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16 Febbraio 2022
15:39

L’attaccante del Bayern Thomas Müller è stato accusato di maltrattare i suoi cavalli

Dopo il caso Zouma, a finire nella bufera sono l'attaccante del Bayern Thomas Müller e sua moglie, accusati di maltrattamento nei confronti dei loro cavalli.

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Calciatori nella bufera per come trattano (male) i loro animali. Dopo il caso Zouma, il difensore francese del West Ham ripreso in un video che ha fatto il giro del mondo mentre picchia il suo gatto, adesso un altro giocatore è stato investito dalle polemiche per una vicenda di maltrattamento nei confronti dei suoi cavalli.

Thomas Müller, attaccante del Bayern, e sua moglie Lisa sono stati accusati dalla Peta di costringere i loro cavalli ad atti sessuali innaturali, per produrre sperma da congelare e da rivendere successivamente a una media di 200 euro a dose. Per capire cosa è successo, però, bisogna fare un passo indietro.

Tra le grandi passioni del tedesco, infatti, ci sono da sempre i cavalli e l'attaccante del Bayern non ha mai badato a spese per soddisfare questo suo passatempo. Ma se, fino a qualche anno fa, era l’addestramento di cavalli da competizione il focus delle sue attività, da qualche anno questo hobby si è trasformato in un vero e proprio business: quello dell'inseminazione.

Tutto nasce da un comunicato del campione tedesco in cui spiega che D'Avie, due volte campione del mondo e fiore all'occhiello della famiglia Müller, ha subito una lesione agli zoccoli scivolando su un fianco durante una prova di preparazione alla stagione riproduttiva. Ma, sottolinea Muller, fortunatamente il cavallo è un "tipo duro", perché "sarebbe potuto andare molto peggio".

Queste frasi hanno scatenato l’ira della Peta, che a stretto giro, ha espresso il suo sdegno catapultando il giocatore nel pieno delle polemiche. Secondo la portavoce Jana Hoger, infatti, le lesioni subite da D'Avie non erano né necessarie né inevitabili. Ma, soprattutto, è assurdo che persone che si dichiarano amanti dei cavalli, obblighino poi i loro animali contro la loro volontà a realizzare atti sessuali innaturali per trarne un profitto.

Non solo calcio per Thomas Müller

Il campione del Mondo 2014 e sua moglie Lisa, cavallerizza del dressage, condividono da sempre la passione per i cavalli e gestiscono insieme l’allevamento “Gut Wettlkam” vicino a Otterfing, a sud di Monaco.

Dal 2021, però, la struttura è diventata ufficialmente “Stazione di inseminazione dell’UE” per i cavalli da dressage con tanto di annuncio social ai milioni di follower in cui il giocatore entusiasta annuncia che gli allevatori di equini avrebbero potuto ordinare lo sperma dei cavalli direttamente dallo shop online del sito dedicato.

Ma quanto vale il business del seme dei cavalli? A conti fatti milioni di euro, se si tiene conto che un’inseminazione di “D’Avie”, due volte campione del mondo, costa circa 1600 euro, ma anche che uno stallone, nel corso della vita, contribuirà alla nascita di centinaia di puledri.

La difesa dei diritti dei cavalli

In Italia non esiste una legge specifica sul maltrattamento degli equini. Gli abusi e i danni a loro cagionati rientrano nel più generale reato di “maltrattamento di animali” disciplinato dalla Legge 189/04 che punisce con la reclusione da 3 a 18 mesi o con la multa da 5mila e 30mila euro chiunque «per crudeltà o senza necessità, cagioni una lesione ad un animale, ovvero lo sottoponga a comportamento o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche».

Ciò che esiste, invece, è il Codice per la tutela e gestione degli equidi promosso dall’International Society for Equitation Science e redatto dal Ministero della Salute, che fissa i criteri di qualità che costituiscono i “livelli essenziali di benessere per gli animali” che devono essere garantiti.

Ma dispone anche i parametri essenziali per una corretta gestione degli animali nell’ambito delle strutture in cui vengono detenuti e delle attività in cui sono impiegati, nel rispetto delle esigenze etologiche degli stessi.

Si applica a tutti i proprietari di cavalli, pony, asini, muli e bardotti e promuove la corretta relazione uomo-animale, nel rispetto della dignità dell’equide come essere senziente. Il detentore è responsabile del benessere, del controllo e della conduzione dell’animale e risponde per lui, sia civilmente che penalmente.

Il Codice, però, fissa anche i “10 Principi dell’addestramento”, fondamentali per promuovere un’equitazione sostenibile e per assicurare che il metodo rispetti le reali capacità di apprendimento del cavallo, in quanto la loro mancata comprensione può portare come esito finale all’eliminazione di cavalli per problemi comportamentali. Esito che si potrebbe scongiurare applicando metodi più adeguati ed efficaci.

Il primo Centro di recupero per cavalli maltrattati autorizzato

Italian Horse Protection, è un’associazione nata oltre dieci anni fa per tutelare i cavalli e gli altri equidi, contrastandone lo sfruttamento e promuovendo il riconoscimento e il rispetto dei loro diritti e bisogni etologici.

Ma soprattutto è il primo Centro di recupero per cavalli maltrattati autorizzato in Italia dal ministero della Salute nel 2009, dove i cavalli vivono liberi, pascolano in compagnia dei loro simili, vengono curati e accuditi dallo staff e dai volontari quando sono anziani o malati.

Nella sua sede a Montaione, in provincia di Firenze, oggi ospita 45 cavalli, sottratti al maltrattamento e affidati alla associazione dalle Procure. Un lavoro importante e faticoso perché in Italia i cavalli non sono considerati animali d’affezione, come i cani e i gatti, ma sono ancora definiti “animali da reddito”, non esseri viventi da rispettare e tutelare.

Vengono maltrattati e abusati e, in molti casi, dopo essere stati sfruttati per anni nei circuiti dell’ippica e dei cosiddetti sport equestri, dove sono costretti a vivere in box angusti e a svolgere attività contrarie alla loro natura, i cavalli finiscono, quando va bene a tirare carrozze per turisti o al lavoro nei circhi. Quando va male, nel circuito delle corse clandestine, della macellazione illegale, fino ad arrivare anche alla sperimentazione e alla produzione di pellami e farmaci.

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Simona Sirianni
Giornalista
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