro la fine di questo decennio attorno all'orbita lunare.
Gli scienziati stanno riflettendo sull'argomento da anni e secondo David Catling, un astrobiologo dell'Università di Washington a Seattle, dovremmo finalmente essere lontani dai tempi in cui nello spazio venivano "sparati" cani, gatti e scimmie come se fossero oggetti. Al di là del benessere animale, per gli scienziati portare queste specie nello spazio sarebbe infatti controproducente e non è comunque tra le priorità urgenti delle agenzie spaziali introdurre degli animali difficili da gestire. Per questa ragione quindi hanno pensato ad alcune forme di vita molto semplici che si sono già rivelate dal loro punto di vista «molto utili» sulla ISS, la Stazione Spaziale Internazionale.
Animali come le farfalle, i ragni, gli imenotteri, le tartarughe, i conigli e alcuni piccoli criceti hanno infatti già raggiunto diverse volte lo spazio, coabitando insieme agli astronauti nelle stazioni spaziali per mesi. È quindi possibile immaginare che saranno questi i primi animali che raggiungeranno il suolo lunare o quello marziano, insieme ad altre specie come i tardigradi che hanno raggiunto lo spazio salendo "autonomamente" a bordo delle navicelle.
Quando poi però si dovrà raggiungere la superficie di Marte, con l'obiettivo di costruirvi una comunità, i coloni dovranno anche cercare di riprodurre un habitat stabile in grado di sostenersi e di riciclare le proprie risorse. Per ottenere questo scopo, gli scienziati sono quindi intenzionati a chiedere l'aiuto di altri organismi come le termiti, le formiche e gli anellidi, considerati fondamentali per trasformare il suolo sterile di Marte in appezzamenti fertili.
Gli ingegneri dell'ESA (Ente Spaziale Europeo) e della NASA auspicano naturalmente che queste specie prosperino sul suolo di Marte e sulla Luna proprio come fanno sulla Terra, ma non ci sono ancora conferme che possano garantire la sopravvivenza di queste creature sugli altri pianeti, anche se in un ambiente controllato. Per capire quindi se queste specie riusciranno a vivere o meno in ambienti inospitali, gli astrobiologi attendono l'inizio stesso delle missioni.
Uno studio pubblicato su Frontiers in Astronomy and Space Sciences nel corso del 2021 rifletteva proprio su questo tema. Gli autori cercavano di stabilire, in quel caso, se gli astronauti potessero realizzare un acquario sulla superficie della Luna. E anche se immaginare un pesce nuotare dentro una vasca nello spazio può sembrare a tratti fantascienza, i risultati ottenuti mostravano che fra tutti i vertebrati i pesci sarebbero "i migliori" da condurre sulla Luna, visto che non risentono particolarmente della riduzione della forza di gravità e sono ecologicamente più sostenibili. Sono infatti perfettamente in grado di mantenere pulito il proprio ambiente, sprecano poche risorse ed emettono un numero ridotto di scorie. La stessa idea è stata proposta per i grilli e le lumache che già da una trentina d'anni vengono considerati da alcune persone sulla Terra come "animali da compagnia".
Tra molti anni probabilmente sarà anche possibile immaginare di inviare nello spazio cani e gatti in direzione di una colonia umana su Marte. A quel punto però bisognerà anche valutare le questioni etiche che si nascondono dietro questo nostro desiderio di esplorare il sistema solare. Possiamo essere infatti certi nell'affermare che sia giusto allontanare delle specie da un pianeta come la Terra, dopo milioni di anni di evoluzione, per colonizzare nuovi mondi al momento inospitali? È giusto testare nello spazio quali specie si dimostrano migliori per le varie condizioni ambientali, sapendo di condannare tutte quelle forme di vita che che non si dimostreranno idonee all'habitat alieno?
Prima di colonizzare lo spazio, quindi, l'umanità dovrebbe prima tentare di rispondere a queste domande pensando al benessere di tutti gli esseri viventi e non solo agli interessi specie-specifici e far in modo che tutte le creature sul nostro pianeta abbiano le stesse chance di sopravvivenza ancora prima che su altri pianeti all'interno della biosfera terrestre.