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12 Luglio 2021
10:56

L’appello: una famiglia per Biondo che non cerca un “salvatore” ma un compagno di vita

Biondo era solo un cucciolo quando è arrivato a Bologna dalla Sicilia, circa quattro anni fa. Non è un cane abbandonato in canile da adottare e salvare, ma un cane che cerca qualcuno che lo voglia conoscere e capire, qualcuno che lo accolga nella sua famiglia. Ecco la storia di Biondo e il suo appello.

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Spesso gli annunci di adozione, che troviamo sui social o altrove, cercano di far leva su sentimenti quali la pena e la pietà per un essere sfortunato. Più il cane viene descritto come un poverino che ha solo bisogno di compassione, più verrà condiviso e smuoverà sentimenti. Ma questo, spesso, mette in ombra quelle che sono le sue reali caratteristiche, le sue qualità e, a volte, le sue difficoltà. Noi pensiamo invece che l’adozione sia un atto di responsabilità, che portare un soggetto nella nostra vita e nella nostra famiglia debba partire innanzitutto dal piacere della conoscenza, dal valorizzare le sue doti e la sua individualità. Per questo per Biondo non cerchiamo una persona che lo voglia “salvare”, ma che abbia voglia di conoscerlo per l’essere unico e meraviglioso che è. Con le sue qualità, ma anche le sue fragilità.

Biondo cerca una persona che lo voglia conoscere e che lo voglia capire, non qualcuno che lo voglia soltanto “salvare”. Biondo si trova a Bologna e aspetta soltanto la sua occasione. Questo dunque il suo appello:

La bellezza è nelle piccole cose. La bellezza a volte la devi cercare ma, una volta che l’hai vista, non riesci più a capire come hai fatto fino allora a non notarla. La bellezza è nei dettagli e la bellezza, a volte, non è qualcosa che puoi vedere, ma è nelle impressioni. È in quel processo che avviene subito dopo che un’immagine colpisce la nostra retina e che, capovolta, la proietta nel nostro cervello. Perché un’immagine non è mai neutrale, ma sempre si collega a emozioni, aspettative, proiezioni. Un’immagine non rappresenta mai la realtà in maniera oggettiva, ma solo ciò che di essa “riteniamo”. È una strana parola ritenere, che da un lato significa “considerare”, “credere”, “giudicare”, come quando diciamo che qualcuno, secondo noi, è fatto così o così. Ma dall’altro significa anche “trattenere”, “far proprio”, prendere qualcosa e tenerlo per sé.

E la cosa strana è che in molti casi, nella nostra testa, i due significati di ritenere vanno inconsapevolmente a sovrapporsi. E così molte volte quello che notiamo nel guardare qualcosa è soltanto ciò che già prima ne pensavamo, ciò che ritenevamo, appunto. E altre volte se non scorgiamo subito quel che ci aspettavamo di vedere ecco che ci disinteressiamo, perché non ci appare come pensavamo appunto dovesse essere.

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Biondo

Molto spesso chi decide di adottare un cane “sfortunato” si aspetta di trovare un soggetto che solo a vederlo gli salti in braccio, che lo implori: «salvami! Portami via! Ti sarò grato per sempre! Tu sei una persona eccezionale, la più eccezionale di tutte!». Se invece quel cane li scruta da lontano, o magari si avvicina guardingo come a dire: «E tu chi sei? Come faccio a sapere che di te posso fidarmi? Vacci calmo con le mani, ancora non ci conosciamo» allora si crea una dissonanza: «Come? Io sono qui per salvarti e tu non lo capisci? Cos’altro devo dimostrarti oltre il fatto di essere qui?», ecco che la nostra percezione cambia e non riguarda la realtà di quell’altro essere.

Questo è uno dei motivi per cui molti cani in cerca di adozione non riescono facilmente a trovare adozione: ciò che le persone ritengono, nel senso di trattengono, fanno proprio di loro, dopo averli visti, non coincide con ciò che erano convinte di dover vedere.

