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31 Maggio 2022
15:19

L’aquila che è fuggita dai falconieri e si è trasferita nella riserva del lago di Cornino

Una aquila reale di 6 anni fuggita dai suoi falconieri ha trovato rifugio nella riserva naturale di Cornino, una delle aree più importanti per lo studio e la conservazione degli avvoltoi, tra gli uccelli più minacciati in Europa.

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La riserva naturale del lago di Cornino si trova in Friuli ed è una delle aree protette più importanti in Italia per lo studio e la conservazione di alcuni tra i rapaci più minacciati d'Europa: gli avvoltoi. Si trova all'estremo margine sudorientale delle Prealpi Carniche ed è stata tra le prime in Italia a ospitare una colonia nidificante di grifoni ma da qualche giorno sta dando rifugio anche a un ospite singolare: un maschio di aquila reale da falconeria di 6 anni che è fuggito da un centro rapaci austriaco.

Il suo nome è Valerian e sembra proprio trovarsi bene nella riserva, tant'è che finora sono falliti tutti i tentativi di recupero da parte dei falconieri che l'hanno addestrata. Il rapace era abituato ai richiami e di solito rispondeva senza problemi, ma da quando può alimentarsi al carnaio della riserva non vuole più andarsene. Ogni due giorni arriva in volo con ancora i suoi geti (le fascette da falconeria) attaccate alle zampe e si unisce al banchetto che lo staff prepara per aiutare gli avvoltoi e gli altri necrofagi.

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Il grifone è tornato a volare in Italia anche grazie ai progetti di reintroduzione iniziati nella riserva

Anche grazie al carnaio e alla sua posizione geografica, infatti, l'area è diventata un punto cruciale sulla rotta di molte altre specie di rapaci estremamente minacciati. Negli ultimi tempi, oltre a Valerian, gli avvistamenti eccezionali stanno infatti aumentando e insieme all'aquila fuggitiva si vedono sempre più spesso anche il capovaccaio e l'avvoltoio monaco. Di avvoltoi monaci al carnaio non se ne vedevano addirittura da ben 8 anni, una presenza perciò davvero straordinaria, che sta diventando più frequente anche grazie ai progetti di reintroduzione in corso in Francia e in Bulgaria e all'aumento della popolazione in Spagna.

L'avvoltoio monaco (Aegypius monachus), il più grande tra le specie europee, come tutti gli altri avvoltoi del Pianeta ha subito un crollo demografico clamoroso, causato dalla concomitanza di numerosi fattori. Abbandono dell'allevamento allo stato brado (fonte di cibo principale per i necrofagi), uso di farmaci veterinari per il bestiame tossici, avvelenamento da piombo, elettrocuzione e persecuzione diretta sono solo alcune delle cause del declino, che unite ai tassi riproduttivi estremamente lenti di questi rapaci, li hanno resi tra gli animali più a rischio estinzione al mondo.

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L’avvoltoio monaco non nidifica più in Italia, ma grazie ai progetti di reintroduzione in Europa si vede sempre più spesso anche nel nostro Paese

Per il piccolo capovaccaio (Neophron percnopterus), invece, la situazione è ancora più disperata, basti pensare che in Italia restano a malapena poco più di 10 coppie nidificanti tra Sicilia, Calabria e Basilicata. Tra queste c'è anche Sara, il primo capovaccaio nato in cattività a formare una coppia in natura. A raccontare la sua storia a Kodami è stato Guido Ceccolini, responsabile dell'associazione CERM che da anni lavora per la salvaguardia di questa rara specie.

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In Italia restano poco più di 10 coppie nidificanti di capovaccaio, una delle specie più minacciate in Europa

Proprio le riproduzioni in cattività e le reintroduzioni sono uno dei strumenti più utilizzati in Europa per aiutare le popolazioni di avvoltoi in difficoltà. La riserva di Cornino, dopo aver ottenuto enormi risultati col Progetto Grifone, vuole puntare ancora più in alto allargando le attività anche verso altre specie minacciate. Tutti gli ospiti pennuti che in questi giorni stanno sorvolando Cornino dimostrano che l'area e i tempi sono maturi. Chissà se ci sarà ancora Valerian quando i nuovi progetti si concretizzeranno.

La foto in copertina di Valerian è stata scattata da Bruno Zuliani

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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