Non sempre, purtroppo, si ha la fortuna di trovare persone che vedendo un cane vagante e all’apparenza smarrito, reamente bisognoso di aiuto, si preoccupano di fermarsi, soccorrerlo e portarlo da un veterinario per controllare il chip e restituirlo poi ai suoi umani. Quasi impossibile che a farlo sia un’attrice premio Oscar, eppure è ciò che è accaduto a Blue, anziano Bassotto finito miracolosamente tra le braccia di Hilary Swank. Che non ci ha pensato due volte, e si è mobilitata per riconsegnarlo di persona alla sua umana, che lo cercava disperatamente.
La storia arriva da Albany, capitale dello Stato di New York e città in cui l’attrice, due volte premio Oscar per "Boys don't cry" “Million Dollar Baby”, sta girando il suo nuovo film. I protagonisti sono Chelsea Blackwell, una residente, e il cagnolino Blue, un Bassotto di 15 anni che lunedì scorso è scomparso dal giardino della sua abitazione. Blackwell è immediatamente saltata in auto e ha iniziato a battere palmo a palmo le strade del suo quartiere, chiedendo a tutti se avessero visto Blue, senza avere fortuna.
Arrivata vicino al terminal dei pullman cittadino, però, ha visto un gran numero di auto della polizia e telecamere. Inizialmente, ha spiegato all’Albany Times Union, ha pensato fosse accaduto qualcosa di grave, quindi si è avvicinata, ha capito che erano in corso le riprese di un film e ha chiesto ai poliziotti se avessero visto un «piccolo cane marrone». Grande la sorpresa quando le è stato risposto che sì, il cagnolino non solo era stato visto, ma anche recuperato da «una celebrità».
Meno di un’ora dopo davanti a Blackwell si è fermata un’auto su cui sedeva Hilary Swank, sulle ginocchia il piccolo Blue: «Non potevo crederci – ha detto Blackwell – Non appena è scesa dall’auto sono corsa ad abbracciare Blue e l’ho ringraziata moltissimo». La donna ha anche chiesto all’attrice un autografo, ma Swank ha preferito posare con lei per una foto, che ha immediatamente fatto il giro dei social prima di essere rimossa dalla diretta interessata, con tutta probabilità per motivi di privacy.
L’incontro tra Hilary Swank e Karoo e la nascita della Hilaroo Foundation
Il gesto di Swank non è affatto scontato, ma l’attrice ha da sempre un enorme sensibilità verso il tema della tutela animale. Oltre ad avere adottato molti cani nel corso della sua vita – attualmente il suo "branco" è composto da lei e altri 4 cani, tutti adottati – recentemente ha fondato la Hilaroo Foundation, una fondazione nata in onore del cane di Swank, Karoo (Hilaroo deriva proprio dalla crasi tra Hilary e Karoo) che ha l’obiettivo di mettere in contatto bambini con storie difficili con cani abbandonati, portando avanti progetti di soccorsi, riabilitazione, sensibilizzazione e allenamento alla responsabilità.
Quando i loro percorsi si sono incrociati, Hilary era (anche questa volta) sul set di un film in Sud Africa: «Non so se ho trovato questo cane o il cane ha trovato me», ha spiegato, ricordando che stava girando una scena in cui doveva scavalcare una recinzione e che, saltandola, ha trovato un cucciolo, «una piccola pallina che mi fissava». A quel punto l’ha preso in braccio, e un fotografo ha immortalato il momento esatto in cui le loro vite si sono unite.
Swank ha portato il cucciolo, che si è rivelato una femmina, dal veterinario, e ha scoperto che Karoo aveva i vermi, era ricoperto di pulci ed era stata cosparsa di cherosene nel tentativo di ucciderla. L'ha curata, e il tempo necessario a Karoo per guarire è stato quello necessario all’attrice per terminare le riprese: a quel punto Hilary ha capito che era pronta a lasciare il Sud Africa, ma solo con Karoo.
«È diventata l'amore della mia vita – spiega sul sito della fondazione – non si può spiegare, è quello che fa un cane. Entra in alcuni luoghi di te, e ti ama in un modo che guarisce. I cani ti insegnano anche molto sulla curiosità, l’entusiasmo, come vivere nel momento presente e fidarti del tuo istinto. Karoo mi ha fatto pensare in grande e vivere con più gioia». Purtroppo Karoo è morta poco prima del suo ottavo compleanno, e Swank ha deciso di trasformare il dolore per la perdita in qualcosa di costruttivo: da qui l’idea della fondazione Karoo.