Nel dicembre 2006 un’ordinanza del Ministero della Salute, dal titolo “Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani” aveva introdotto regole piuttosto severe per tentare di arginare un fenomeno che si faceva assai preoccupante (o quantomeno sembrava esserlo per la stampa e l’opinione pubblica): quello delle morsicature e aggressioni da parte di cani, principalmente da parte di cani di grossa taglia.
In particolare, quest’ordinanza prevedeva un elenco di razze canine considerate pericolose a prescindere, per loro natura; la famigerata lista nera. Per citarne solo alcune, vi rientravano l’American Bulldog, il Cane da pastore del Caucaso, il Dogo Argentino, il Pitbull e il Rottweiler.
Per i detentori di cani citati nell’elenco era previsto l’obbligo di applicare sia museruola che guinzaglio ai propri cani, qualora si trovassero nelle vie o in altro luogo aperto al pubblico, così come nei locali pubblici o sui pubblici mezzi di trasporto. Non solo, in relazione ai cani rientranti nell’elenco in discorso era anche previsto l’obbligo di stipulare una polizza di assicurazione di responsabilità civile per danni contro terzi.
Eliminazione della “black list”
Detta normativa fece discutere fin da subito e sollevò grandi polemiche tra gli esperti del settore. L’ENCI e le associazioni veterinarie evidenziarono l’inconsistenza scientifica di una lista di “tipi canini”. L’Associazione nazionale medici veterinari italiani rilevò come fosse scientificamente infondata la correlazione fra alcune razze canine e pericolosità. Questo movimento portò in breve tempo alla cancellazione della black list, avvenuta mediante l’Ordinanza contingibile ed urgente concernente la tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressione dei cani – 3 marzo 2009. A partire da quel momento in Italia non ci sono più razze considerate di per sé a rischio. Di conseguenza è venuto meno il corrispondente obbligo di assicurazione per la responsabilità civile verso terzi.
Quando è obbligatoria l'assicurazione per i cani?
Quel che si è detto sinora non è tutto. Infatti, la normativa attualmente in vigore (Ordinanza del ministero della Salute 6 agosto 2013, prorogata di anno in anno) prevede che «a seguito di morsicatura o aggressione (da parte di un cane) i servizi veterinari attivano un percorso mirato all’accertamento delle condizioni psicofisiche dell’animale e della corretta gestione da parte del proprietario». Non solo, anche che «in caso di rilevazione di rischio elevato, stabiliscono le misure di prevenzione e la necessità di una valutazione comportamentale e di un eventuale intervento terapeutico da parte di medici veterinari esperti in comportamento animale». Gli stessi servizi veterinari «detengono un registro aggiornato dei cani dichiarati a rischio elevato di aggressività ai sensi del comma».
La medesima ordinanza, ancora, prevede che i proprietari dei cani inseriti nel registro suddetto stipulino una polizza di assicurazione di responsabilità civile per danni contro terzi causati dal proprio cane ed applichino sempre al cane, quando si trova in aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico, sia guinzaglio sia museruola.
Dunque, si può concludere dicendo che: sebbene non sia più previsto un obbligo di assicurazione (a prescindere) in base alla razza, viene comunque stabilito l’obbligo di stipulare una polizza sulla responsabilità civile contro terzi in capo alla persona che ha un cane che si sia reso autore di aggressioni o morsicature e sia stato ritenuto a rischio dai servizi veterinari pubblici competenti.