A questo mi fa pensare la storia del Biondo. Biondo è giunto a Bologna, assieme ai suoi fratelli, circa 4 anni fa. Quando è arrivato dalla Sicilia in uno stallo provvisorio, in cerca di adozione, aveva soltanto 4 mesi, ma per un cane il carico di esperienze vissute in così breve tempo può lasciare segni importanti, può addirittura forgiarne il carattere. Non per forza per i maltrattamenti subiti, come tanti pensano nel vedere un animale che ha paura dell’uomo, ma semplicemente perché è facile temere ciò che non si conosce. Si aggiunga a questo un lungo viaggio e l’arrivo in un posto mai visto prima… et voilà ecco il mix perfetto per fare di un soggetto fragile un essere terrorizzato.

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Quando è arrivato Biondo sembrava che tutto lo terrorizzasse, che le persone fossero per lui qualcosa da tenere molto lontano. Che quelle mani, che volevano soltanto accarezzarlo, fossero spade o bastoni, pronti a fare male, a percuotere e a ferire. Ma Biondo è stato fortunato perché sulla sua strada ha incontrato qualcuno che ha avuto la pazienza di aspettare, di dargli tempo, di fargli capire che non aveva nulla da temere. Qualcuno che non aveva scadenze da rispettare, aspettative da soddisfare, né il bisogno che lui si dimostrasse diverso da ciò che era. Lo ha accolto e ha avuto fiducia in lui. La sua unica preoccupazione era che crescesse sano e che non gli mancasse nulla; o meglio, che non gli mancasse ciò che lui voleva avere. E se ciò che lui voleva non erano baci e carezze beh… quelli non era obbligato ad accettarli.

Ci è voluto del tempo a Biondo, diverso tempo. Ma alla fine, come un fiore quando giunge la giusta stagione, è sbocciato. Come un seme, piantato e innaffiato con cura, alla fine ha messo radici forti e larghe foglie; un carattere fiero e quella individualità che ti fa capire che tutto ciò che fa ha deciso di farlo. Non si sente obbligato ma, se si avvicina a te, sai che lo ha scelto, che lo ha voluto. Ci ha pensato e lo ha voluto. E proprio per questo è capace di farti sentire una persona speciale. Non sono tanti i cani che hanno questo potere, che ti fanno capire che ciò che ti danno te lo danno solo perché sei tu e nessun altro, che quel rapporto è unico e individuale. Che la fiducia non è qualcosa che si regala, ma la si deve conquistare.

Oggi Biondo è un cane sereno, riflessivo, equilibrato. È curioso del mondo e ha una gran voglia di esplorarlo. Ama le passeggiate e ha capito che in fondo anche i grattini non sono poi così male. Ma Biondo non cerca un “salvatore”, qualcuno che proietti su di lui la propria immagine del mondo e le proprie aspettative. Biondo ha bisogno di qualcuno che sappia guardarlo per ciò che è e che sia disposto a lasciarsi sorprendere, che sia disposto a camminare per piccoli passi e senza imporre la propria direzione. Biondo è il bello della scoperta, giorno per giorno, attimo per attimo. La sua bellezza è nelle piccole cose. Quelle che devi saper guardare ma che, una volta che le hai notate, ti domandi come hai fatto a non vederle prima.

Qualche giorno fa sono andato a trovarlo, era un po’ che non ci vedevamo. Per la prima volta mi è saltato in braccio e non lo aveva mai fatto. Ci sono voluti diversi mesi per arrivare a questo e non me lo sarei mai aspettato. Mi ha fatto davvero sentire speciale e, vi garantisco, è valsa la pena di aspettare.

Per info su Biondo: segnalazioni@kodami.it o messaggio via WhatsApp direttamente a Francesco Cerquetti: +39 349 414 2090.

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Francesco Cerquetti
Esperto in etologia applicata e benessere animale
Laureato in Filosofia a partire dal 2005 ho cominciato ad appassionarmi di cinofilia approcciando il mondo dei canili. Ho conseguito il Master in Etologia Applicata e Benessere animale, il titolo di Educatore Cinofilo e negli IAA.
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