Nel DNA di tutti i cani c’è una spinta verso la socialità ovvero lo stare insieme, il fare amicizia e stare con la persona di riferimento e il proprio gruppo familiare. Il cane è un “animale sociale” come specie e la maggior parte delle tipologie ha una buona motivazione sociale di base, ovvero il desiderio e il bisogno di mettersi alla ricerca di un'interazione con individui al di fuori del proprio gruppo, sia esso formato da altri cani o da umani e individui di altre specie.
Come ha scritto l’istruttore cinofilo David Morettini su Kodami, però «il cane, pur essendo sociale, è capace di vivere da solitario stringendo relazioni, non necessariamente opportuniste, con gli altri animali e l’essere umano». Prendendo spunto da questa riflessione, bisogna anche capire che ci sono razze che sono state selezionate dall’uomo per scopi precisi per cui l’indipendenza era un fattore molto importante e poi ci sono i singoli individui ognuno con le sue prerogative.
Esistono, dunque, cani indipendenti, ovvero con una personalità meno propensa alla socializzazione e per questo più “solitari” che ad esempio non amano il contatto fisico con gli umani, non desiderano interagire sistematicamente con i loro conspecifici o preferiscono osservare da lontano piuttosto che partecipare ad attività condivise.
Ciò non vuol dire che questi individui vadano trascurati ma invece va rispettato il loro profilo caratteriale e compreso qual è il confine tra una sana affettività reciproca e una invadenza della loro privacy. Vediamo insieme quali sono alcune delle razze che hanno un profilo di questo tipo e il modo corretto di relazionarsi con loro, ricordando sempre che anche i meticci possono avere questa caratteristica.
La lista dei cani più indipendenti
Fare delle liste è sempre un po’ rischioso, nel senso che alcune delle razze che seguono sicuramente spiccano per la loro indipendenza caratteriale ma altre hanno a livelli diversi motivazioni che possono essere di maggiore o minore intensità e che vanno a contemperare il desiderio di autonomia con la spinta verso la socialità.
Premesso dunque che per ognuno andremo a descrivere un profilo di massima, ne abbiamo scelte solo cinque proprio per evitare generalizzazioni. Ricordiamo infatti che la personalità del singolo, il contesto in cui vive un cane e la relazione di cui fa parte sono elementi determinanti per comprendere effettivamente chi è l’individuo che si ha di fronte.
- Akita Inu.
- Chow Chow.
- Basenjii.
- Bassotto.
- Cane Lupo Cecoslovacco.
Perché questi cani sono più indipendenti
- Akita Inu – Non a caso su Kodami lo abbiamo definito un “nobile e riservato guardiano giapponese”. Il prototipo di questa tipologia di cane, infatti, è mediamente dotato di una socialità bassa nei confronti degli altri cani e degli umani che non siano parte integrante della sua famiglia con cui, invece, crea un legame molto forte. L’Akita Inu è nato del resto nel Sol Levante per essere un cane da caccia che poi è diventato un guardiano. E’ fiero, pacato e discreto e avendo un’alta motivazione protettiva, insieme a quella affiliativa, ha bisogno di una costante presenza della persona di riferimento ma non è un cane sociale: non ama le persone né gli altri cani e si infastidisce se accarezzato o coinvolto in manifestazioni d’affetto eccessive come le troppe coccole.
- Chow Chow – Un altro cane che si è meritato su Kodami la definizione di “fiero e imponente, placido e determinato”. Le sue antiche origini spiegano perché ha un carattere indipendente: allevato dai monaci in Cina, viveva nei templi dove faceva la guardia e incontrava decisamente poche persone. Tra le sue motivazioni, dunque, decisamente non spicca quella sociale e per questo va rispettata la sua forte indipendenza e il poco desiderio di contatto. Schivo e riservato, per vivere serenamente con un Chow Chow bisogna conoscerne a fondo il carattere ed essere disposti a mettersi in gioco apprezzandone le qualità come il dato di fatto che avendo una motivazione affiliativa alta ci tiene davvero a stare con voi, anche se “a suo modo”: è un cane che è sempre stato abituato a vivere a stretto contatto con l'uomo ma non ama il contatto fisico se non quando lo richiede. Cosa che avviene raramente.
- Basenjii – Secondo una leggenda africana il Basenji non abbaierebbe perché ha scelto di tenere i propri pensieri per sé. Già solo riportare questo mito aiuta a comprendere quanto agli individui di questa razza siano poco inclini alla socialità. Il Basenji, infatti, tra le sue caratteristiche ha proprio l’autonomia, legata a un profilo caratteriale sicuro e determinato. Come è scritto nella scheda razza qui su Kodami: «Affronta il mondo con curiosità, ma non è particolarmente socievole con gli sconosciuti – cani o umani che siano – e, anzi, si pone tendenzialmente in maniera diffidente nei confronti di chi non conosce».
- Bassotto – Piccolo, tosto, determinato e che non ne ha per nessuno, a parte la propria famiglia. È un profilo particolare da inserire in questo elenco perché bisogna valutare sia le sua motivazioni affiliativa e possessiva che lo rende molto legato alla persona di riferimento quanto la sua origine di cane da caccia con una bassissima motivazione sociale. Come spiega Luca Spennacchio, istruttore cinofilo e membro del comitato scientifico di Kodami, è un cane che non ama condividere la vita con altri cani e tante persone e «non si farà alcun problema a tenerli lontani con abbai insistenti e molto chiari».
- Cane Lupo Cecoslovacco – Selezionato per diventare il cane da guardia per eccellenza delle forze dell’ordine ai tempi della Guerra fredda e incrociato con il lupo dei carpazi. Bisogna conoscere a fondo la sua storia, ovvero la storia della sua selezione, e dunque le sue motivazioni per comprendere chi è questo individuo che ha tanto del suo parente selvatico. Il “CLC” si caratterizza per le sue motivazioni che sono la predatoria, la territoriale, la comunicativa, la perlustrativa, la cinestesica, la possessiva, la competitiva e l’affiliativa. Quest’ultima lo fa legare al suo umano di riferimento ma le altre lo portano a mostrare un profilo riservato e a non amare il contatto con altri cani e persone che non fanno parte della sua cerchia. Il suo compito è proteggere e mostrarsi per quello che è, la sua comunicazione è molto efficace ma ricorda quella del lupo per cui bisogna davvero interpretarlo correttamente per comprendere che non è decisamente un “cane da compagnia” ma un soggetto dotato di grande autonomia.