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22 Novembre 2023
18:29

L’autorità tedesca ha negato la richiesta di ricerca sul cervello di primati non umani

Decisione storica dell’autorità tedesca di Brema, che ha negato a un ricercatore universitario di procedere con i test sui primati non umani necessari per il suo lavoro.

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Decisione storica dell’autorità tedesca di Brema per il rilascio della autorizzazioni necessarie per le sperimentazioni scientifiche su animali che ha negato a un ricercatore universitario di procedere con i test sui primati non umani necessari per il suo lavoro, una scelta molto importante perché potrebbe diventare un precedente. L’ente tedesco, infatti, secondo quanto riferito dall’Osa, Oltre la sperimentazione animale che si occupa di promuovere una ricerca scientifica innovativa, responsabile ed eticamente sostenibile, ha motivato il suo no ai test dello scienziato sostenendo che, dopo un accurato esame e dopo aver ottenuto i pareri richiesti a vari esperti, avrebbe ritenuto che «la sofferenza degli animali non può essere giustificata dai benefici in termini di conoscenza scientifica che ci si aspetta di ottenere e che pertanto l’esperimento è eticamente inaccettabile».

Secondo la valutazione dell’autorità, oltretutto, la sofferenza che tale sperimentazione implicherebbe per i macachi deve essere classificata come grave, secondo quanto stabilito dalla direttiva dell’Ue sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, e in quanto tale non può essere "giustificata" nemmeno a fronte dei risultati positivi che si potrebbero ottenere. L’ente tedesco ha anche considerato tra i motivi alla base della propria decisione le caratteristiche degli animali coinvolti.

«I macachi, o primati non umani – si legge sul comunicato di DAAE, l’associazione Doctors Against Animal Experiments – sono animali molto intelligenti, in grado di comprendere la realtà della loro vita e di soffrire per le conseguenze di molteplici limitazioni. L'entità di questa sofferenza è spesso difficile da riconoscere dall'esterno. I macachi, come quasi tutti gli animali, infatti, nascondono il più a lungo possibile il dolore, la sofferenza e i danni per non mettere a rischio la loro posizione all'interno del gruppo. Gli esperimenti neurofisiologici, però, possono portare a disturbi comportamentali».

Come si diceva, il fatto molto interessante è che potremmo essere di fronte a una sentenza che, diventando precedente, potrebbe condizionare il futuro di molti animali impiegati ancora per gli esperimenti. Già nel 2008 l’autorità sanitaria di Brema aveva respinto gli esperimenti sui PNU, i primati non umani. In quel caso, però, dopo una successiva lunga controversia legale, il Tribunale amministrativo federale tedesco alla fine era giunto alla decisione che il benessere degli animali pesasse meno della libertà di ricerca e che la sofferenza degli animali fosse da considerare “moderata”. Tuttavia, il DAAE nel 2022, ha dimostrato che questa valutazione era sbagliata.

L’associazione, infatti, è entrata in possesso di documenti ufficiali interni che rivelavano che le scimmie coinvolte in tali esperimenti pativano sofferenze di grado non solo grave, ma le più gravi. Le lesioni subite includevano fori nell’osso del cranio e ferite da sutura al cervello con infiammazione associata. Dai documenti emergeva anche che le lesioni erano una «conseguenza inevitabile della tecnica di impianto», cioè è un fatto standard.

A fronte di questo scaturisce la grande soddisfazione della DAAE nei confronti dell’autorità sanitaria di Brema e del suo team per aver preso questa decisione innovativa pur ribandendo che l'associazione non smetterà di dare il proprio contributo di esperienza a livello nazionale per porre fine definitivamente agli esperimenti sul cervello dei primati non solo in Germania, ma ovunque, invitando più Paesi possibili ad andare verso una ricerca che impieghi metodologie più moderne ed eticamente sostenibili.

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Simona Sirianni
Giornalista
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